Il Castello Moresco di Sintra, conosciuto semplicemente come Castelo dos Mouros, sorge su un massiccio isolato di una delle colline della serra da Sintra, a pochi chilometri a nord di Lisbona. Eretto in una posizione dominante, dall’alto delle sue mura si può spaziare lo sguardo in tutta la regione circostante spingendosi, nelle giornate limpide, fino all’oceano Atlantico.
Gli scavi archeologici hanno rivelato presenza umana in questa area risalente già al X – VIII sec. a.C. La stessa origine del nome di Sintra si attribuisce a un antico tempio presente in zona costruito circa nel 300 a.C. ad opera di Celti e Turduli (antica popolazione iberica pre-romana) e dedicato alla luna. I Celti chiamavano la luna “Cynthia” e quando gli arabi a partire dal VIII secolo occuparono la regione, la chiamarono Chintra o Zintira e la sua popolazione as-Shantara.
Nel secolo XII Sintra faceva parte di un principato musulmano indipendente (taifa de Badajoz) che venne attaccato dalle forze di Ali ibn Yusuf ibn Tashfin, nordafricano che intendeva ripristinare l’unità territoriale della dinastia berbera degli Almoravidi. Nella primavera del 1093 il governarore moro di Badajoz, Mutawaquil, consegnò Sintra con Santarem e Lisbona al re Afonso VI de Leão e Castela al fine di ottenere protezione. Il re cristiano però, già coinvolto nella difesa di altri territori, non riuscì a fornire aiuti alle tre città che già l’anno seguente caddero così nuovamente sotto il dominio musulmano, questa volta almoravide, fino al 1147, anno della definitiva liberazione ad opera di D. Afonso Henriques.
Ci sono diverse leggende sulla conquista del Castello di Sintra da parte delle forze di D. Afonso Henriques, ognuna riportante particolari diversi, presenze di personaggi misteriosi o visioni divine, ma tutte concordano con il fatto che dopo l’assedio, all’arrivo dei Templari, la fortezza fosse vuota e tutti i Mori scomparsi insieme alle reliquie e gli oggetti sacri custoditi nella moschea lì annessa. Fu accertata la presenza di una via di fuga, nei pressi della torre di guardia, che si inabissava in una rete di gallerie e grotte naturali che portavano fino al Rio do Mouro nella zona sottostante di Colaride, a qualche chilometro dal Castello. Oggi quell’ingresso è chiuso da una cancellata di ferro, passando quasi inosservato alle comitive di turisti che vi transitano quotidianamente accanto per andare a visitare le mura del Castello, ignorando la meraviglia della grotta preistorica che si trova sotto di esso.
A Colaride si può incontrare l’altro accesso al Mondo Sotteraneo di Sintra, la cosiddetta “Grotta dei Mori” o “Algar” (singolare della parola Al-Gueirum che in arabo almoravide significa appunto “caverne”) , il cui ingresso è costituito da un insieme di quattro pozzi il cui maggiore ha una profondità di 12 metri e il più piccolo di 4. In fondo al primo pozzo si trova un sifone temporaneo essendo la zona spesso completamente allagata dai corsi d’acqua sotterranei. L’accesso alla grotta è consentito solo agli specialisti in speleologia in quanto altamente pericoloso e teatro in passato di gravi incidenti. All’interno delle grotte vi scorrono due corsi d’acqua sotterranei di cui uno forma una cascata di 15 metri di altezza. Si trova inoltre un lago e diverse stanze di notevoli dimensioni la cui più famosa è la “Sala dei fanghi” o “Sala del Tumulo”.
Le leggende intorno al Mondo Sotterraneo di Sintra sono talmente tante che meritano un articolo a parte. Cito per ora quanto disse nel XVIII secolo il botanico svizzero Charles Fréderic de Merveilleux che, dopo aver ricevuto un salvacondotto per visitare “a suo rischio e pericolo” le terre di Sintra e il suo Castello, con lo scetticismo razionale caratteristico della sua epoca così liquidò le “supertizioni di un popolo ignorante” nelle Memórias Instrutivas de Portugal (1723-1726):
«La ridicola superstizione dei Portoghesi di possedere tesori nascosti e spiriti di guardia veglianti su di essi, ha sempre impedito che si facessero scavi in queste zone. Quando si parla con loro di tali temi fingono di non aver paura, ma se si invita qualche abitante di Sintra a entrare in un qualunque sotterraneo, neanche il più coraggioso si arrischia a farlo, nemmeno se come compenso gli venisse offerto il regno del Portogallo. Suppongo, tuttavia, che il conte di Assumar, viceré delle Miniere, e il marchese de Alegrete ci andrebbero [ a scavare ] se potessero farlo senza suscitare scandalo. Perché in questo paese è tutto mistero, sortilegio, stregoneria o magia.»
La prima fortificazione militare del Castelo dos Mouros fu eretta nel X secolo dalle popolazioni musulmane che occuparono la penisola iberica ed era amministrativamente dipendente dal Califfato di Córdova. Nel 1109 subì la prima incursione cristiana ad opera del re crociato Sigurd I di Norvegia, ma la sua definitiva conquista fu nel 1147quando D. Afonso Henriques mise fine alla dominazione musulmana della penisola con la presa di Lisbona.
La struttura del castello si mantenne per lo più inalterata, conservando anche tutte le caratteristiche di stile islamico, fino al 1839 quando il re D. Fernando II fece una campagna di restauro del castello e delle sue zone circostanti secondo il gusto Romantico tipico dell’Ottocento.
Varcato uno dei portali di accesso della seconda cinta muraria (quella che serviva per dare protezione alle zone limitrofe al castello e accogliere la popolazione circostante in caso di pericolo), si sale percorrendo sentieri ben curati fino alla piccola chiesa di S. Pedro de Canaferrim. Questa è la prima chiesa parrocchiale di Sintra, edificata nel secolo XII dopo la riconquista di D. Afonso Henriques e usata fino al secolo XIV. Conserva ancora qualche traccia di pitture murali e oggi, dopo la sua recente ristrutturazione, ospita oggetti raccolti negli scavi archeologici attraverso i quali è possibile ripercorrere la storia del Castello. Al suo fianco si trova il tumulofatto costruire da D. Fernando II per collocarvi le ossa umane rinvenute durante il restauro della chiesa e delle mura.
Passati sotto al portale della grande cinta muraria principale ci si trova nell’area dove sono ancora visibili le vestigia dell’antico quartiere islamico medioevale. Qui si possono vedere anche diversi silos scavati nella roccia che servivano per l’immagazzinamento di legumi e cereali. Questa tecnica di conservazione degli alimenti si trova descritta in diversi trattati arabi di agricoltura.
Sotto il livello del terreno dello spiazzo antistante, con due bocche circolari che si ergono dal suolo per garantire l’ingresso di acqua piovana, si trova la cisterna. Questo ampio locale fu costruito nel secolo XII usando blocchi di granito prelevati da un’altra costruzione. Si può accedere al suo interno attraverso una porta ad arco acuto del XIII secolo. Una leggenda dice che sotto di essa sia sepolto un re Moro e tale sia la ragione per cui la cisterna non si secca mai nemmeno nei periodi di siccità. Comunque sia, anche sotto il sole cocente di una giornata estiva, al suo interno non si smette mai di sentire l’eco di radi gocciolii.
Dalla piazza delle armi, il luogo più ampio del castello che permetteva la concentrazione di tutta la guarnigione militare, si possono osservare una porta a cupola, in chiaro stile arabo, e una piccola apertura detta “Porta del tradimento”. Quest’ultima era uno stretto passaggio che consentiva la fuga dal castello in caso di necessità, ma al contempo poteva anche essere una via di accesso del nemico, da cui il nome di “tradimento”.
Sulla sommità della collina si trova la cittadella del castello, la zona più fortificata e ulteriormente delimitata da mura, dotata della torre più imponente (Torre de Menagem). Qui venivano alloggiate le autorità civili o ecclesiastiche della popolazione. Era anche l’ultimo baluardo di resistenza nel caso di assalto nemico.
Dal 1995 l’UNESCO ha inserito tutto il territorio della Serra da Sintra, con la definizione di Paesaggio Culturale, nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
Nel 2013 il Castello Moresco è stato oggetto di un intervento di restauro, sia sulle mura che paesaggistico delle zone circostanti, che lo rendono ancora più splendido da visitare.