Alberto Angela, venuto alla luce a Parigi nel 1962, ha studiato scienze naturali e paleontologia (disciplina che analizza i resti fossili di organismi vegetali e animali, ricostruendone la morfologia, l’origine e l’evoluzione). Per professione scrive su giornali e presenta in modo divulgativo argomenti che riguardano la scienza. Ha creato col proprio ingegno e conduce programmi televisivi di grande diffusione e notorietà tra le masse popolari come Superquark, Passaggio a Nord Ovest e Ulisse. Tra i suoi volumi è doveroso rammentare Viaggio nella Cappella Sistina e I bronzi di Riace, pubblicati dalla casa editrice Rizzoli.
Di particolare importanza per una piena comprensione del libro I tre giorni di Pompei (pubblicato nel mese di novembre del 2014) è sia la nota introduttiva dal titolo Due parole prima di iniziare sia l’appendice avente il titolo La vera data dell’eruzione. Nella prima l’autore spiega brevemente che in questa opera: «racconterà la tragedia attraverso i sopravvissuti. In effetti, c’è chi si è salvato. Da una lunga indagine ne sono riemersi almeno sette! … Purtroppo solo uno di loro, Plinio il Giovane, ha descritto il dramma che ha vissuto in una famosa lettera a Tacito. Ma fra tutti e sette era quello che si trovava più distante dalla sciagura, a una trentina di chilometri. … E gli altri? Erano molto più vicini al vulcano, ma non hanno lasciato testimonianze. Di loro sappiamo il nome, l’età, a volte persino dove abitavano e in almeno due casi possiamo ricostruire il terrore che provarono e come vissero quelle terribili ore».
Alberto Angela |
Nel volume in questione si ricordano coloro che sono scampati alla morte. In alcuni casi ne si conosce il nome, l’età, la professione e la storia familiare. Però di questi ultimi non si può affermare con certezza se siano usciti indenni da un così grave pericolo! Pertanto sono i superstiti a raccontare le ultime ore di questo immane evento luttuoso. Il conduttore televisivo continua asserendo: «in questo libro seguiremo quindi la gente comune nelle attività svolte negli ultimi due – tre giorni prima dell’eruzione e scopriremo quello che dovettero affrontare in quelle terribili ore che li separavano dalla tragedia. Ovviamente non sappiamo nel dettaglio cosa fecero. Nessuno lo saprà mai: quelle che leggerete saranno quindi delle ricostruzioni verosimili di ciò che fecero, videro e provarono sulla propria pelle. Il racconto però seguirà luoghi precisi, dai vicoli alle ville, fino alle fattorie sulle pendici del vulcano. … Ne emergerà un percorso che ci permetterà di esplorare Pompei, Ercolano, Oplontis e i loro dintorni. Scoprendo tra l’altro il vero volto della vita di allora, ben diverso da quello che viene tratteggiato nei romanzi. Ogni riga infatti si ispirerà a quello che è emerso dagli scavi e alle conclusioni raggiunte dagli archeologi su come si viveva a quei tempi a Pompei e in tutta l’area costiera colpita dall’eruzione». Inoltre sono stati descritti, con accuratezza, i differenti momenti della fuoriuscita di materiali solidi, liquidi e gassosi dal Vesuvio con l’aiuto di quanto riferito da chi ha assistito all’eruzione, con l’aiuto di geologi specializzati in vulcanologia e prendendo in esame pure eruzioni avvenute in epoca moderna.
Invece nell’appendice Alberto Angela sottolinea come: «fra le tante nuove verità che stanno emergendo su Pompei, senza dubbio la più clamorosa riguarda la data dell’eruzione. Quella che trovate su tutte le guide, i libri, i romanzi, e che viene detta nei documentari, è il 24 agosto del 79 d.C. Cioè in piena estate. Ma ne siamo certi? In effetti, da qualche anno alcuni ricercatori stanno accumulando indizi e prove che suggerirebbero un’altra data e un’altra stagione di quello stesso 79 d.C. L’eruzione non sarebbe avvenuta in estate, ma in autunno. A ottobre. E più precisamente il 24 … Ma come è possibile? … Non esistono prove dirette, prove sul campo? Vediamole. Sono state ritrovate nei depositi dell’Antiquarium di Boscoreale e si trovano oggi custodite nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli:
Rappresentazione dell’eruzione del Vesuvio |
-bacche di alloro, che normalmente maturano in autunno;
-un gran numero di castagne, tipiche dell’autunno;
-noci in abbondanza, che vengono solitamente raccolte anch’esse tra settembre e ottobre;
-cospicue quantità di fichi secchi. La raccolta dei fichi può avvenire in vari momenti, dall’estate all’inverno. Ma quelli destinati alla conservazione sono raccolti principalmente a settembre e messi a essiccare;
– prugne secche: in estate si mangiano appena raccolte, morbide e succose. In autunno si trovano – e quindi si possono consumare – solo quelle secche;
– datteri: giungevano dall’Africa di solito non prima di ottobre, dal momento che maturano proprio in quel periodo. Ne sono stati trovati pochi proprio perché appena arrivati a Pompei, disponibili solo nelle dispense di poche case (dei ricchi);
– grandi quantità di melegrane. … Sappiamo che la raccolta avveniva proprio tra fine settembre e ottobre;
– in autunno avviene qualcosa che tutti gli amanti del vino attendono con pazienza: la vendemmia. … Sappiamo che in alcuni siti gli archeologi hanno rinvenuto grandi quantità di vinacce, segno che la vendemmia era già avvenuta.
Adone ferito – Pompei |
Nel testo l’autore esamina con cura, analizzando tracce e indizi, ciò che accadde nei dolorosi giorni dell’eruzione del Vesuvius (non si è utilizzata volutamente la parola Vesuvio e nell’opera si illustra il perché). Quello che resta attualmente di Pompei e di Ercolano permette al conduttore televisivo di descrivere i tragici avvenimenti che videro come protagoniste le ridenti cittadine sopramenzionate. A partire da 53 ore prima dell’eruzione fatale Alberto Angela mostra costumi e consuetudini di quel tempo, la conformazione e le peculiarità delle domus romane, ma pure la condizione socio-economica di Pompei, differente da come si potrebbe pensare. Diversamente da quanto fanno vedere le numerose pellicole cinematografiche, che si sono occupate di tale evento luttuoso, Pompei a quel tempo non era sicuramente un centro abitato ricco. Vivevano lì un buon numero di liberti, dediti ad attività consistenti nel comperare e vendere prodotti, i quali avevano acquistato le domus delle famiglie aristocratiche, che, a motivo delle ripetute scosse telluriche, avevano preferito trasferirsi altrove. Alcuni schiavi liberati disponevano di beni e mezzi economici in abbondanza e dallo stato di conservazione delle loro case risulta più o meno evidente il desiderio di ostentare. In più anche in quei giorni nelle domus si effettuavano interventi volti a riparare ciò che era rotto e scarseggiava l’acqua a motivo del cedimento di una sezione delle condutture usate per la raccolta, la potabilizzazione e la distribuzione dell’acqua. Pertanto Pompei si trovava in una situazione molto critica! L’autore guida i lettori per le vie di Pompei, indica i brevi testi scritti sui muri (attualmente è possibile ancora leggerli), che rivelano aspetti poco noti del centro urbano. Infine nel raccontare la fuoriuscita di materiali solidi, liquidi o gassosi dal Vesuvius il conduttore televisivo esamina pure la missiva di Plinio il Giovane, nella quale sono esposti i fatti che hanno causato la morte dello zio, Plinio il Vecchio, studioso di scienze naturali.
Di grande utilità sono la cartina dell’area degli scavi di Pompei, la lista dei personaggi in ordine di apparizione, collocate all’inizio del testo, e la piantina del litorale vesuviano, posta invece alla fine, che permettono di comprendere al meglio dove e quanto accadde fra il 23 ed il 25 ottobre del 79 d.C. Qualsiasi citazione presente al principio di ogni capitolo è in realtà un graffito scoperto nei siti archeologici di Pompei ed Ercolano. Il volume sa avvincere i lettori sin dalle prime righe. Ci si sente realmente catapultati in quei tragici momenti. Il giudizio non può che essere fortemente positivo. Il linguaggio è semplice, scorrevole e comprensibile. Il rigore storico dell’autore non viene mai meno. Un libro meritevole di notevole attenzione che consiglio di regalare a coloro che sono appassionati di archeologia, in particolare di quella che studia la civiltà romana.
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