Psammetico III (…-525 a.C.), in greco antico Ψαμμήτĭχος, fu l’ultimo sovrano egizio della XXVI dinastia. La conduzione politica e amministrativa dell’Egitto da parte di quest’ultimo si protrasse solo per un anno, forse anche meno. Sesto Africano[1] lo cita con il nome di Psammecheritēs e ritiene che abbia regnato per non più di sei mesi, invece Eusebio di Cesarea[2] non lo menziona mai. Una tavola di pietra infissa in posizione verticale nel terreno e recante iscrizioni incise, presente nel Serapeo di Saqqara (necropoli egizia in prossimità di Menfi)[3], fa riferimento al suo primo anno di governo.
Psammetico III su un rilievo a Karnak |
Cessando di vivere il genitore Amasi, Psammetico III divenne monarca[4] in un momento davvero difficile per il Paese delle Due Terre. Cambise II (in greco antico Καμβύσης), figlio del re di Persia, Ciro[5], stava per invadere l’Egitto che poteva contrapporre alle molteplici truppe persiane solamente un numero irrisorio di mercenari greci e soldati egizi. Un evento spiacevole e del tutto inaspettato per il Paese delle Due Terre fu la diserzione del comandante Fanes, a capo dei mercenari greci di Alicarnasso[6] che prestavano servizio nelle forze armate egizie, il quale aveva ceduto alle lusinghe dei Persiani. Avendo battuto nel 525 a.C.[7] le milizie egizie nello scontro armato di Pelusio[8], Cambise poté iniziare a conquistare uno dopo l’altro i più importanti centri abitati[9]. L’ultima a cadere fu Menfi[10], che valorosamente protetta da mercenari greci, capitolò dopo una resistenza di lunghezza considerevole.
Vaso unguenti XXVII dinastia |
Gli autori di trattati storici non sono concordi su quale sia stato il destino di Psammetico III. Per alcuni Cambise ordinò di uccidere immediatamente il monarca vinto in battaglia[11], per altri, fra i quali Erodoto[12], dapprima lo trattò con particolare riguardo, obbligandolo successivamente a togliersi volontariamente la vita nel momento in cui lo stesso sovrano egizio cercò di mettere in atto una insurrezione[13], infine per altri ancora Psammetico III riuscì a fuggire, facendo perdere ogni traccia. Cambise, dopo il successo militare, si proclamò monarca d’Egitto a Sais[14], dando inizio a quella che Manetone[15], originario di Sebennytos[16], presenta come la XXVII dinastia[17]. In realtà per oltre un secolo la terra nera diventò una provincia marginale del vasto impero persiano.
Come per i suoi predecessori che ebbero il suo stesso nome (Psammetico I e Psammetico II), i dubbi su quale possa essere il senso del nomen dipendono probabilmente da un errore di copiatura di un appellativo assiro.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Egitto: Storia e Mistero, De Agostini, Novara 1999;
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C. JACQ, Vita quotidiana dell’antico Egitto, Arnoldo Mondadori, Milano 1999;
H. SCHLOGL, L’Antico Egitto, Il Mulino, Bologna 2005;
T. WILKINSON, L’Antico Egitto. Storia di un impero millenario, Einaudi, Torino 2012.
[1] Scrittore dell’Impero romano.
[2] Vescovo e padre della Chiesa.
[3] Aa.Vv. Egitto: Storia e Mistero. Novara: De Agostini, 1999, p. 401.
[4] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 277.
[5] Aa.Vv. Atlante Storico. Milano: Rizzoli Larousse, 2004, p. 57.
[6] Antica città greca dell’Asia Minore.
[7] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, pp. 125-126.
[8] Centro urbano dell’antico Egitto posto nella zona più orientale del Delta del Nilo (Πηλούσιον in greco antico, Pelusium in latino).
[9] Jacq, C. Vita quotidiana dell’antico Egitto. Milano: Arnoldo Mondadori, 1999, p. 247.
[10] Grimal, N. Storia dell’antico Egitto. Bari: Laterza, 2011, p. 465.
[11] Wilkinson, T. L’antico Egitto. Torino: Einaudi, 2012, p. 446.
[12] Storico dell’antica Grecia.
[13] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 373.
[14] Località dell’antico Egitto posta sulla riva orientale della diramazione di Rosetta del Nilo.
[15] Sacerdote e storico egizio.
[16] Città situata nel Delta del Nilo.
[17] Aa.Vv. Egitto: Storia e Mistero. op. cit., p. 366.
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