Grottaglie: la città delle grotte e della ceramica

 

Grottaglie (32.797 abitanti) sorge su un’area collinosa delle Murge, altopiano che presenta fenomeni carsici, e dista 23 chilometri dal capoluogo di provincia (Taranto), che può essere raggiunto attraverso una superstrada a scorrimento veloce o per mezzo della linea ferroviaria statale Brindisi-Taranto.
Li Vurtàgghij – Grottaglie

Il suo territorio si caratterizza per l’esistenza di numerose caverne presenti nelle gravine, lunghe e profonde fenditure tipiche dei terreni calcarei. Pertanto Grottaglie, in dialetto «Li Vurtàgghij», vuol significare «parecchie, differenti grotte» («Cryptae aliae»). Alcuni storici, seppure in minoranza, ritengono che la denominazione «Grottaglie» possa aver avuto origine da «Hortalia» (molteplici terreni coltivati, orti) o da «Kryptàdion» (celato). 

L’uomo e il bestiame sin dal paleolitico hanno dimorato nelle gravine grottagliesi, ricche di anfratti naturali dove poter trovare riparo, acqua indispensabile per la sopravvivenza e flora necessaria per fornire cibo al complesso degli animali domestici. Da evidenziare che in questa località venne alla luce Quinto Ennio, sicuramente uno dei massimi esponenti della letteratura latina. Secondo alcuni studiosi, pochini in verità, Quinto Ennio sarebbe nato nelle vicinanze di Lecce, sebbene il geografo greco Strabone affermasse che Grottaglie si collocava tra Taranto e Brindisi, nonché il vescovo e scrittore greco Eusebio e S. Agostino parlassero di Ennio il «Tarentino». 

Quinto Ennio

Il crollo dell’Impero Romano d’Occidente e le irruzioni di numerose popolazioni barbariche in Italia (Ostrogoti, Longobardi e Saraceni) determinarono anni pieni di preoccupazioni ed irti di difficoltà per gli abitanti della provincia ionica.
Momento importante per la storia della cittadina è da ritenersi quando i Normanni (XI secolo) dettero in dono il «Casale Cryptalearum», con tutti i beni accessori, alla Mensa arcivescovile di Taranto. A partire dal 1292 la Mensa ottenne la giurisdizione civile e criminale sul paese, che comportò una fortissima relazione tra la vita economica, sociale, politica e religiosa del centro abitato con gli arcivescovi tarantini.

Figura di un certo interesse per la storia di Grottaglie risulta essere l’arcivescovo Giacomo d’Atri (ucciso nella cittadina il 15 luglio 1381. Per alcuni storici a causa di un complotto amoroso, per altri a causa di una congiura politica), che fece erigere la Collegiata Maria S.S. Annunziata, una struttura architettonica fortificata e le mura difensive. A quel tempo nel paese era sicuramente presente una piccola chiesa, che tuttavia doveva risultare non più adeguata a contenere la popolazione in costante crescita. Fu eretta quindi la Collegiata Maria S.S. Annunziata, chiamata dai grottagliesi «la Chiesa Madre», la cui parte anteriore esterna, dove si trova l’ingresso principale, è ritenuta per leggiadria fra le più belle del Salento. Inoltre una scritta con segni grafici gotici, collocata a sinistra sopra l’arco, rammenta l’attuazione dell’edificio consacrato in cui si celebra la liturgia cristiana, l’anno (1379), chi progettò la costruzione ed il promoter. 

              Collegiata Maria S.S. Annunziata – Grottaglie

Di pregevole fattura sono la porta principale di forme monumentali, la vetrata circolare, dal cui centro si dipartono, con disposizione a raggiera, elementi decorativi ed uno in particolare che ha il margine a piccole sporgenze e rientranze a sezione triangolare che corona la facciata. L’interno del tempio ha subito molteplici interventi di ripristino e di risistemazione a partire dal Cinquecento fino ad arrivare ai nostri giorni. Per tale motivo sono presenti svariati stili che si alternano fra loro. Colui che si reca a visitare la chiesa, appena entrato, ha davanti a sé un ambiente vasto, sviluppato in senso longitudinale dall’ingresso all’altare maggiore, reso visibile grazie alla luce naturale e abbastanza raffinato. Vi sono otto cappelle, ciascuna differente per grandezza e per l’insieme delle caratteristiche formali. Da menzionare è il «cappellone di San Ciro», tanto amato da ogni grottagliese, che ha un sentimento di profonda venerazione verso il santo cerusico, eremita ed ucciso a causa della propria fede (fu San Francesco De Geronimo che si assunse il compito di diffondere la conoscenza e favorire lo sviluppo della devozione a San Ciro). La cappella, con una calotta a base circolare, ha tre altari di grande valore ed afferma il prof. Rosario Quaranta: «decorazioni barocche in altorilievo la ricoprono tutta sino alla cupola, non lasciando a nudo neppure un palmo delle pareti». Infine non è possibile non ammirare la splendida «cantoria» in legno, realizzata nel 1587, sulla quale è collocato l’organo con un complesso di elementi settecenteschi con funzione decorativa, restituito da poco tempo all’integrità primitiva.

Interno castello Episcopio – Grottaglie

Su un minuscolo edificio non munito di opere difensive è stato costruito il castello «Episcopio», sul finire del XIV secolo, per volontà dell’arcivescovo di Taranto, Giacomo d’Atri. La parte originaria, formata dal mastio e dalla zona orientale e più volte ingrandita e modificata, possiede ora una facciata realizzata nel Seicento. Il mastio rettangolare si innalza per tre piani. L’aspetto esterno del castello non suscita entusiasmo, ma all’interno sono presenti ben undici sale grandi ed imponenti con alcune aperture di varia forma e grandezza allo scopo di far entrare l’aria e la luce. Quante cerimonie e celebrazioni piene di rumore devono essere state ospitate in questi locali! Il complesso edilizio fortificato, acquistato già da tempo dal Municipio di Grottaglie, accoglie in alcune stanze a piano terra il «Museo della ceramica del Castello Episcopio», che pone in mostra oggetti prodotti in ceramica (dall’VIII secolo a.C. all’età contemporanea). Il museo ha le seguenti ripartizioni: archeologia, ceramiche tradizionali, ceramica contemporanea, maioliche e presepi.

Esposizione ceramiche di Grottaglie

Merita una particolare menzione il «quartiere delle ceramiche», situato a mezzogiorno del centro storico. Qui sono presenti ed è possibile visitare botteghe di artigiani della ceramica, sorte con buona approssimazione nel XVIII secolo. Alcuni oggetti caratteristici, prodotti dai ceramisti grottagliesi, sono: «lu capasone» (contenitore di notevole grandezza, utilizzato per mantenere il vino e l’olio in buono stato in modo che non si guastino), «lu srulu» (un vaso per liquidi in ceramica con manico e beccuccio, senza coperchio. Veniva impiegato per mescolare il vino con l’acqua) e «lu pumu» (in argilla modellata e cotta nella fornace, a forma di bocciuolo, adoperato per abbellire i balconi degli appartamenti del centro storico grottagliese.

Riggio – Grottaglie

Infine nella «Lama del Fullonese» ci si imbatte in un piccolo edificio rupestre e medievale consacrato agli apostoli Pietro e Paolo in cui si celebrava la liturgia cristiana, edificato nel VI secolo d.C. La chiesetta si contraddistingue per un altare in pietra addossato alla parete, sul quale una volta era collocato un crocifisso. Alla sinistra dell’edificio si può notare una grotta denominata «Casa dei Pellegrini».

A Grottaglie il complesso delle condizioni meteorologiche si caratterizza per essere, senza alcun dubbio, mediterraneo: inverni temperati ed estati afose contraddistinte da una forte percentuale di vapore acqueo. Le piogge non sono mai eccessive, presentandosi soprattutto nel periodo autunnale. L’agricoltura ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale nel complesso delle risorse e delle attività produttive della cittadina. Qui si coltiva uva da tavola e da vino di altissima qualità. Nel 2011 è nato il marchio IGP «Uva di Puglia», del quale fa parte pure Grottaglie, marchio riconosciuto dallo Stato Italiano. Di grande rilievo è anche la produzione di olio di oliva, essendoci qui tutte le condizioni climatiche e morfologiche per la creazione di un prodotto abbondante e di pregio. Il 2013 si può definire un anno di ammodernamento della tecnica e pratica della lavorazione delle risorse della terra grottagliese. Si inizia a preparare il terreno affinché vi crescano le piante di melograno. Due le specie coltivate: la «Wonderful One» e la «Ako». 
Nei pressi del centro abitato, per volontà della «Alenia Aermacchi» è stato realizzato un edificio destinato alla produzione industriale di parti del corpo centrale dell’aeroplano (di forma affusolata) per il «Boeing 787 Dreamliner». 

BIBLIOGRAFIA

A.A.V.V., Le ceramiche di Grottaglie. La cultura delle mani, Taranto 1989;

M. CORCIONE, La storia e la città di Francesco de Geronimo, Grottaglie 1982;

P. MAGNO, Quinto Ennio, Fasano 1979;

R. QUARANTA – S. TREVISANI, Grottaglie. Vicende, arte, attività della città della ceramica, Grottaglie 1986;

R. QUARANTA – S. TREVISANI, Grottaglie. Uomini illustri, Galatina 1989.

6 commenti

  1. interessante storia. la ricordavo come aeronautica
    Ben il Nubiano

  2. "Quinto Ennio sarebbe nato nelle vicinanze di Lecce, sebbene il geografo greco Strabone affermasse che Grottaglie si collocava tra Taranto e Brindisi, nonché il vescovo e scrittore greco Eusebio e S. Agostino parlassero di Ennio il Tarentino.
    Strabone specifica inoltre che Quinto Ennio fosse nato nella Rudie tarentina. Direi che sono da ritenere più credibili i nomi di cui sopra che non quegli studiosi, provenienti quasi tutti dall'università leccese, e quindi campanilisti per ovvi motivi, che hanno utilzzato la presenza di una Rudie leccese per arrogarsi la nascita del maggior poeta latino.
    Quinto Ennio è nato nell'antica Grottaglie, non a Lecce, sia detto una volta per tutte.
    Vito Iaia

  3. Conoscevo la "vexata quaestio" che hai esposto molto bene e non posso che essere d'accordo con te!!!

  4. Consiglio vivamente di venire a visitare Grottaglie per le sue innumerevoli bellezze. Inoltre non è una città cara!!!
    Giampiero Lovelli

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