Eliopoli (in greco antico Ἡλίου πόλις, Heliopolis), rilevante centro urbano del Paese delle Due Terre, fu la località sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali del XIII distretto del Basso Egitto[1][2]. Le rovine si trovano, al giorno d’oggi, nei quartieri esterni del Cairo vicino al piccolo nucleo abitato di el-Matariya. Eliopoli[3] fu uno dei principali insediamenti abitativi famosi per la venerazione al disco solare, da cui deriva il vocabolo greco Heliopolis (città del sole[4]). Un racconto, ricco di particolari favolosi e fantastici, porta a conoscenza che in questo centro urbano vennero deposti in una tomba i resti mortali di Santa Barbara, testimone eroica della fede cristiana e figlia di un seguace del paganesimo.
EPOCA EGIZIA
La denominazione originaria fu Iunu o Iunet Mehet (in greco antico Ὁν). L’area dove sorse Eliopoli fu abitata sin dal Periodo predinastico[5] (3900-3060 a.C.)[6] ed ebbe il maggior sviluppo nel corso delle fasi storiche chiamate antico regno[7][8] (2700-2192 a.C.)[9] e medio regno[10][11] (2055-1790 a.C.)[12]. Un buon numero di costruzioni venne ridotto in pessime condizioni nel corso dell’edificazione della metropoli del Cairo con la finalità di riadoperare i materiali da costruzione.
La più importante persona divina venerata, al principio, ad Eliopoli fu Atum[13], al quale venne consacrato il più vetusto edificio, di cui si conosce l’esistenza, dedicato al culto di una divinità: Per-Aa (grande casa,) denominato pure Per-Atum (casa di Atum). L’insediamento abitativo fu pure la località originaria[14] delle pratiche devozionali all’Enneade[15]. Si pensa, tenendo conto dei risultati delle asportazioni di terreno per riportare alla luce monumenti ed oggetti (scarsamente meticolose, precise e complete a motivo della presenza della megalopoli moderna) che Eliopoli avesse una costruzione, dedicata al culto di una divinità solare, simile a quella di Abu Gurab. Successivamente, quando il dio principale divenne Horo, la devozione si focalizzò sulla persona divina sincretica di Ra-Harakhti (alla lettera Ra che è Horo sui due orizzonti).
Nel corso della conduzione politica ed amministrativa del Paese delle Due Terre da parte del monarca Akhenaton[16] (Tebe, 1375 pressappoco-Akhetaton[17], 1334/1333 a.C. più o meno), questi fece diffondere nel centro urbano la venerazione ad Aton (il sole divinizzato), edificando una costruzione dedicata al suo culto chiamata Wetjes Aten (innalzamento del sole). Blocchi di grandi dimensioni di questo tempio vennero riutilizzati durante l’edificazione delle strutture murarie difensive medievali del Cairo ed è possibile ancora oggi guardarli in diverse porte della città. Altre pratiche devozionali, significative per Eliopoli, furono quelle al toro Mnevis[18]. A settentrione del centro abitato vi era il luogo di sepoltura destinato solo ai tori, similmente a quanto accadeva nel Serapeo[19][20] di Saqqara[21] per i tori Api[22][23]. Le asportazioni di terreno effettuate ad Eliopoli hanno permesso di scoprire pure un luogo di sepoltura destinato solamente ai ministri ufficiali dei culti e risalente alla V dinastia (2500-2350 a.C.).
SANTA BARBARA
Verosimilmente Santa Barbara nacque e visse ad Eliopoli tra il III ed il IV secolo. Non si conoscono con esattezza le coordinate cronologiche del suo supplizio, probabilmente ebbe luogo sotto il governo di uno dei seguenti imperatori: Massimino il Trace (Tracia, 173 pressappoco-Aquileia romana, 10 maggio 238 d.C.), Massimino Daia (Illiria, 285 più o meno-Tarso, agosto 313 d.C.) o Massimiano (Sirmio, 250 pressappoco-Massilia, luglio 310 d.C.[24]). Si racconta che un cristiano (Valentino) chiese in restituzione a Marziano la salma di Santa Barbara, che sotterrò rispettosamente in una località denominata Sole (verosimilmente Eliopoli), più precisamente in una minuscola casa dove si verificarono numerosi miracoli grazie all’intercessione della Santa. È assodato che le spoglie mortali restarono a Nicomedia[25] fino al IV secolo, periodo nel quale l’imperatore Giustino (Tauresio[26], 2 febbraio 450-Costantinopoli, 1° agosto 527 d.C.) le volle trasferire a Costantinopoli dove Leone, sul finire del IX secolo, costruì un edificio consacrato in cui si celebrava la liturgia cristiana e dove fu seppellita la salma della Santa.
EPOCA GRECO-ROMANA
Del centro urbano in questione parlano parecchi astronomi, geografi, storici, biografi, scrittori, filosofi, politici ed oratori dell’antichità come Claudio Tolomeo, Erodoto, Strabone, Diodoro Siculo, Plutarco, Diogene Laerzio, Giuseppe Flavio, Pomponio Mela, Cicerone, Plinio il vecchio e Tacito. Strabone[27] (Amasea, prima del 60 a.C.-Amasea?, fra il 21 ed il 24 d.C.), nel I secolo a.C., dice che gli edifici dedicati al culto delle divinità erano oramai poco frequentati ed il centro abitato pressoché senza abitanti. Nel corso della dominazione romana la località fece parte dapprima della provincia d’Egitto, in seguito, quando fu imperatore Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244[28]–Spalato, 313 d.C.[29]), fu inclusa nella provincia d’Egitto Erculeo ed alla fine, con la riforma di Teodosio I (Coca, 11 gennaio 347-Milano, 17 gennaio 395 d.C.), nella provincia chiamata Augustamnica. Vi furono suoi cittadini verosimilmente pure di origine arabica[30]. Diversi pilastri a pianta quadrata rastremati verso l’alto fino a terminare in una piccola piramide, presenti ad Eliopoli, furono portati in alcuni insediamenti abitativi del delta del Nilo ed un modesto numero arrivò sino a Roma.
PERIODO MODERNO
La nascita del Cairo, solamente 6 miglia a sud-ovest di Eliopoli, provocò il suo declino irreversibile e l’abbattimento di buona parte dei suoi edifici con il fine di ottenere materiali da costruzione. Al giorno d’oggi l’ubicazione di questo centro urbano di epoca remota viene indicata solo da un pilastro a pianta quadrata rastremato verso l’alto fino a terminare in una piccola piramide. Nel marzo del 2017 fu scoperta da diversi studiosi di archeologia una scultura di 8 metri di Ramses II[31] (1303-Pi-Ramses[32], luglio/agosto 1213 o 1212 a.C.[33]).
BIBLIOGRAFIA
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[1] Coincide con l’area settentrionale dell’Egitto, ovvero con la zona del delta del Nilo.
[2] Desroches Noblecourt, C. La regina misteriosa. Milano: Mondolibri, 2003, p. 25.
[3] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 127.
[4] Brier, B. L’omicidio di Tutankhamon. Milano: Mondolibri, 1999, p. 76.
[5] Epoca anteriore alla nascita dell’Entità politica sovrana ed unitaria egiziana.
[6] Barca, N. Sovrani predinastici egizi. Torino: Ananke, 2006, p. 13.
[7] Epoca dell’antico Egitto che inizia con la III e termina con la VI dinastia.
[8] CantÙ, G. I misteri delle piramidi: magia e segreti dell’Antico Egitto. Milano: Giovanni De Vecchi, 1998, pp. 201-203.
[9] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, pp. 467-469.
[10] Vi è nuovamente uno Stato unitario dopo la suddivisione dello stesso verificatasi per la fine improvvisa dell’antico regno. Include due dinastie di faraoni: l’XI e la XII.
[11] Grimal, N. Storia dell’antico Egitto. Bari: Laterza, 2011, pp. 598-599.
[12] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. op. cit., p. 470.
[13] Divinità creatrice raffigurata come il disco solare che scompare oltre l’orizzonte.
[14] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 15.
[15] Nove divinità protagoniste dei miti egizi che offrono una spiegazione della formazione dell’universo.
[16] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Il faraone eretico: Akhenaton; https://www.storiedistoria.com/2013/12/il-faraone-eretico-akhenaton/ [17 dicembre 2013].
[17] Per avere informazioni dettagliate su Akhetaton è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Akhetaton: lo splendore di Aton; https://www.storiedistoria.com/2014/05/akhetaton-lo-splendore-di-aton/ [13 maggio 2014].
[18] De Angelis, A.; Di lenardo, A. Exodus: dagli Hyksos a Mosè. Analisi storica sui due esodi biblici. Tivoli: Altera Veritas, 2016, p. 142.
[19] Edificio dedicato al culto del dio sincretico Serapide.
[20] Aa.Vv. Egitto: Storia e Mistero. Novara: De Agostini, 1999, pp. 287-291.
[21] Esteso luogo di sepoltura presente in Egitto, situato 30 km a mezzogiorno della metropoli del Cairo.
[22] Dio egizio.
[23] Cimmino, F. Vita quotidiana degli Egizi. Milano: Bompiani, 2003, p. 93.
[24] Barnes, T. The New Empire of Diocletian and Constantine. Cambridge: Harvard University Press, 1982, p. 32.
[25] Insediamento abitativo di un passato lontano dell’Anatolia (in greco antico Νικομήδεια, attualmente Izmit in Turchia).
[26] Ostrogorsky, G. Storia dell’impero bizantino. Torino: Einaudi, 1993, p. 60.
[27] Studioso di geografia ed autore di trattati storici.
[28] Barnes, T. The New Empire of Diocletian and Constantine. op. cit., pp. 30-46.
[29] Roberto, U. Diocleziano. Roma: Salerno, 2014, pp. 252-255.
[30] Plinio il Vecchio, VI, 34.
[31] Intini, E. La statua di Ramses II, sepolta nel fango, in «Focus.it» 10 marzo 2017.
[32] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Pi-Ramses: la città di Ramses; https://www.storiedistoria.com/2015/08/pi-ramses-la-citta-di-ramses/ [18 agosto 2015].
[33] Kitchen K. Il Faraone trionfante. Ramses II e il suo tempo. Bari: Laterza, 1994, pp. 290-291.