Gli autori del testo preso in esame sono Cristhope Badel, docente di Storia romana presso l’Università degli Studi di Rennes 2, ed Hervé Inglebert, che svolge la professione di insegnante di Storia romana all’Università Paris-Ouest Nanterre – La Défense.
Di particolare importanza per una piena comprensione del volume L’Impero Romano in 200 mappe (pubblicato in lingua italiana nel mese di novembre del 2015) risulta l’introduzione generale. Nella stessa i due professori universitari affermano con convinzione che: «All’epoca dell’invasione dell’Iraq, gli ideologi neoconservatori dell’entourage di George W. Bush avevano nella loro mente un modello: l’Impero romano. E nello scrivere un saggio dal titolo Impero (Rizzoli, Milano, 2002) sulle forme attuali di dominio imperiale, tra cui l’Impero americano, anche il filosofo Toni Negri, già teorico delle Brigate rosse, pensava all’Impero romano. Ciò sta a significare che i recenti sviluppi geopolitici, legati alla globalizzazione, hanno restituito tutta la sua attualità al modello ancestrale dell’impero, e in modo particolare a quello dell’Impero romano. L’originalità della forma imperiale si afferra appieno solo se messa a confronto con lo Stato nazione, di cui il ventesimo secolo sembrava aver assicurato la vittoria totale. Si può definire l’impero come uno Stato di grandi dimensioni che riunisce popoli diversi, governati in maniera differenziata e gerarchizzata, all’esatto opposto dello Stato nazione, fondato sull’idea di un singolo popolo che risiede nello stesso territorio e forma una medesima comunità politica».
Impero romano ai tempi di Ottaviano Augusto |
Gli scrittori ritengono che, a partire dai primi anni del XXI secolo, le organizzazioni politico-territoriali di consistente ampiezza hanno suscitato un notevole interesse non solo da parte degli storici ma anche da parte di filosofi, politologi e sociologi. Jane Burbank e Frédérick Cooper, che hanno dato alle stampe nel 2010 l’opera Empires in Global History, presentata come un compendio sulla storia delle organizzazioni politico-territoriali di consistente ampiezza, iniziano la loro trattazione citando l’Impero romano per l’Occidente e l’Impero cinese degli Han per l’Oriente. Pertanto attribuiscono all’Impero romano una funzione fondatrice che sarebbe all’origine di qualsiasi organizzazione politico-territoriali di consistente ampiezza in Occidente (pure dell’Islam) sino al periodo storico odierno. Proseguendo Cristhope Badel ed Hervé Inglebert sostengono che: «questo libro si inserisce nel processo di rinnovamento che sta riguardando la storia degli imperi. Non ha la pretesa di essere l’ennesimo atlante su Roma, né vuole fornire un panorama complessivo della civiltà romana. Intende piuttosto costituire una riflessione sulla costruzione imperiale romana: la sua formazione, la sua gestione e i suoi processi d’integrazione. Sono così proposte in filigrana le ragioni della sua ascesa e del suo apogeo (prima parte). Se l’ascesa, l’ampiezza e la durata dell’Impero romano hanno lasciato un segno sugli animi, la sua caduta non ha suscitato minori riflessioni sulle generazioni successive. Per secoli il concetto di decadenza, con la sua forte connotazione morale, ha riassunto questo processo di smembramento mentre ne rivelava la causa. Gli storici attuali non credono più a questo modello esplicativo, e il libro analizza la complessità dei fattori che hanno portato alla sua scomparsa in Occidente (seconda parte). L’Impero romano, tuttavia, è sopravvissuto a Bisanzio, e non ha mai cessato di ossessionare le coscienze europee».
Più di 200 carte geografiche e diagrammi inediti a colori, i quali rappresentano l’andamento di determinati fenomeni, illustrano le vicende dell’Impero romano, che il testo prende in esame cominciando dall’egemonia romana in Italia, per arrivare sino all’epoca giustinianea. Le carte geografiche e gli avvenimenti in successione temporale evidenziano quali sono gli argomenti essenziali di Storia romana e ne suggeriscono pure diversi non previsti. L’edificazione di una organizzazione politico-territoriale di consistente ampiezza, l’insieme di decisioni e provvedimenti relativi all’amministrazione e al territorio del popolo romano, la conduzione economica di una realtà talmente vasta e complicata sono mostrate attraverso le numerose carte geografiche, in un volume in grado di offrire i primi rudimenti, e non solo quelli, a discenti e cultori di Storia romana.
Diffusione del cristianesimo nell’Impero Romano |
Di grande utilità sono il glossario, l’elenco delle dinastie imperiali dal I secolo a.C. al II secolo d.C. e dei principali re barbarici tra il IV e il VI secolo d.C., i riferimenti cronologici ed una copiosa bibliografia (tutti collocati alla fine del libro), comprendente pure la menzione di film, serie televisive e fumetti. Il giudizio non può che essere fortemente positivo sull’opera sulla quale si è discettato fino a questo momento. Il linguaggio è semplice, scorrevole e comprensibile. Il rigore storico degli autori non viene mai meno. Un testo meritevole di notevole attenzione che consiglio di leggere e/o regalare a coloro che sono appassionati di Storia romana, in particolare di quella che si occupa della nascita, sviluppo e decadenza dell’Impero romano.
Titolo: L’Impero Romano in 200 mappe
Autori: Cristhope Badel e Hervé Inglebert
Editore: Libreria Editrice Goriziana
Pag. 370
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