Intervista all’egittologa Renata Schiavo



La dr.ssa Renata Schiavo si è brillantemente laureata all’Università di Pisa con uno studio sul culto egizio degli antenati e sulle cosiddette “lettere ai morti” e ha partecipato ad alcune campagne di scavo in Egitto e in Siria. Ha collaborato saltuariamente con dei musei e alcuni suoi lavori sono stati recentemente pubblicati sulle riviste «Egitto e Vicino Oriente» e «Iuris Antiqui Historia». Oggi è gradita ospite della nostra rubrica Interviste.


D1. Quando e perché è nato il suo interesse per l’Antico Egitto?

All’età di otto anni vidi alcune foto dei Testi delle Piramidi e del Libro dei Morti su un libro delle elementari e rimasi folgorata da quel sistema di scrittura così bello, affascinante e colorato. Da allora non ho più smesso di leggere e documentarmi su tutti gli aspetti della civiltà faraonica.


D2. Perché ancora oggi l’Antico Egitto suscita un notevole interesse anche fra i non addetti a i lavori?

Bisogna tener presente che la cosiddetta “tradizione occidentale moderna” ha conosciuto gli Egizi due volte e per vie diverse.


Da un lato la nascita della moderna egittologia con la decifrazione dei geroglifici ad opera di J. F. Champollion: una vera e propria rivoluzione che ha aperto un mondo nuovo, permettendoci di attingere direttamente alla vastissima mole di documenti prodotti dalla civiltà faraonica e di metterci faccia a faccia con quello che gli Egizi facevano e pensavano veramente. Si tratta di uno strumento fenomenale, che ci permette di indagare gli aspetti più vari e complessi, compresi quelli più pragmatici, legati all’amministrazione e all’economia e persino quelli più beceri, come gli scandali di natura sessuale o di corruzione, che coinvolsero alcuni abitanti di Deir el-Medina …

Dall’altro, invece, vi è una conoscenza “indiretta” e più antica, che deriva in gran parte dalle descrizioni degli storici greci e dalle narrazioni bibliche. Qui l’Egitto dei faraoni viene presentato sotto una luce per certi versi “mitizzata”: la più antica civiltà del mondo, la fonte di ogni conoscenza e la patria dei misteri e della sapienza; ma anche la terra del lusso, della magia, dell’idolatria e della corruzione. In pratica ci sono tutti gli ingredienti per stimolare la fantasia di qualunque persona. Non a caso le grandi opere cinematografiche e letterarie (ma anche la peggiore controinformazione pseudoscientifica) che tanto hanno contribuito a “creare” il fascino esercitato dall’Antico Egitto, si rifanno proprio a questo tipo di approccio. Tuttavia, come ha evidenziato l’egittologo J. Baines, non si dovrebbe snobbare questa seconda “tradizione indiretta”, ma approcciarvisi in modo scientifico col fine di esaminare con uno sguardo ancora più critico le stesse fonti dirette.


D3. Ritieni meritata la fama del faraone Amenophi IV (Akhenaton), morto quasi 3500 anni fa? 

Akhenaton e Nefertiti
In generale penso che la fama di ogni personaggio storico sia in qualche modo meritata, l’importante, però, è non mettere mai da parte il senso critico. Nel caso di Akhenaton ha giocato sicuramente un ruolo di primo piano la sua riforma religiosa e le più o meno forti connessioni di quest’ultima con le tre grandi religioni monoteiste, e con quella ebraica in primis. Tuttavia, il rischio è quello di ricadere nello stereotipo dell’Egitto antico come “terra origine” di ogni fatto culturale… si tratta tuttavia di una figura interessante che merita e necessita sicuramente di essere ancora opportunamente studiata.


D4. L’egittologo Arthur Weigall definì Akhenaton un romantico, dotato di tutte le virtù ed isolato in un mondo troppo duro. Cosa ne pensi?

Arthur Weigall era un uomo del suo tempo, ebbe sicuramente le sue motivazioni per descrivere Akhenaton in questi termini, ma oggi non possiamo accontentarci e dobbiamo andare avanti. Poi bisogna tener presente che su questo sovrano è stato detto veramente tutto e il contrario di tutto…


D5. É radicata convinzione tra gli egittofili che la compilazione del Salmo biblico 104 sia stata fortemente influenzata dal testo, appartenente ad Akhenaton, dell’Inno ad Aton. È andata veramente in questo modo?


Sembra evidente che per quanto riguarda l’Inno ad Aton e il Salmo 104 ci siano degli evidenti “punti di contatto”. La cosa in fondo non dovrebbe stupire più di tanto, gli influssi culturali tra l’Egitto e il Levante sono sempre stati fortissimi e si riscontrano anche in diverse espressioni della cultura materiale. Ma stabilire se si tratti veramente di un’influenza diretta o di due espressioni parallele di concezioni che dovevano in qualche modo essere piuttosto diffuse in tutto il Vicino Oriente Antico è piuttosto arduo da stabilire così su due piedi. D’altro canto il famoso inno di Akhenaton affonda le sue radici in una tradizione egizia ben definita e, a tal proposito, non posso non riportare ciò che al riguardo ha affermato l’egittologa Edda Bresciani: “l’inno è uno dei più noti della letteratura egiziana; non si deve dimenticare che l’aspetto più umano della divinità, la sua provvidenzialità verso gli uomini, gli animali e tutto il creato, non è caratteristico del nuovo movimento religioso: si pensi alle espressioni che sono nell’Insegnamento di Merikara, e a quelle contenute in uno dei Testi dei Sarcofagi, che esprime la fede in un piano provvidenziale […]. Ancora più simile per fraseologia e stile all’Inno ad Aton è l’Inno ad Amon Ra che si trova nel P. Bulaq 17”.


D6. Nefertiti, la sposa di Akhenaton, è diventata il simbolo della bellezza della donna egizia. Ma è opportuno ricordarla solo per il suo aspetto gradevole?

Certamente no! Nefertiti fu sicuramente una figura di spicco con un considerevole ruolo politico. E non fu l’unica regina egizia ad aver avuto una certa importanza. Gli esempi, in tal senso, sono molteplici, si pensi ad Ahmose Nefertari, Ah-hotep o Hatshepsut…
Purtroppo, il valutare le donne in base al loro aspetto esteriore, e classificarle esclusivamente in “sante” o in “donnacce” (si pensi ad alcune osservazioni su Cleopatra riscontrabili anche in certe opere di tutto rispetto…) è un problema che non riguarda solo l’egittologia, ma tutta una serie di cattive abitudini fin troppo radicate nel nostro modo di fare e pensare …


D7. Gli antichi Egizi furono politeisti, con la eccezione del periodo amarniano. Vuoi presentare brevemente le principali divinità dell’Antico Egitto? 

Thot, divinità della scrittura
Sinceramente richiederebbe troppo tempo. Preferisco sottolineare come nell’ambito della religione egizia siano esistiti diversi fenomeni religiosi che trascendono dalla definizione di “politeismo” e “monoteismo” (quest’ultima categoria, poi, non è neppure ritenuta valida da tutti gli studiosi, che in alcuni casi, per quanto riguarda la fase Amarniana preferiscono parlare di “Enoteismo”). L’oggetto delle credenze degli egizi, infatti, non furono solo quelle particolari entità che siamo soliti definire “dei” o “divinità”. Vi erano una moltitudine di altre figure sovrannaturali, come gli spiriti dei morti, gli antenati e una quantità sorprendente di creature demoniache piuttosto difficili da classificare. Si tratta di aspetti non ancora adeguatamente studiati e, sotto questo punto di vista, penso che la strada da seguire sia quella di progetti innovativi quali l’Ancient Egyptian Demonology Project di Kasia Szpakowska.

D8. Gli antichi Egizi quanta importanza davano allo studio e alla cultura?

Molta, anzi moltissima. La cosiddetta Satira dei Mestieri la dice lunga su quanto fosse tenuta in considerazione l’istruzione. Tuttavia, il concetto di “cultura” degli egizi era piuttosto diverso dal nostro, era imperniato sulla “sapienza” e non sul “senso critico”. Ma una simile affermazione andrebbe sfumata caso per caso e meriterebbe tutta una serie di osservazioni che richiederebbero una quantità di tempo notevole e pertanto ora non è il caso di fare…


D9. Hai creato l’interessantissimo blog «Orientalisticamente», molto apprezzato dagli egittofili e dagli addetti ai lavori. Quali sono le sue finalità?

Divertire, informare e… tenermi informata.


D10. In questo momento a cosa stai lavorando e quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Sto continuando a lavorare sul culto degli antenati egizi, ma almeno per il momento il futuro sembra nebuloso … Incrociamo le dita! 

 
 
 
 

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