Morte di Orlando. Miniatura di Jean Fouquet 1455-1460 circa |
Questo fatto è stato successivamente ripreso e celebrato in varie opere letterarie del ciclo carolingio, prima tra tutte la Chanson de Roland che risale intorno al 1080, nella quale viene descritto come Orlando abbia esitato fino all’ultimo prima di suonare l’olifante – il famoso corno di guerra – e dare così l’allarme al resto dell’esercito di Carlo Magno, ritardo rivelatosi fatale all’intera retroguardia.
Mito, storia e fantasia si intrecciano nel romanzo della Fassio per farne scaturire un prodotto nuovo, il quale solo in apparenza ricorda la familiare vicenda. Nel testo infatti si possono incontrare tutti i nomi dei personaggi che ci ricordano quelli della Chanson de Roland o dell’Orlando Furioso dell’Ariosto (Angelica, Rinaldo, Oliviero, lo stesso Gano di Maganza e altri) ma, come carte gettate in aria e scombinate, essi prendono possesso di nuovi ruoli e diverse posizioni. Lo stesso Orlando riveste in questo romanzo la figura del figlio illegittimo del re Carlo Magno, spiegando in tal modo la marcata predilezione del sovrano per il giovane cavaliere.
L’Orlando de “Il Paladino” incarna perfettamente l’eroe come è stato tratteggiato nei poemi epici. Impavido, senza macchia, dal carattere sanguigno e burbero fino quasi alla scontrosità, questi è l’Orlando passionale e “furioso”, l’uomo che ama con totale sincero ardore ma dimentica le sue amanti con altrettanta naturalezza. La sua devozione assoluta, fino alla morte, appartiene agli ideali di cavalleria e la fedeltà al proprio sovrano.
Carlo Magno in una vetrata di fine XV sec. |
Particolare è l’intermezzo amoroso con la principessa saracena, avvenimento che si sviluppa in contemporanea all’assedio di Saragozza e che porta Orlando lontano dal campo di battaglia e dallo stile di personaggio conosciuto fino a quel momento, quasi la vicenda fosse stata inserita per aumentare “l’ingrediente romance” della trama. Il rapporto di amore/odio tra i protagonisti si consuma e svanisce nell’oblio come un soffio di vento, riportando il paladino nei ranghi del re e riprendendo il filo della storia. Orlando infatti torna ad essere se stesso alla fine del libro, dove la Fassio racconta magistralmente le ultime ore del paladino. La descrizione dell’imboscata al passo di Roncisvalle è coinvolgente e trasmette il pathos della battaglia. Ogni personaggio va incontro ad una morte gloriosa riscattando le intemperanze e sublimando il significato delle azioni stesse nei più alti valori della cavalleria.
Pagine:389
Ringrazio Isabel per la bellissima recensione e per aver saputo cogliere lo spirito del romanzo, tutta la passione che mi ha ispirato un personaggio malmostoso come Orlando. Cordialmente l'autrice Angela P. Fassio
Grazie a te, Angela, per la piacevole lettura 🙂