La congiura di Praga – Massimo Pietroselli


La congiura di Praga è il seguito ideale di un precedente romanzo di Massimo Pietroselli – La profezia infernale – del quale non conoscevo l’esistenza al momento della lettura del testo in questione. La mia lacuna, tuttavia, non ha pregiudicato l’apprezzamento della storia in quanto i protagonisti principali, che sono i medesimi nei due volumi, sono alle prese con una nuova e diversa avventura.

Imperatore Rodolfo II

Dal romanzo La congiura di Praga si evince che i personaggi di Leonia e Grifo hanno un passato che li unisce – una sorta di storia d’amore sui generis – e che la donna è già stata al servizio dell’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II. Si intuisce inoltre come il marito di lei, il conte Aleko, fosse stato in passato un buon diavolo, mentre nella nuova storia assurge al ruolo di “quasi-cattivo” di turno. Come precedentemente accennato, questi antecedenti non influiscono sulla comprensione del romanzo che può quindi essere affrontato come fosse unico.

La storia si apre nella Boemia del 1605 quando Grifo, soprannominato anche Turco per il suo passato nella lotta contro gli ottomani, si imbatte nel “ragazzo-foca”, una delle mostruose creature, ridotta a fenomeno da baraccone per saltimbanchi, plasmate dal misterioso dottor Fasstolf. Inorridito dalle pratiche di quel sedicente medico, Grifo decide di dargli la caccia per porre fine alla sua orrenda attività. La ricerca gli farà incrociare il cammino con Leonia, di nuovo al servizio di Rodolfo II, instancabile collezionista di opere d’arte rare, “meraviglie” come anche di alchimisti e imbroglioni. La donna è sulle tracce del dottore partendo dall’interesse di questi per i quadri del pittore Alessandro Verzeni, ossessionato dal dipingere un solo soggetto: una donna in un canneto. Entra così in gioco il secondo elemento misterioso del romanzo: la figura della Custode, uno dei volti della Morte.

Il castello di Praga

Il romanzo scorre piacevole anche grazie allo stile di scrittura dell’autore, lineare ed evocativo al punto giusto per ricreare nella mente del lettore le ambientazioni necessarie allo svolgimento della storia, senza nozioni storiche aggiuntive.  Gli spunti sono interessanti e la figura di Fasstolf piuttosto intrigante, e forse proprio per questo rimane una punta di amaro in bocca quando il tema non viene eviscerato al meglio delle sue possibilità. Dopo tanto mistero e aspettativa su un simile personaggio, l’uscita di scena di Fasstolf è quasi banale, travolto nella storia della corsa verso il compimento della congiura ordita ai danni dell’imperatore.

La figura protagonista diventa l’eccentrica contessa Zenobia che, assieme al ciambellano Lang e ad altre figure innominate, organizza un evento speciale durante la notte di Valpurga presso il proprio castello, nel cui ipogeo dovrebbe venire svelato il significato dei simboli ermetici incisi sulle pareti. Un’attrattiva irresistibile per il sovrano che vive ormai solo di questi interessi, a discapito della sofferente politica dell’impero.

Massimo Pietroselli

E la Custode? La Custode rimane sempre sullo sfondo della storia, come nei quadri del Verzeni, e il mistero non ne viene svelato anche se si avrebbe voluto saperne qualcosa di più. Resta la bellissima immagine del Grifo e della sua scelta finale, segno tangibile dell’unico amore che si rivela degno di questo nome nel romanzo.

Massimo Pietroselli è un autore di tutto rispetto (vincitore di diversi premi letterari con opere che vanno dal giallo alla fantascienza) e la sua esperienza trasuda evidente nelle pagine che scrive.

La congiura di Praga non sarà forse ascrivibile all’Olimpo dei capolavori,  ma il romanzo risulta comunque di una qualità tale che ne rende senza dubbio consigliabile la lettura.

Titolo: La congiura di Praga

Autore: Massimo Pietroselli

Editore: Newton Compton Editori

Pagg. 257

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