Franco Cimmino è venuto alla luce nella città di Cosenza. Laureatosi all’Università degli studi di Napoli, ha frequentato diversi corsi di specializzazione in Egittologia a Cambridge ed a Parigi. È socio della Société Francaise d’Egyptologie di Parigi, della Egypt Exploration Society di Londra, della Fondation Egyptologique Reine Elisabeth di Bruxelles e della Société d’Egyptologie di Ginevra. Ha dato alle stampe: Ramesses II il Grande, Vita quotidiana degli Egizi, Pahor l’egiziano, Hašepsowe e Tuthmosis III, Akhenaton e Nefertiti: storia dell’eresia amarniana, Tutankhamon.
Di particolare importanza per una piena comprensione del volume Dizionario delle dinastie faraoniche (pubblicato nel mese di novembre del 2003) risulta la premessa. Nella stessa Franco Cimmino dichiara che: «è impossibile proporre una lista esatta e completa dei sovrani che regnarono nell’antico Egitto a causa della carenza delle fonti, della confusione che spesso regna nelle liste reali, delle ampie lacune nella documentazione esistente e dello stato dei monumenti sovente danneggiati in corrispondenza delle iscrizioni. Lo stesso problema si presenta per l’ordine di successione al trono, benché gli sforzi compiuti abbiano permesso agli studiosi di raggiungere una quasi unanimità di compilazione. È possibile dare indicazioni di massima sulla durata delle dinastie ma è molto più difficile ricavare date assolute in un sistema di misurazione dei tempi storici che gli antichi Egizi basavano sugli anni di regno, separatamente per ciascun sovrano; questo problema costringe lo storico a indicare date presunte che solo negli ultimi anni è stato possibile approssimare, per convenzione, nei diversi testi di studio. Utili, ma non definitive, le conclusioni contenute in J. von Beckerath, Chronologie des pharaonischen Ägypten. Die Zeitimmung der ägyptischer Geschichte von der Vorzeit bis 332 v. Chr., Mainz, 1997. Altra complicazione, oggi abbastanza attenuata ma sempre oggetto di controversie, è l’onomastica reale che sovente utilizza epiteti o nomignoli che non è sempre facile collegare ai nomi effettivi, soprattutto per le dinastie più antiche e per quelle sulle quali le fonti sono pressoché mute. Il testo di J. von Beckerath, Handbuck des ägyptischen Königsnamen, Mainz, 1999 costituisce un ottimo elemento di studio e tenta di porre ordine in questa spinosa questione. Dopo i primi dodici secoli di storia, a partire dalla XII dinastia, tali garbugli diventano meno intricati, ma i periodi di disordine amministrativo, di marasma sociale, di affievolimento dell’autorità centralizzata, di feudalesimo ostentato costituiscono ancora momenti oscuri e lacunosi; spesso per interi decenni si riesce a ricavare appena il nome dei sovrani.
Malgrado la storiografia comparata non sia stata quasi mai al centro dell’attenzione degli egittologi, esistono oggi interessanti opere di sintesi. In questo libro si è tentato di porre in sequenza, per ciascuna dinastia storica, il nome dei faraoni che hanno regnato; sono stati compresi nell’elenco anche quelli dei quali si potrebbe dubitare ma dei quali anche solo per un cartiglio, un titolo o un singolo documento talvolta indiretto è lecito pensare che abbiano regnato, sia pure per brevissimo tempo o in un territorio limitato, attribuendosi il titolo reale; quelli non riportati nelle liste canoniche ma i cui nomi appaiono sui monumenti o singoli reperti hanno avuto una cauta assegnazione, ove possibile, attraverso l’attribuzione dei ritrovamenti ai contesti archeologici e talvolta solo geografici. Di molti sovrani è stato possibile dare soltanto poche note assolutamente insufficienti. Per la trascrizione dei nomi è stato seguito quello comunemente accolto e di tutti si è cercato di indicare i nomi Horo, nesut-biti, e Figlio di Ra quali appaiono nelle liste reali, nel Papiro regio di Torino, e nelle opere degli epitomatori di Manetone[1], sovente oggetto di confusione. Per quanto possibile sono stati eliminati i segni diacritici ma, ove necessario, è stata indicata la pronuncia. Tra parentesi è stato indicato, qualche volta, il nome traslitterato, talvolta erroneamente, riportato su qualche testo; è doveroso affermare che l’arbitrarietà di certe trascrizioni e la molteplicità confusa dei nomi riportati nelle fonti canoniche utilizzate non inficiano l’identificazione storica dei sovrani.
Abbiamo elencato i nomi dei faraoni che regnarono in Egitto, da Meni, fondatore della I dinastia storica, a Cleopatra[2] (VII) ultima regina della famiglia macedone dei Tolomei, compresi quei sovrani stranieri (Hyksos[3], Libici, Nubiani e Persiani) che assunsero titoli e insegne propri della tradizione regale egiziana. Con la battaglia di Azio[4] e la vittoria definitiva di Ottaviano su Antonio e Cleopatra (VII) nel 31 a.C. può considerarsi conclusa la storia dell’Egitto. Da quel momento, infatti, il Paese entrò in un nuovo contesto storico che in poco più di sei secoli avrebbe stravolto l’antico assetto politico, religioso e sociale. Fino a Massimino Daia (305-313) gli imperatori romani adottarono alcuni titoli e insegne della tradizione faraonica benché l’Egitto non fosse una provincia senatoria amministrata dal Senato di Roma in nome del popolo romano; nel 27 a.C., infatti, Ottaviano ne aveva fatto una provincia imperiale, cioè proprietà della sua famiglia, governata da un prefetto di rango equestre in funzione di legato, ed erano di rango equestre i funzionari politici e quelli amministrativi e fiscali. Soltanto Adriano e i Severi vollero conoscere il Paese fino ai confini meridionali; altri si fermarono per breve tempo ad Alessandria, molti non visitarono mai il grande e ricco possedimento imperiale; peraltro ebbero tutti grande rispetto per la sua antica civiltà, e ne sono prova il risveglio delle arti e l’incremento dei testi sacri sotto gli Antonini; Claudio diede inizio ai lavori per la stupenda sala ipostila del tempio di Khnum a Esna che venne decorata sotto Domiziano, Traiano e Adriano; sono molti gli edifici sacri che recano testimonianza di interventi di ampliamento o restauro elencati nei cartigli imperiali da Augusto a Marco Aurelio, fino a quello di Decio a Esna del 250; l’ultima stele nota è l’epitaffio tombale di un toro sacro Bukis datata al 340 durante il regno di Costanzo II, figlio e successore di Costantino il Grande, che regnava a Costantinopoli. Nel 204 Diocleziano emise un editto in difesa del politeismo con specifica esaltazione del ruolo divino del faraone contro l’invadenza del cristianesimo copto. Quando, pochi anni dopo, lo stesso Diocleziano riformò l’organizzazione territoriale dell’Egitto, dividendolo in tre province, finì il dominio personale come formula di gestione ma rimase inalterata la proprietà, che venne appena giuridicamente modificata in epoca bizantina dal 324 fino alla comparsa di una malefica forma di feudalesimo locale che, anche per le durissime controversie in seno alla chiesa alessandrina, indebolì la già fragile struttura politica del Paese. Nel 616, durante la guerra contro l’imperatore Eraclio di Costantinopoli, il re persiano Cosroe invase per breve tempo l’Egitto. L’intero mondo medio – orientale, peraltro, stava ormai cambiando assetti ed equilibri per la rapida e fervida attività del nascente Islam e nel 639, durante il califfato di Omar, il generale ‘Amr ibn al-Ās invase l’Egitto e, dopo alterne vicende, si rese padrone dell’intero Paese nel 646».
Si ritiene che quanto detto nella premessa dall’autore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del saggio preso in esame. Di grande utilità sono le abbreviazioni bibliografiche, l’elenco cronologico delle dinastie e dei faraoni, l’indice dei faraoni, l’indice dei personaggi citati nel testo, l’indice dei nomi geografici ed etnici, l’indice delle divinità. Un’opera meritevole di notevole attenzione che si consiglia di leggere e regalare a coloro che sono interessati alla storia dell’Antico Egitto.
Titolo: Dizionario delle dinastie faraoniche
Autore: Franco Cimmino
Editore: Bompiani
Pagg. 521
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[1] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Manetone: ministro ufficiale del culto e storico dell’antico Egitto; https://www.storiedistoria.com/2017/04/manetone-ministro-ufficiale-del-culto-e-storico-dellantico-egitto/ [12 aprile 2017].
[2] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Cleopatra: l’ultima regina d’Egitto; https://www.storiedistoria.com/2014/01/cleopatra-lultima-regina-degitto/ [27 gennaio 2014].
[3] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Gli Hyksos; https://www.storiedistoria.com/2017/03/gli-hyksos/ [5 marzo 2017].
[4] Per avere informazioni dettagliate sulla battaglia di Azio è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. La battaglia di Azio (31 a.C.); https://www.storiedistoria.com/2017/03/la-battaglia-di-azio-31-a-c/ [24 marzo 2017].