Akhenaton, il folle di Dio – Daniel Meurois-Givaudan


 

Daniel Meurois è un autore francese di pregevoli opere letterarie, docente e conferenziere. Questa sua ultima attività l’ha portato ad andare in giro per il mondo, dall’Europa occidentale all’Africa sub sahariana, dall’America settentrionale alle Antille e alla Nuova Caledonia. Ha conseguito la laurea in Lettere presso l’Università di Lille ed è famoso per i suoi viaggi astrali – ossia fuori dal corpo – che gli avrebbero consentito di esaminare gli Annali Akashici, chiamati anche Memoria dei Tempi. L’autore è infatti un personaggio “sui generis” che asserisce la sua tecnica gli abbia permesso di venire a conoscenza di fatti poco noti riguardanti le vite di individui straordinari come per esempio San Francesco di Assisi ed il faraone Akhenaton. Ha pubblicato 28 libri, che a partire dal 1980 hanno incontrato il favore dei lettori in tutta l’ecumene. I suoi testi, che nell’idioma francese hanno oltrepassato il milione di esemplari venduti, sono stati tradotti in ben 18 lingue differenti. Le sue opere si caratterizzano per uno stile senza uguali e colloquiale.

Di particolare importanza per una piena comprensione del volume «Akhenaton, il folle di Dio», pubblicato nel 1998, è la «prefazione» del Meurois. Lo stesso evidenzia come grazie alle sue visioni (da intendersi come rappresentazioni di un tempo ormai trascorso, alle quali lo scrittore ha potuto accedere) sia stato in grado di mettere insieme informazioni molto particolareggiate. Sottolinea come per l’uomo che vive ed opera nell’età presente appare sicuramente stravagante la prospettiva di “consultare il Libro del Tempo”. Prosegue affermando che: «Quanto a me, il mio scopo non è provare l’autenticità di quello che vi racconto; l’unica intenzione è di trasmettervi, nel modo più onesto possibile, il contenuto del mio vissuto nell’Egitto faraonico ai tempi di Akhenaton. Di conseguenza, e soprattutto, il mio scopo è testimoniare. … Questa testimonianza è una specie di cronaca risalente a tremilaquattrocento anni fa, un reportage imperniato sull’Amore. Voglio sottolineare che non si tratta di un romanzo, per quanto lo si possa leggere in quella chiave ed alcuni si sentano più a loro agio pensando che sia stato partorito dall’immaginazione di uno scrittore. È invece il racconto di una vita che ho vissuto in un passato lontano, un racconto possibile perché le circostanze o la necessità hanno fatto sì che potessi spontaneamente accedere alla memoria di quel tempo. Sono ovviamente consapevole che, con questa affermazione, mi pongo fra gli eretici … se non altro in questo nostro contesto occidentale … Per quanto questo non sia un libro sulla reincarnazione, è chiaro che di reincarnazione si tratta».

Lo scrittore Daniel Meurois

L’autore segnala infatti come questa opera voglia essere una testimonianza e ciò non può che riflettere il modo di essere e di pensare del Meurois. Egli continua dicendo: «Che cosa è l’obiettività? Nel caso presente, sarebbero forse i testi storici scoperti dagli egittologi? Neppure quelli, credo: perché tutti sanno che, nel caso del regno di Akhenaton, il Faraone ebbro di Sole, rari e contestabili sono i documenti. È noto che tutti i sovrani che gli succedettero fecero del loro meglio per cancellare ogni traccia del suo passaggio, facendo distruggere o modificare tutti i resti e tutte le opere d’arte del suo regno prima di radere completamente al suolo la città di Akhetaton. Per onesto che sia, anche lo storico studia e scrive in un contesto che presenta elementi di soggettività. In primo luogo perché è un essere umano, con la sua psicologia personale e la sua sensibilità, e poi perché, suo malgrado, è condizionato dal contesto sociale, religioso e politico del suo tempo, dai punti di vista e dalle ideologie in voga nel momento in cui compie il suo studio. D’altra parte, non bisogna dimenticare che lo storico si fonda su elementi i cui autori, i testimoni di allora, non sono necessariamente del tutto affidabili; perché? Perché a loro volta erano esseri umani, con i loro interessi del momento, le loro informazioni incomplete, la possibilità di sbagliarsi e persino, a volte, il desiderio ideologico di fornire dati travisati! … Questo lavoro, che ho cercato di rendere il più obiettivo possibile, è dunque necessariamente influenzato dalla mia sensibilità e dall’ angolo di ripresa che mi è proprio».

Riguardo alle conversazioni inserite nel testo, egli desidera far notare come abbia trascritto fedelmente quanto ascoltato durante le sue visioni. Afferma di essersi preso la libertà di narrare unicamente gli avvenimenti rilevanti per far sì che il libro non raggiungesse le tremila pagine. Il Merurois racconta che anche il solo esser tornato a vivere una sua esistenza precedente, nonché il metter per iscritto ricordi, sensazioni, momenti di felicità e tristezza, l’abbia commosso notevolmente cambiando anche il suo modo di approcciarsi alla vita.

Conclude dichiarando: «Perché la storia del folle di Dio non è, come si potrebbe credere, una storia del passato: è qualcosa di attuale che ci rimanda ai nostri interrogativi e alla nostra ricerca di sempre, con uno sguardo nuovo che auguro a tutti: un vero sguardo di pace».

Ma che esperienza ha avuto il Meurois nel suo viaggio astrale alla corte di Akhenaton?

Quasi 3500 anni addietro, egli racconta di essere stato un sacerdote, dal nome Nagar-Teth, e guaritore che operava nell’edificio dedicato al culto di una divinità di Alpu (oggi Aleppo in Siria). Il faraone Akhenaton volle che Nagar-Teth abitasse presso la sua corte nella città di Akhetaton – edificata in opposizione all’antica ed immorale Tebe, chiamata popolarmente Iat – insegnando filosofia, astrologia ed i metodi di cura delle malattie. L’autore, grazie alla consultazione degli Annali dell’Akasha, fornisce una serie di informazioni sulla vita e sulle opinioni di Akhenaton: in primis ci fa sapere che il sovrano venne avvelenato (il suo medico personale, Sinuhe, racconta di come ne abbia avuto la certezza) e che fu lasciato, con le figlie, da Nefertiti in quanto ella non condivideva più la politica estera del suo sposo ed egli, per vincere la solitudine estrema, prese una seconda sposa, Kiye. Ci svela, inoltre, che il monarca negli ultimi anni della sua esistenza decise di non mangiare più carne ma solamente cereali e frutta, volendo rispettare ogni forma di vita generata da Aton. In quanto ai suoi convincimenti, il faraone era fortemente persuaso che gli dei egizi in realtà fossero uomini venuti da mondi lontani in un passato remoto (tutto ciò viene riportato chiaramente in manoscritti sumeri e vedici), mentre l’unica divinità onnipervasiva fosse Aton. In conclusione lo scrittore asserisce che Akhenaton si reincarnò successivamente in San Francesco d’Assisi (scrisse anche lui un bel Cantico al Sole). Effettivamente si possono riscontrare alcune similitudini fra le due personalità.

Il giudizio su questo testo, al di là della veridicità del contenuto sulla quale non si vuole entrare in merito, è positivo. L’opera risulta in ogni caso interessante, scritta con linguaggio semplice, scorrevole e comprensibile. Riesce inoltre ad avvincere non solo le persone ferrate sull’argomento proposto. Nota stonata, a voler essere pignoli, è la piccolezza del carattere di stampa impiegato. Un volume quindi particolare ma meritevole di attenzione che consiglio di leggere e regalare a coloro che sono interessati alla storia e alla civiltà dell’antico Egitto.

 

Titolo: Akhenaton, il folle di Dio

Autore: Daniel Meurois-Givaudan

Editore: Amrita

Pagine:352

LINK


2 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *