Howard Carter |
Curiosi attorno al muro di contenumento di ingresso alla tomba di Tutankhamon |
Per quanto riguarda gli scavi compiuti da Carter nel 1919 di fronte alla tomba di Ramesse VI, scrive l’egittologa: “Il deposito di vasi ramessidi provava che quel luogo non era stato raggiunto da altri scavatori in tempi moderni, anzi probabilmente dai tempi dei faraoni. In secondo luogo, dimostrava che il terreno sotto le baracche degli artigiani non poteva essere stato toccato dalla ventesima dinastia […] Carter era uno scavatore di prima qualità. È difficile credere che rinunciasse a un’occasione così eccezionale di trovare qualcosa semplicemente per spostarsi altrove, a meno che non gli fosse stato ordinato: l’Organizzazione per le Antichità, però, ha sempre negato.”
Carter con uno dei suoi assistenti egiziani |
L’egittologo britannico Harry Burton scattò un numero considerevole di foto in tutte le fasi del rinvenimento archeologico, producendo una considerevole mole di materiale fotografico di qualità eccezionale per i tempi.
La tomba del Canarino si può definire anche un “romanzo fotografico”, perché molte delle scene descritte si sviluppano proprio a partire dalle situazioni evocate dalle immagini realizzate da Burton.
Howard Carter e lord Carnarvon durante l’apertura ufficiale del sepolcro di Tutankhamon |
Alcuni degli aneddoti ripresi nel romanzo sono talmente famosi da essere entrati nell’immaginario comune (si veda il celeberrimo scambio di battute tra lord Carnarvon e Carter: “Vede qualcosa?” “Sì, cose meravigliose!”); altre scene sono ispirate invece a quelli raccontati in cronistorie come il saggio di Philipp Vandenberg “Tutankhamen, il faraone dimenticato”; altri avvenimenti ancora – come la visita notturna nella tomba da parte di Carter, lord Carnarvon e lady Evelyn Herbert – sfuggono invece alla versione ufficiale dei fatti ma non sono da tempo più un segreto per nessuno.
Testa di Tutankhamon bambino sorgente da un fiore di loto |
Altra vicenda interessante, sulla quale il libro si sofferma, è quella che vide protagonista la testa lignea di Tutankhamon che spunta da un fiore di loto (reperto JE 60723), ora esposta al museo del Cairo. Carter ha sempre sostenuto di averla trovata nel corridoio di accesso all’anticamera, sebbene non fosse risultata registrata in alcun documento. Il fatto inoltre che fosse stata trovata riposta in una cassa da vino all’interno del magazzino, ha sempre dato adito a polemiche. Il manufatto forniva quindi un ottimo spunto per creargli una storia a fianco del protagonista.
Sinossi:
Lord Carnarvon, lady Evelyn Herbert
e Howard CarterNell’ottobre 1922 Howard Carter fa ritorno a Luxor dall’Inghilterra recando con sé un canarino affinché il canto della bestiola possa allietare le sue giornate. Il cuore dell’uomo, infatti, è colmo di preoccupazione: ad Highclere il suo magnate e finanziatore lord Carnarvon gli ha comunicato l’intenzione di terminare gli scavi in Egitto dopo quell’ultima stagione.
L’uccellino giallo, novità in quella terra, riscuote la meraviglia degli operai egiziani tanto da meritarsi l’appellativo di “uccello d’oro” e venire considerato foriero di grandi ricchezze. Quando, solo qualche giorno più tardi, uno scavatore si imbatte nel primo gradino che porterà al sepolcro di Tutankhamon con i suoi immensi tesori, per gli operai il ritrovamento non potrà essere altro che “la tomba del canarino”.
Ben presto la felicità per tale scoperta si trasforma in un incubo quando un serpente si insinua nella gabbia del piccolo pennuto, divorandolo. L’azione del cobra, simbolo per eccellenza dei faraoni, è per i nativi il chiaro messaggio dell’ira del defunto il cui sonno è stato turbato.
Da quel momento Carter si troverà a combattere contro la superstizione del popolo, le accuse di furto e l’ingerenza del governo egiziano che vede nella sensazionale scoperta un motivo per alimentare il nazionalismo. L’assillo dei giornalisti dopo la morte di Carnarvon – sempre alla ricerca di scoop per accrescere le dicerie sulla maledizione del faraone – le battaglie legali e il disperato amore per lady Evelyn, travolgeranno l’archeologo portandolo a ignorare le parole del suo fedele assistente Na’im. Quella ormai lontana notte di novembre in cui, assieme a Carnarvon e alla figlia, sono entrati per primi di nascosto nella tomba, il giovane egiziano ha visto qualcosa alla quale l’archeologo non crede. Oppure finge di non credere.
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