Il 24 ottobre 1857 fu creata la prima squadra di calcio ufficiale, lo «Sheffield Football Club», il cui primo incontro sportivo si svolse al Parkfield House. Successivamente nel 1858 vennero messe per iscritto le «Sheffield Rules» (Regole di Sheffield). Una data importante è il 26 ottobre 1863. A Londra in Great Queen Street nella sede della Free Mason’s Tavern (la taverna dei Liberi Muratori) si incontrarono i delegati di undici squadre e società sportive londinesi per formare la prima associazione calcistica della nazione, intesa come organismo unitario, denominata «Football Association». Compito fondamentale era stabilire delle regole precise per la nuova competizione sportiva. In un primo tempo la normativa mostrava un palese compromesso con il rugby (molto diffuso già allora in Gran Bretagna). Il 24 novembre del medesimo anno i componenti della «Football Association» si incontrarono ancora una volta e due raggruppamenti vennero ad un contrasto di opinioni: da una parte Mr. Morley (Segretario dell’organizzazione), risoluto a rimuovere gli aspetti rugbystici presenti nella competizione, dall’altra Mr. Campbell (Presidente della squadra Blackheat), intransigente paladino di questo connubio. Il segretario ebbe la meglio e l’8 dicembre seguente furono introdotti notevoli cambiamenti alla normativa: difatti nessun giocatore avrebbe avuto mai più la possibilità di muoversi velocemente con il pallone fra le mani o ostacolare l’avversario in modi perlopiù irregolari. Era nato il calcio così come attualmente lo conosciamo!
Si fecero considerevoli e rapidi miglioramenti pure sugli strumenti necessari alla realizzazione della palla. La scoperta del caucciù e la creazione della camera d’aria permisero un rilevante passo avanti nel dominio e nel mettere in movimento il pallone. Nel 1886 fu istituito l’«International Football Association Board» (IFAB), fondato dalle quattro associazioni sportive della Gran Bretagna (Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda), con l’incarico di far osservare le norme della disciplina sportiva e qualora fosse indispensabile, di produrre dei cambiamenti. Questo ente è ancora esistente ed è il solo, su scala internazionale, ad adottare decisioni stabili e vincolanti sulla normativa della manifestazione calcistica. Ancora nel 1886 fu ammesso in modo ufficiale che il calcio venisse considerato un’attività professionale: i calciatori, pertanto, furono paragonati a delle persone che svolgevano un lavoro dipendente e quindi erano tenuti a riscuotere una somma di denaro per l’attività compiuta.
Nel 1890 le porte ebbero, da ultimo, un manufatto di fili, a maglie larghe, collocato per trattenere il pallone. Fu una novità determinante, fondata su una dichiarazione ufficiale che attestava la paternità dell’invenzione da parte di un individuo di Liverpool: Mister Broodie. Due anni dopo nacque il calcio di rigore.
Intanto il calcio aveva messo radici in ogni parte del pianeta Terra e soprattutto nei territori facenti parte in quel preciso momento dell’impero britannico. Nel 1891 si costituì la «Federazione calcistica della Nuova Zelanda», nel 1892 quella sudafricana, nel 1893 nacquero quelle di Argentina, Belgio, Cile, nel 1895 quella della Svizzera e nel 1900, infine, quella tedesca. Il primo campionato tra «team», che si confrontavano due volte nella stessa stagione e con calcolo del numero di punti per la graduatoria di merito delle squadre partecipanti, si disputò ovviamente in Inghilterra nel 1889, al quale fecero seguito Argentina 1893, Francia 1894, Belgio 1895, Olanda e Svizzera 1897. Il primo incontro sportivo (non nel Regno Unito) fra paesi, valido ai fini della classifica, venne giocato tra l’ Austria e l’ Ungheria il 12 ottobre 1902 e l’ Austria riuscì ad imporsi per 5-0.
BIBLIOGRAFIA
A.A.V.V., Le origini del calcio, Museo Viola Editore, Firenze 2012;
G. MANU – M. SCIALANGA, Football tra storia e leggenda. Dalle origini al calcio moderno, Bradipolibri Editore, Torino 2012.
Ritengo la nascita e lo sviluppo del gioco del calcio molto interessante. Sarebbe possibile utilizzarlo con le relative immagini?. Fiducioso che tale richiesta possa venire accolta
ed in attesa di cortese riscontro porgo distinti saluti.
Salve signor Carlo. Per dovere di cronaca, e per non lasciare questo commento “orfano”, specifico che ci siamo sentiti poi via email e l’ho messa in diretto contatto con l’autore dell’articolo. Un saluto.