Per la rubrica Mondo scrittura proponiamo il secondo articolo della serie di Cristina M. Cavaliere dedicata alla punteggiatura. Oggi si parla della virgola e dei due punti.
In questo nuovo post sulla punteggiatura (leggi QUI la prima parte) vi presento il segno più irrequieto ed eclettico della nostra corte immaginaria: la principessa virgola.
Portrait of Princess Anna P. Gagarina, née Lopukhina di Jean-Louis Voille, c. 1792, The Hermitage, St. Petersburg, Russia http://www.hermitagemuseum.org: un nobile esempio per la principessa virgola! |
Ad ogni modo, la virgola serve ad indicare tutte le più lievi pause nell’ambito di un discorso; per questo motivo è spesso facoltativa e diventa una questione di stile. Senza addentrarmi troppo nei meandri della grammatica, essendoci voci più autorevoli della mia, riporto qui di seguito alcune semplici regole su cui saremo liberi di discettare.
La virgola è facoltativa, ma raccomandata:
- per dividere una parola dalla successiva in un elenco di termini simili (nomi, aggettivi, avverbi, pronomi): Marcello è un giovane bello, nobile, generoso. Ha denaro, fascino, potere.
- per indicare una pausa breve nel discorso che potrebbe diventare concitato: Sarà vero, Marcello si sposa, un fatto simile, proprio con la duchessa Giulia, che dolore, che sciagura.
- per dividere sia due proposizioni nel discorso che gli elementi in una stessa proposizione: Quando la contessina Carlotta seppe che Marcello si sposava, corse difilato a casa sua. Trovando la porta chiusa, cominciò a prenderla a pugni e calci. Il marchese Marcello uscì di casa. Non appena lo vide, la contessina cominciò a prendere a pedate anche lui.
La virgola è obbligatoria:
- prima e dopo il vocativo per separare il nome della persona, dell’animale o della cosa cui ci si rivolge: “Marcello, non ricordi che avevi promesso di portare me all’altare?” “Carlotta, ti è dato di volta il cervello?” in cui l’inizio delle due frasi equivale a “O Marcello” “O Carlotta”.
- per staccare un inciso (sia esso una parola o una frase): La contessina Carlotta, furiosa, sferrò un gancio sinistro alla mandibola di Marcello. Il marchese, colpito con potenza, volò al tappeto.
Inoltre:
- la virgola si pone dopo l’interiezione, in sostituzione del punto esclamativo, quando l’esclamazione prosegue: “Ahi, che dolore!” gridò Marcello, massaggiandosi il mento.
- si pone dopo alcuni avverbi che abbiano funzione assertiva o negativa: “Sì, te lo meriti! Sei proprio un miserabile,” ribatté l’indignata Carlotta.
Ancora:
- la virgola si inserisce nelle date delle lettere e di altri scritti, dopo il nome del luogo da cui si scrive e prima della data: Baraonda, 15 giugno 2014 e, negli indirizzi, tra il nome della via, piazza ecc. e il numero civico: Piazza Pandemonio, 1
Un errore gravissimo, uno di quelli che facevano montare il sangue alla testa dei nostri insegnanti d’italiano, è separare con la virgola il soggetto dal predicato, il predicato dall’oggetto, la copula dal nome del predicato, il predicato dal predicativo del soggetto o dell’oggetto. L’insidia non nasce da frasi come: Marcello prese un antidolorifico dove è facile evitare di mettere la virgola tra il soggetto (Marcello) e il verbo (prese) o tra il verbo (prese) e il complemento oggetto (un antidolorifico), quanto da frasi più lunghe ed articolate, e come tali ricche di virgole.
http://www.columbusmuseum.org/ |
- La funzione più comune dei due punti è quella di introdurre la frase nel discorso diretto: Marcello replicò al dottore: “Si faccia gli affaracci suoi. Lei non sa chi sono io.”
- o, anche in questo caso, un elenco di persone, animali o cose: “Tra le mie proprietà vi sono: alcuni immobili di pregio a Montecarlo, uno yacht in Costa Smeralda, alberghi in Engadina, un conto in banca in Lussemburgo.” (scusate l’esempio bislacco, è sempre Marcello che parla).
- C’è un altro uso più creativo dei due punti, cioè quella di chiarire quanto espresso in precedenza: “Le ho enumerato alcune proprietà, ma possiedo ben altro: nessuna meraviglia che io sia considerato uno scapolo d’oro.”
Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull’orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s’avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po’ obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava striscie di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d’asfodelo da cogliere l’indomani all’alba per farne medicinali ed amuleti.
«Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t’ho detto. Già il Gran Kan stava sfogliando nel suo atlante le carte della città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World. Dice:– Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.»
Aspetto i vostri commenti e auguro buona punteggiatura a tutti!
Interessante.
Grazie, il taglio poi dato da Cristina agli articoli è sempre molto accattivante. 🙂
paolo bassi
come non appoggiare questa lodevole iniziativa.
e tutto sarebbe ancora più bello se, tra una virgola e l'altra, ci fossero parole dal senso compiuto… ma questa è un'altra storia. 🙂
complimenti ad entrambi, blog ben curato.
Come hai ragione, Paolo! (ma quel discorso è effettivamente un altro paio di maniche 😉 )
Grazie 🙂
Grazie, Isabel, di aver ripubblicato il mio post! In effetti l'argomento è un po' arido, per cui affrontarlo con un pizzico di ironia e divertimento aiuta a memorizzare meglio le regole. 🙂
Elisabetta Giambagli
Ma figurati se si può prendere in considerazione la "nobile arte della punteggiatura"….prima c'è da risolvere il problema di dove e come si mettono : accenti/apostrofi e soprattutto l'ACCA questa sconosciuta!!! :)Complimenti per il blog: bellissimo.
Proprio ieri ho trovato uno strafalcione con l'acca in un sito per la scuola 😀 😀
P.S. Grazie per i complimenti 🙂
Vogliamo parlare anche di quelli che scrivono "consegnamo" invece di "consegniamo"? O di pò invece di po'? 😉
Gianni Dorata
Isabel….che periodo storico apprezzi di più? Ti attirano le società segrete?
Ciao Gianni, apprezzo tutti i periodi storici anche se preferisco fino al XIX secolo. Le società segrete mi interessano pure, basta che siano trattate con fedeltà storica (insomma niente invasioni degli ultracorpi o cospirazioni mondiali alla "dottor Male" 😉 )
Gianni Dorata
E quali società segrete conosci meglio?
Gianni Dorata
Purtroppo, cara Isabel, le società segrete che contano davvero sono votate al potere, quindi al male…Non sarebbero segrete, altrimenti!
Le società segrete antiche hanno il loro fascino ma, oggi come oggi, lasciano il tempo che trovano. Nostalgici possono rivestirne il nome per rievocazioni più o meno condivisibili. Il vero potere, come dici tu, è in mano a societá e istituzioni moderne che non sono affatto segrete, ma i cui scopi reali sono ben diversi da quelli dichiarati pubblicamente. Ma credo che siamo un po' off topic 😉
Gianni Dorata
Appunto…."Segreta" non significa che non se ne conosce l'esistenza, ma i cui scopi effettivi non coincidono con quelli dichiarati. Ad ogni modo, non credo che saresti ben accetta nel "Bohemian Grove" senza adeguato curriculum criminale…
Temo effettivamente di non possederlo quel curriculum criminale 🙂