Nello scontro armato di Verona (agosto del 312 d.C.) si fronteggiarono le truppe di Costantino I e quelle del suo antagonista Massenzio, guidate dal prefetto del pretorio Ruricio Pompeiano. Il successo arriso a Costantino gli consentì di aggredire Massenzio rifugiatosi a Roma e di batterlo[1] nello scontro armato[2] di Ponte Milvio[3], permettendogli di avere sotto il proprio controllo la zona occidentale dell’Impero romano.
PRESUPPOSTI
Nel 312 d.C. Costantino prese la decisione di assalire senza indugi il suo nemico Massenzio, che si era rintanato a Roma avendo a disposizione 100.000 soldati[4] ed aveva inviato un grande esercito a Verona al fine di ostacolare l’offensiva dell’altro suo antagonista, Licinio. Quando Costantino oltrepassò le Alpi e giunse in Italia da occidente, ebbe la meglio su un reparto militare di Massenzio nello scontro armato di Torino, potendo a quel punto arrivare in Italia centrale, utilizzando le vie Emilia e Flaminia, senza che nessuno fosse in grado di sbarrargli il passo. Questi fu accolto in modo trionfale a Mediolanum (Milano), e obbligò a un duro sforzo di difesa il prode comandante di Massenzio, Ruricio Pompeiano, e le sue forze armate radunate a Verona e nella provincia veneta, affinché non fosse attaccato alle spalle nel corso del suo trasferimento a Roma. Informato della venuta di Costantino, Ruricio Pompeiano stabilì di mandare un buon numero di cavalieri contro il nemico, ma gli stessi vennero battuti in prossimità di Brescia e inseguiti dalle unità militari galliche fin quasi sotto Verona.
ASSEDIO
Antica pianta di Verona (1660) |
Non potendo fronteggiare con decisione e coraggio le truppe di Costantino con i pochi uomini a disposizione a Verona, Ruricio Pompeiano comprese che l’unica soluzione praticabile fosse quella di rimanere nel centro abitato, dovendo sopportare, in questo modo, il blocco militare organizzato intorno alla città da parte del nemico. Costantino ebbe notevoli difficoltà a cominciare il blocco militare, dal momento che si accedeva al centro urbano solamente da un lato attraverso una penisola, mentre era bagnato negli altri tre lati dal fiume Adige[5], che, scorrendo nella provincia veneta, consentiva all’esercito di Massenzio, rifugiatosi nel centro abitato, di avere rinforzi e provviste. Costantino organizzò una serie di assalti al centro urbano che però si dimostrarono infruttuosi. Infine fu in grado di guadare l’Adige a settentrione, dove il fiume era un po’ più calmo[6], ed accerchiò Verona in modo tale che nemmeno uno potesse entrarvi o uscirvi. Ruricio Pompeiano provò a rendere meno soffocante il blocco militare, ma il suo tentativo non ebbe buon esito. Di conseguenza il comandante di Massenzio durante la notte si allontanò dal centro urbano, giunse nella provincia di Venetia, radunò un contingente che era in condizione di scontrarsi con Costantino e si mise in movimento verso Verona per aggredirlo.
SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO ARMATO
Costantino I |
Costantino venne a sapere della venuta dei reparti militari di Ruricio Pompeiano, prendendo la decisione di far rimanere una parte dell’esercito a proseguire senza interruzione il blocco militare e di guidare i soldati più fidati e coraggiosi contro Ruricio Pompeiano. Lo scontro armato cominciò al tramonto[7]. Le unità militari galliche di Costantino furono collocate su due linee ma, siccome le forze armate di Ruricio Pompeiano erano composte da un numero superiore di militi e pertanto sistemate su un settore delle operazioni belliche più esteso, Costantino fece muovere dei reparti militari dalla seconda alla prima fila, affinché risultasse equivalente l’estensione. Lo scontro armato continuò fino al sorgere del sole al mattino seguente. Allo spuntare dell’alba Costantino portò a termine con successo lo scontro armato, mentre le truppe di Massenzio furono decimate e Ruricio Pompeiano venne ucciso durante il cruento combattimento[8].
RIPERCUSSIONI
Assedio di Verona raffigurato sull’Arco di Costantino |
Verona si arrese[9] non opponendo resistenza e le milizie di Massenzio furono imprigionate senza alcuna difficoltà. Costantino poté finalmente raggiungere Roma per affrontare Massenzio e i suoi soldati nello scontro armato[10] risolutivo di Ponte Milvio[11]. Il 25 luglio del 315 d.C. (decennalia di Costantino) il Senato intitolò un arco trionfale all’imperatore per celebrare proprio il suo successo contro Massenzio nel combattimento sopramenzionato. L’arco, costruito fra i colli Palatino e Celio, si trovava sull’originario itinerario dei trionfi e una delle decorazioni che rappresentano mediante immagini il conflitto fra Costantino e Maxentius venne riservata al blocco militare organizzato intorno alla località fortificata di Verona.
BIBLIOGRAFIA
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[2] Brandt, H. L’epoca tardoantica. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 22.
[3] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 341.
[4] Panegyrici latini. IX, 5, 1-2.
[5] Frediani, A. I grandi generali di Roma antica. Roma: Newton & Compton, 2003, p. 529.
[6] Frediani, A. Le grandi battaglie di Roma antica. Roma: Newton & Compton, 2002, p. 293.
[7] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, pp. 483-484.
[8] Cutts, E. Constantine the Great. The union of the state and the church. London: Society for promoting Christian knowledge, 1881, pp. 103-104.
[9] Sampoli, F. Costantino il grande e la sua dinastia. Roma: Newton & Compton, 1955, p. 93.
[10] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 294.
[11] Michelet, J. Storia di Roma. Santarcangelo di Romagna: RL Gruppo Editoriale, 2009, p. 688.
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