Teodora nacque il 14 marzo del 497 d.C. a Costantinopoli, spegnendosi, verosimilmente a motivo di un carcinoma, nella stessa città il 28 giugno del 548 d.C. Inizialmente ebbe un’esistenza movimentata, per poi diventare la consorte dell’imperatore bizantino Giustiniano I e aiutarlo nell’esercizio del governo. Celebre è la sua frase, riportata dallo storico Procopio di Cesarea, «Il trono è un glorioso sepolcro e la porpora è il miglior sudario». Procopio, nella sua opera «Storia segreta», sottolineava tutti gli aspetti negativi della sovrana.
Lady Randolph Churchill nel ruolo di Teodora 1897. |
… Spesso giungeva a presentarsi a pranzo con dieci giovanotti, o anche di più, tutti nel pieno delle forze e dediti al mestiere del sesso; trascorreva l’intera notte a letto con tutti i commensali, e quando erano giunti tutti allo stremo, quella passava ai loro servitori, che potevano essere una trentina; s’accoppiava con ciascuno di loro, ma neppure così riusciva a soddisfare la sua lussuria».
Gli autori di trattati storici dell’età presente riducono il peso di quanto affermato da Procopio, dal momento che lo stesso era consigliere e segretario di Belisario e nel tempo in cui il famoso generale, nel corso della «guerra gotica», perse il favore e la protezione di Giustiniano I, pressappoco dal 540 d.C., anche la carriera di Procopio si arrestò bruscamente e rovinosamente. Inoltre Procopio apparteneva a una famiglia aristocratica e di conseguenza non vedeva di buon occhio le origini modeste di Teodora.
Auriga della fazione degli “Azzurri”. Palazzo Massimo. |
La giovane Teodora in poco tempo attirò l’attenzione di Giustiniano, di venti anni più anziano. Impressionandolo per la sua beltà, la ragazza ebbe in un primo tempo una relazione amorosa non ufficiale con Giustiniano, sebbene questo già le procurò l’acesa al rango di patrizia. In quel momento i due amanti erano in stretti rapporti con il raggruppamento dell’ippodromo degli «Azzurri», avendo fatto ottenere loro l’impunibilità per gli atti delittuosi.
L’imperatore Giustiniano I |
Una questione spinosa, che Giustiniano e Teodora dovettero affrontare, fu la diffusione in Siria ed Egitto del monofisismo: la dottrina eretica affermatasi nel secolo V, che negava la duplice natura, divina e umana, di Gesù Cristo riconoscendogli solo quella divina. Le due province sopra menzionate erano floride economicamente e aspiravano ad avere una maggiore autonomia. Per contro Giustiniano, desideroso di essere il novello Costantino, da un lato fece di tutto per riconquistare l’Occidente perduto e in mano ai barbari, dall’altro in Oriente frenò fortemente l’espansione del monofisismo e le forze centrifughe (sebbene questa operazione consentisse con più facilità cento anni dopo la conquista della Siria e dell’ Egitto da parte degli islamici). Importantissimo fu il compito che si prefisse la sovrana. Difese sempre i monofisiti (li teneva celati in modo che non fossero trovati e fermava i processi nei quali erano imputati. Si racconta anche che nascose un individuo appartenente ad un ordine religioso monofisita per dodici lunghi anni in un ambiente appartato, facente parte degli appartamenti in cui vivevano le donne nel palazzo imperiale), essendo lei stessa monofisita, conservando l’unità dello Stato, sebbene diverse province avessero tendenze centrifughe. Permise che nell’impero coabitassero pacificamente ortodossi (definiti pure duofisiti) e monofisiti. Proprio per placare le accese discussioni in campo religioso, Giustiniano pubblicò e rese operativo l’«editto dei Tre Capitoli», nel quale si approvava quanto detto dai duofisiti e monofisiti sulla qualità intrinseca e costitutiva di Cristo.
Cortigiane di Teodora. Ravenna. |
Si narra anche che l’imperatrice, negli anni giovanili quando interpretava una parte negli spettacoli teatrali, partorì un figlio (al quale gli fu dato il nome di Giovanni) di cui non ammise mai l’esistenza. Lo stesso visse in Arabia con il padre, senza mai venire a conoscenza di chi fosse la genitrice.
L’attore, che sapeva suscitare l’ilarità del pubblico, Antonio De Curtis, meglio conosciuto con il nome di Totò, riteneva di discendere dal casato dei Comneni di Bisanzio e reputava la «zia» Teodora una prostituta. Il cantautore Francesco Guccini, nella sua composizione per canto e strumenti «Bisanzio», parla di Giustiniano I e della sua sposa in questo modo: «Di questo imperatore sposo di puttana».
BIBLIOGRAFIA
H.G. BECK, Lo storico e la sua vittima. Teodora e Procopio, Laterza, Bari 1988;
P. CESARETTI, Teodora. Ascesa di un’Imperatrice, Mondadori, Milano 2001;
C. DIEHL, Figure bizantine, Einaudi, Torino 2007;
E. GIBBON, Storia della decadenza e caduta dell’ impero romano, Einaudi, Torino 1967;
G. OSTROGORSKY, Storia dell’ impero bizantino, Einaudi, Torino 2005.
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