Gli animali del Titanic


 
 
In genere, quando si parla del naufragio del Titanic, si pensa a tutte le vite umane perdute nel tragico incidente. Tuttavia non molti sanno che, la notte in cui la nave colpì l’iceberg, a bordo si trovavano anche molti cani. Con certezza se ne conosce la presenza di dodici, ma molti storici ritengono che ce ne possano essere stati molti di più in quanto sui registri della nave venivano elencati come “carico” e molti dati sono andati perduti.
Dei dodici cani confermati, solo tre sono sopravvissuti. Erano tutti di piccola taglia (due volpini di Pomerania e un Pechinese), quindi facili da nascondere all’interno di una coperta o un cappotto durante la salita sulle scialuppe di salvataggio. Se la presenza di quegli animali fosse stata scoperta, probabilmente non sarebbero stati accettati a bordo.
Il capitano Smith con Ben
Anche il Russian Wolfhound del capitano Smith, di nome Ben, salì sul Titanic. Per sua fortuna rimase solo la notte prima della partenza della nave. Prima di salpare, Ben fu lasciato in custodia alla figlia di Smith per prendersene cura durante l’assenza del capitano.
In uno dei registri si riporta che nella stiva era presente un alano, la cui cinquantenne proprietaria, Ann Elizabeth Isham, andava a fare visita ogni giorno nel box. Isham fu una delle persone che ebbe la fortuna di trovare posto in una scialuppa di salvataggio, ma le fu detto che il suo cane era troppo grande per unirsi a lei nella barca. La donna scelse di rimanere sulla nave che affondava e morire con il suo cane. Il corpo della donna fu trovato alcuni giorni dopo nelle acque ghiacciate mentre galleggiava stringendo ancora il cane.
Solo i passeggeri di prima classe erano autorizzati a portare i loro cani a bordo. Di questi si conosce: Helen Bishop e il suo barboncino di nome Frou-Frou, il miliardario John Jacob Astor e il suo Airedale di nome Kitty, Robert Daniel e il suo bulldog francese Gamin de Pycombe, Harry Anderson e il suo Chow-Chow. William Carter e la sua famiglia portarono due cani: un King Charles Spaniel e un Airedale.
Alcuni dei cani sul ponte del Titanic
Le persone che riucirono a raggiungere le scialuppe, dovettero affrontare delle difficili decisioni. Margaret Hays riuscì a nascondere e imbarcare sulla scialuppa il suo volpino di Pomerania (che visse poi fino al 1919). Anche Henry e Myra Harper portarono la loro Pechinese mentre Helen Bishop dovette prendere la terribile decisione di lasciare la sua Frou-Frou nella cabina. Il povero cane, percependo la situazione di pericolo, cercò di trattenere la sua proprietaria in cabina tirandola per il vestito fino a strappare la cucitura.
Quando fu chiaro che la nave stava colando a picco, qualcuno liberò i cani dai canili nella stiva, rendendo la situazione ancora più caotica. I soccorritori ricordano di avere visto molti cadaveri galleggiare sulle acque e tra questi anche dei cani. Il bulldog di Robert W. Daniel, Gamin de Pycombe, fu visto l’ultima volta in acqua che cercava di nuotare lontano dalla nave che stava affondando.
Il Titanic alla partenza da Southampton il 10 Aprile 1912
Il Titanic possedeva anche una propria gatta di nome Jenny. L’animale era diventato la piccola mascotte della nave, impiegata come cacciatrice di topi e ratti. Fortuna volle che la gatta partorisse una settimana prima che il Titanic salpasse, così fu deciso di spostarla sulla nave gemella Olympic.
Jenny viveva nella cucina dove il personale aveva inizialmente nutrito lei e i suoi gattini con gli avanzi. Uno dei dipendenti, Violet Jessop, scrisse in una lettera che Jenny aveva preso in particolare simpatia lo sguattero,Jim.
Ella Holmes White, di New York, aveva imbarcato quattro galli e alcune galline che erano stati collocati nella stiva accanto ai canili. Li aveva importati dalla Francia probabilmente per allevare la razza a casa propria. Un altro passeggero aveva portato a bordo una trentina di polli ed Elizabeth Ramel Nye aveva con sé un canarino giallo.
Come oggi, anche ogni animale di allora doveva avere il proprio biglietto, anche se piccolo: i proprietari del canarino dovettero pagare 25 centesimi per poterlo imbarcare.
Articolo tratto da www.thevintagenews.com
Traduzione di Isabel Giustiniani


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