Michel De Jaeghere (6 ottobre 1957), autore francese di trattati storici, per professione scrive sui quotidiani. Ha conseguito la laurea in Storia nel 1979 presso l’Università di Parigi – Sorbona ed ha frequentato e superato l’esame finale di due master (Diritto pubblico e Storia delle idee politiche). Ha fondato (2012) ed è il direttore del bimestrale Figaro Histoire.
Di particolare importanza per una piena comprensione dell’opera Gli ultimi giorni dell’impero romano (pubblicata in Italia nel mese di ottobre del 2016) è la presentazione della stessa da parte dell’editore. In questa si dice che: «senza dubbio il crollo della civiltà romana non ebbe né i tratti uniformi né la coloritura romantica con i quali è stato ammantato nella storiografia e nella letteratura, che si sono occupate per secoli di questo immane passaggio epocale. La scomparsa dell’Impero Romano d’Occidente fu il risultato di una invasione violenta del territorio entro il “limes” da parte di popoli che volevano appropriarsi della sua ricchezza senza adottare le sue regole sociali, politiche, giuridiche. Tale processo produsse un disastro di difficile paragone rispetto ad altri accaduti nella storia. Nel corso di una narrazione densa di drammaticità, senza risparmiarci sorprese di ogni tipo e con sfoggio leggero di una vastissima cultura in materia, Michel De Jaeghere mette in rilievo le grandi figure di Teodosio, Stilicone, Alarico, di Galla Placidia, Attila o di Ezio, e ricostruisce il secolo decisivo del passaggio tra l’irruzione dei Goti nel 376, e l’epilogo imperiale, cento anni dopo, di Romolo Augusto. Il libro descrive in un epico affresco la società e le istituzioni della tarda antichità romana, il processo di avvicinamento e di presa di possesso del territorio e del potere da parte dei barbari, ne analizza il lungo tramonto esaminando l’ascesa dei popoli germanici, senza trascurare gli aspetti salienti di storia militare, politica, economica che ridussero le autorità romane all’impotenza. Il testo, che corre su un doppio registro, riflette poi in particolare sulla grandezza e sui limiti della civiltà antica e sulle cause eterne del tracollo degli imperi. Un capolavoro da non perdere della storiografia contemporanea su un “topos” intramontabile del nostro passato»[1].
Si ritiene che quanto affermato nella presentazione dall’editore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del saggio preso in esame. Di grande utilità sono le 22 mappe a colori, le note a piè di pagina, la corposa bibliografia, l’indice dei nomi e l’appendice che approfondisce un tema trattato dall’autore nel testo. Un volume meritevole di notevole attenzione che si consiglia di leggere o regalare a coloro che sono interessati alla storia romana, in particolare alla tarda antichità.
[1] Forse non risulta espressa con chiarezza nella presentazione l’opinione di Michel De Jaeghere, secondo il quale la caduta dell’Impero Romano d’Occidente più che dall’irruzione ed occupazione di territori imperiali da parte di popoli germanici fu causata da una crisi interna (imposizione esagerata di imposte e corruzione, che con il passare del tempo agevolarono la nascita di governi dispotici ed una immigrazione che non si riuscì più a controllare).
Titolo: Gli ultimi giorni dell’impero romano
Autore: Michel De Jaeghere
Editore: Libreria Editrice Goriziana
Pagg. 623