Marco Cocceio Nerva: il predecessore dell’imperatore Traiano


Marco Cocceio Nerva (Narni, 8 novembre 30-Roma, 27 gennaio 98 d.C.) fu il primo imperatore romano adottante[1], che diresse ed amministrò lo Stato dal 18 settembre 96 sino al suo decesso, verificatosi il 27 gennaio del 98 d.C.

GENEALOGIA
Monumento equestre di Nerva a Gloucester (Inghilterra)

Venne alla luce nella colonia romana di epoca remota di Narnia, l’attuale Narni (TR), figlio di Cocceio Nerva, celebre giurisperito, e di Sergia Plautilla, figlia del console Popilio Lena. Ebbe un fratello, Gaio Cocceio Nerva. Grande amico di Vespasiano (Cittareale[2], 17 novembre 9-Cotilia, 23 giugno 79 d.C.[3]), che lo volle generale e governatore della Mauretania. È stato l’ultimo imperatore originario dell’Italia. Nerva non seguì la consueta carriera politica (cursus honorum[4]), sebbene sia stato console nel 71 d.C., nel corso dell’esercizio del potere imperiale da parte di Vespasiano, e sotto Domiziano (Roma, 24 ottobre 51-Roma, 18 settembre 96 d.C.) nel 90[5] d.C.

CONQUISTA DEL TRONO

Nel momento in cui si raggiunse una intesa segreta, tra un numero limitato di persone, per abbattere Domiziano, Nerva dette il proprio consenso a diventarne il successore. Era tenuto in buona considerazione come senatore di età avanzata[6] e conosciuto come essere umano indulgente e prudente. Alla dipartita di Domiziano, Nerva venne proclamato imperatore in Senato da tutti e tre i ceti (senatorio, equestre e plebeo), favorevoli alla sua nomina. Quando fu a capo dello Stato, periodo corto ma proficuo, decise che fosse assolutamente necessario optare per il principato adottivo. Questa risoluzione contemplava che l’imperatore dovesse stabilire prima della sua scomparsa il successore tra i senatori. Tutto ciò induceva i medesimi a prendere coscienza delle loro responsabilità. In più, a partire dal 69 d.C. (anno dei quattro imperatori – Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano) i membri del Senato arrivavano pure dai territori conquistati da Roma, su cui avevano giurisdizione i proconsoli o i propretori, rinnovando in questo modo l’assemblea costituita, fino ad allora, dagli esponenti delle più importanti famiglie aristocratiche romane.

Rappresentazione del senato romano

Inoltre Nerva, ed anche Traiano (Italica, 18 settembre 53-Selinus in Cilicia, 8 agosto 117 d.C.), furono lungimiranti, appoggiando pure gli altri ceti e comunicando che il successore poteva essere pure un plebeo. Le loro aspettative non rimasero tali: difatti, stando a Tacito[7], nel suo corto governo Nerva fuse i concetti di impero, libertà e pace, avviando un secolo che in seguito verrà ritenuto aureo. Una volta eletto, fece sospendere le sopraffazioni violente condotte ai danni dei cristiani, concesse a coloro che vivevano in esilio di ritornare a Roma, eliminò le cause in cui erano perseguiti i reati contro il sovrano o contro la sicurezza sua e dello Stato, dette nuovi poteri al Senato, venne in aiuto degli indigenti con i suoi averi[8], abrogò il fiscus iudaicus[9], che colpiva gli Ebrei dell’impero romano, e la vicesima hereditatum. Fu perfino considerato eccessivamente indulgente dal Senato e vi fu un complotto ai suoi danni sventato con l’allontanamento a Taranto di colui che ne era il principale sostenitore (il senatore Calpurnio Crasso). Nel 97 d.C. divenne console per la terza volta, essendogli collega Lucio Verginio Rufo[10] (Como, 14-Roma, 97 d.C.).

TRAIANO
Busto di Traiano

Già anziano[11] ed infermo, Nerva prese la decisione di adottare un individuo. A vantaggio dello Stato non desiderò come suo successore un uomo della propria casata, ma optò per Marco Ulpio Traiano[12], comandante delle unità militari dislocate lungo la frontiera renana, a danno del governatore della Siria, Marco Cornelio Nigrino Curiazio Materno[13] (Liria, 40 pressappoco-successivamente al 98 d.C.). L’adozione si verificò contemporaneamente ad un decisivo scontro militare in Pannonia[14], che permise all’adottato Traiano di avere l’appellativo di Cesare Germanico. Nerva lo volle proconsole e gli attribuì la tribunicia potestas. L’imperatore fu ancora una volta console, assieme a Traiano, nel 98 d.C., ma cessò di vivere dopo tre mesi dalla nomina. Il suo successore stabilì che vi fossero delle esequie solenni ed i resti del corpo di Nerva vennero collocati nel mausoleo di Augusto[15].

SCULTURE
Busto di Nerva a Narni

Il centro abitato di Narni ha desiderato realizzare nel 2007 una scultura bronzea, raffigurante la testa umana e parte del petto, dell’imperatore Cocceio Nerva. Il busto è stato posto nella piazza di maggiore importanza, dove convergono l’antica via Flaminia[16][17] e la Porta Superior, che offriva la possibilità di entrare nella Narnia romana. Pure il centro urbano di Gloucester (Inghilterra) ha innalzato un monumento equestre bronzeo in onore dell’imperatore che le dette vita con lo status di colonia romana[18].

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., Atlante Storico, Rizzoli Larousse,  Milano 2004;

  1. F. ABBOTT, A History and Description of Roman Political Institutions, Elibron Classics, London 1901;
  2. CLEMENTE, Guida alla storia romana, Arnoldo Mondadori, Milano 1985;

S.J. KOVALIOV, Storia di Roma, Pgreco, Roma 2011;

  1. MICHELET, Storia di Roma, RL Gruppo Editoriale, Santarcangelo di Romagna 2009;
  2. MONTANELLI, Storia di Roma, RCS Libri, Milano 1997;
  3. MOMMSEN, Storia di Roma antica, Sansoni, Milano 2001;
  4. PANI – E. TODISCO, Storia romana, Carocci, Roma 2008;
  5. SPINOSA, La grande storia di Roma, Arnoldo Mondadori, Milano 1998;
  6. ZIOLKOWSKI, Storia di Roma, Bruno Mondadori, Milano 2006.

[1] Con l’adozione l’imperatore sceglieva come successore non un suo parente ma un individuo reputato all’altezza della gravosa carica che avrebbe ricoperto.

[2] Svetonio, Vita di Vespasiano. 2.

[3] Svetonio, Vita di Vespasiano. 24.

[4] Abbott, F. F. A History and Description of Roman Political Institutions. London: Elibron Classics, 1901, p. 374.

[5] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 274.

[6] Montanelli, I. Storia di Roma. Milano: RCS Libri, 1997, p. 343.

[7] Autore di trattati storici, retore e membro del Senato romano.

[8] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 383.

[9] Tributo ideato dall’imperatore Vespasiano.

[10] Membro del Senato e soldato romano. Famoso per non aver accettato il trono dopo la destituzione di Nerone.

[11] Michelet, J. Storia di Roma. Santarcangelo di Romagna: RL Gruppo Editoriale, 2009, p. 637.

[12] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 252.

[13] Legato e governatore dell’impero romano.

[14] Provincia dell’impero romano che includeva la zona occidentale dell’odierna Ungheria, il Burgenland sino a Vienna, l’area settentrionale della Croazia ed una porzione della Slovenia.

[15] Grandiosa opera architettonica funeraria del I secolo a.C. sita in Roma.

[16] Grande strada romana che metteva in comunicazione Roma con Rimini.

[17] Aa.Vv. Atlante Storico. Milano: Rizzoli Larousse, 2004, p. 97.

[18] Città fondata in una regione occupata militarmente da Roma, nella quale si erano stabiliti dei cittadini romani, unita da vincoli di perpetua alleanza con la Caput mundi.


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