Franco Cimmino è venuto alla luce nella città di Cosenza. Laureatosi all’Università degli studi di Napoli, ha frequentato diversi corsi di specializzazione in Egittologia a Cambridge ed a Parigi. È socio della Société Francaise d’Egyptologie di Parigi, della Egypt Exploration Society di Londra, della Fondation Egyptologique Reine Elisabeth di Bruxelles e della Société d’Egyptologie di Ginevra. Ha dato alle stampe: Ramesses II il Grande, Vita quotidiana degli Egizi, Pahor l’egiziano, Hašepsowe e Tuthmosis III.
Di particolare importanza per una piena comprensione del volume Akhenaton e Nefertiti[1]: storia dell’eresia amarniana (pubblicato nel mese di aprile del 2002) risulta la prefazione. Nella stessa Franco Cimmino dichiara che: «è accaduto raramente che un periodo così breve di anni, come quello della cosiddetta “epoca eretica” in Egitto, abbia tanto interessato gli studiosi di una civiltà. Si può affermare che non c’è stato egittologo che non abbia affrontato il tema, ma si deve anche riconoscere che pochissimi hanno saputo trattare l’argomento con oggettivo distacco. … L’analisi coerente di un evento storico così anomalo per l’antico Egitto, e l’indagine su un protagonista così sconcertante, devono essere condotte, infatti, con grande cautela, soprattutto evitando la tentazione di usare formule di raccordo e paralleli con altre esperienze religiose e politiche di epoca antica o recente. I documenti coevi sono assai sfocati, perché oltre alle mutilazioni fortuite dovute al trascorrere dei secoli, ci furono quelle, a volte sistematiche e accurate, a volte brutali e disordinate, della damnatio memoriae, operate per cancellare il ricordo del faraone che aveva sfidato gli dei di Egitto. È possibile fare un analisi generale abbastanza documentata, ma i problemi particolari – storici, religiosi e umani – connessi al breve periodo amarniano possono ancora essere rimessi in discussione da nuovi ritrovamenti sempre possibili; da un esame sempre più approfondito e metodico delle testimonianze disponibili; da nuove interpretazioni degli specialisti su testi e immagini già noti e studiati.
Quanto conosciamo di Akhenaton[2], del suo regno, della sua vicenda umana e della rivoluzione religiosa che egli elaborò, ci permette di affrontare il tema con sufficiente coerenza, a patto di non voler ricercare a tutti i costi fatti non comprovabili e datazioni precise. … Nella storia dell’antico Egitto il cambiamento dei nomi era importante, perché aveva un preciso significato politico o religioso; per gli studiosi è sempre un elemento di grande interesse in quanto consente di porre i documenti disponibili in una collocazione cronologica abbastanza sicura; ma è un sistema da usare con cautela, perché spesso le iscrizioni con la prima versione del nome venivano erase e modificate con l’apposizione del nome successivamente adottato. Per quanto riguarda il regno di Akhenaton[3], è inattendibile anche il metodo di dare una sequenza cronologica ai monumenti secondo il numero delle principesse che vi sono raffigurate. … Un documento, inoltre, può essere interpretato in modo discorde dagli studiosi: la famosa scena della presentazione dei tributi dei paesi sottomessi, datata al 12° anno di regno, è stata vista da alcuni studiosi come la data dell’effettiva salita al trono di Akhenaton, e la fine della coreggenza. La disdicevole abitudine egiziana di sostituire i nomi sulle iscrizioni e la cancellazione e abrasione di nomi e di parte delle iscrizioni durante l’operazione della damnatio memoriae aggiungono dubbi alle già notevoli incertezze. Bisogna anche tenere presente che le tre tavole, di Abydos, di Saqqara e di Karnak, con le liste reali, avevano una precisa destinazione cerimoniale e che pertanto vennero esclusi, dall’elenco dei sovrani, i re “indegni” della XV, XVI e XVII dinastia e, per la XVIII dinastia, Akhenaton e i suoi immediati successori Smenkhkarē[4], Tutankhamūn[5] e Ay[6], considerati “eretici”. Purtroppo non c’è possibilità di stabilire con esattezza la successione cronologica di avvenimenti storicamente importantissimi dell’ultimo periodo del regno di Akhenaton; molto sovente dati oggettivamente precisi, che a un primo esame erano parsi probanti, si sono poi rivelati labili indizi.
Molti studiosi hanno dato, di uno stesso documento, interpretazioni spesso assai discordanti, per sostenere l’ipotesi da essi proposta del tema generale; è loro merito, peraltro, essere riusciti a non fare della storia romanzata, anche se qualcuno è andato pericolosamente vicino a tale rischio. Oltre ai testi egiziani ci si deve riferire a documenti mesopotamici, hittiti e palestinesi, per districarsi dal groviglio complicato delle relazioni politiche con regni, principati e città-stato dell’Asia Anteriore; e assai poco ci resta per tentare di ricostruire una linea politica interna, se pure ci fu. Tutta la documentazione epigrafica deve essere quindi sottoposta ad analisi attenta, perché in genere le iscrizioni reali egizie tacevano sugli insuccessi e sulle sconfitte dei sovrani; … si deve tenere in buon conto, inoltre, che la figura dei sovrani egizi, quale emerge dai documenti che essi hanno lasciato, è sempre unilaterale, non autentica e assai poco attendibile, e che per essere ricondotta a una certa coerenza storica è necessaria una paziente opera di confronto con altre fonti coeve straniere, con i documenti amministrativi degli archivi privati, e con l’epigrafia regia degli immediati successori, attraverso una difficile e non sempre possibile opera di confronto. Le iscrizioni e i rilievi del periodo eretico non fanno, in genere, eccezione: ci danno alcune indicazioni utili per l’indagine storica, ma da esse emerge soprattutto una personalità eccezionale, di grande carattere e di indiscussa levatura, che si distacca notevolmente da quelle di altri pur grandi sovrani della XVIII dinastia. Già da qualche tempo è iniziata un’opera di revisione delle vecchie posizioni: Akhenaton non fu il paladino di una lotta tra potere religioso e potere civile; l’eresia non fu il folle sogno di un “mistico ragazzo malato” e di un “cieco monolatra”, come scrisse il nostro Giulio Farina; … ed è da rivedere anche il parere di Leonard Woolley, che nel libro “Spadework” dice che Akhenaton era uno sperperatore stravagante e negligente, e un fallimento come uomo di stato. Altri studiosi videro in Akhenaton una sorta di “messia” ispirato, un pacifista ad oltranza, un profeta, un filosofo, un tiranno del pensiero, un precursore della “religione rivelata”; o, al contrario, un politico abile e opportunista che con machiavelliche manovre intese a stroncare il potere religioso e soprattutto economico del clero tebano di Amūn, per restaurare la supremazia assoluta della monarchia teocratica in Egitto. È francamente assurdo, oggi, voler etichettare un sovrano e un’epoca con tanta disinvoltura; e molti luoghi comuni dovrebbero essere riconsiderati. Voler cercare nella civiltà egiziana i rudimenti dell’umanesimo greco e poi latino è un tentativo sterile e un errore di prospettiva assai grave; una società, che non aveva contatti con la nostra, creò una forma di umanesimo, assai prima di noi, basato su presupposti completamente diversi dai nostri. Akhenaton non fu il precursore dell’idealismo e non fu il capo carismatico che tentò di promuovere l’uomo dal barbaro e oscuro mondo tribale a una sorta di illuminismo cosciente; non fu un rivoluzionario sotto il profilo politico e sociale, né può essere considerato l’antesignano di teorie internazionaliste o egualitarie di governo universale.
L’unica vera rivoluzione che attuò fu di accentuare, come mai era stato fatto prima, una dichiarata tendenza al monoteismo, anche questo, comunque, di natura assai diversa dal nostro concetto di termine. L’incredibile vicenda del riutilizzo dei blocchi dei monumenti di epoca eretica ha disperso in mille rivoli testimonianze importanti e questo fatto complica notevolmente ogni sforzo di indagine. … Questo libro non intende esporre una nuova teoria, ma solo riesaminare i dati certi, o assai probabilmente certi, al fine di tentare una sequenza attendibile di temi specifici che contribuiscano a far conoscere lo straordinario personaggio passato nella storia dell’antico Egitto come il “faraone eretico”, e gli avvenimenti del suo regno».
Si ritiene che quanto detto nella prefazione dall’autore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del saggio preso in esame. Di grande utilità sono le quindici illustrazioni, le numerose note a piè di pagina, la corposa bibliografia, le tavole cronologiche, l’indice dei nomi di persona e l’indice dei nomi di luogo ed etnici. Un’opera meritevole di notevole attenzione che si consiglia di leggere e regalare a coloro che sono interessati al faraone Akhenaton e all’eresia amarniana, oltre che più in generale alla storia e civiltà dell’Antico Egitto.
[1] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Nefertiti: «la bella è arrivata»; https://www.storiedistoria.com/2014/06/nefertiti-la-bella-e-arrivata/ [9 giugno 2014].
[2] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Il faraone eretico: Akhenaton; https://www.storiedistoria.com/2013/12/il-faraone-eretico-akhenaton/ [17 dicembre 2013].
[3] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: GIUSTINIANI, I. El faraón Akhenatón entre la historia y la imaginación, entre la ciencia y la fantasía. La Huella Digital; https://www.storiedistoria.com/2018/04/el-faraon-akhenaton-entre-la-historia-y-la-imaginacion-entre-la-ciencia-y-la-fantasia-giampiero-lovelli/ [22 aprile 2018].
[4] Per avere informazioni dettagliate su Smenkhkara è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Smenkhkara: il faraone poco conosciuto; https://www.storiedistoria.com/2016/03/smenkhkara-il-faraone-poco-conosciuto/ [I marzo 2016].
[5] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Tutankhamon: un faraone adolescente al centro di una questione dinastica; https://www.storiedistoria.com/2017/11/tutankhamon-un-faraone-adolescente-al-centro-di-una-questione-dinastica-franco-cimmino/ [27 novembre 2017].
[6] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Ay: il faraone successore di Tutankhamon; https://www.storiedistoria.com/2016/04/ay-il-faraone-successore-di-tutankhamon/ [19 aprile 2016].
Titolo: Akhenaton e Nefertiti storia dell’eresia amarniana
Autore: Franco Cimmino
Editore: Bompiani
Pagg. 440
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