I Papiri medici dell’antico Egitto risultano essere dei documenti (redatti su papiro) di un passato lontano del Paese delle Due Terre, che consentono di conoscere in maniera parziale la scienza egizia di epoca remota che si occupava delle malattie, della loro cura e prevenzione. I testi sopramenzionati danno informazioni su malanni, diagnosi e rispettive terapie, incluse cure costituite essenzialmente da piante medicinali, interventi manuali praticati all’interno o all’esterno del corpo umano e riti magici.
Si ritiene che ci fossero ulteriori papiri medici, ma un gran numero sono scomparsi a causa delle razzie nelle costruzioni di vario tipo dove venivano deposte le salme. Attualmente la più importante attività di ricerca sui papiri medici è stata effettuata dall’Università di Berlino ed è stata denominata Medizin der alten Ägypter (Medicina dell’antico Egitto).
La medicina di un passato lontano del Paese delle Due Terre consisteva specialmente in un miscuglio di incantesimi e cerimonie religiose[1]. Si pensava che i malanni, debellati grazie a talismani e riti magici, fossero provocati da condotte che denotavano avversione e diffidenza nei confronti di qualcuno. In un momento seguente i medici potevano consigliare delle cure se reputate indispensabili. Le informazioni su queste terapie mediche vennero successivamente scritte su fogli di papiro dai ministri ufficiali del culto di divinità pagane che le attuavano.
I PIÚ SIGNIFICATIVI PAPIRI MEDICI
PAPIRO KAHUN
Il papiro ginecologico di Kahun (all’incirca 1800 a.C.) risulta essere il più vecchio documento sanitario di cui si ha notizia. Venne ritrovato a El-Lahun da Flinders Petrie[2] (Charlton, 3 giugno 1853 – Gerusalemme, 28 luglio 1942) nel 1889[3], tradotto in primis da Francis Llewellyn Griffith nel 1893 e dato alle stampe con il seguente titolo: The Petrie Papyri: Hieratic Papyri from Kahun and Gurob. Il papiro ha 35 differenti paragrafi riguardanti la condizione psicofisica delle donne, come ad esempio i malanni relativi all’apparato genitale femminile, l’attitudine alla procreazione, la maternità, le informazioni e le pratiche anticoncezionali. Non parla di operazioni chirurgiche.
PAPIRO EDWIN SMITH
Il papiro Edwin Smith (pressappoco 1600 a.C.) è l’unica porzione salvatasi di un’opera egizia sulla chirurgia dei traumi[4]. Il papiro sopracitato è stato denominato in questo modo, poiché così si chiamava lo studioso americano (Bridgeport, 1822 – 1906) di archeologia che lo comprò nel 1862. È il più particolareggiato ed accurato dei testi medici fino ad oggi scoperti ed è pure il più vecchio che si interessi della branca della medicina che cura le patologie mediante interventi manuali, praticati all’interno o all’esterno del corpo umano. Redatto in ieratico[5], si crede che si fondi su volumi scritti alcuni secoli prima[6]. Il testo è costituito da 22 pagine. Sono presi in considerazione 48 esempi di trauma, ciascuno con un resoconto dell’esame obiettivo, della individuazione della patologia, della cura e della previsione circa il decorso e l’esito di una malattia. Una peculiarità significativa del documento è che palesa come gli antichi Egizi conoscessero molto bene il cuore, il fegato, la milza, i reni, l’uretere, l’apparato urinario e che i condotti dell’organismo umano in cui scorre il sangue fossero collegati al cuore.
PAPIRO EBERS
Pure il papiro Ebers venne comprato da Edwin Smith nel 1862. Denominato nel modo sopramenzionato poiché Georg Ebers[7] (Berlino, 1º marzo 1837 – Tutzing, 7 agosto 1898) lo comprò nel 1872. Datato intorno al 1500 a.C.[8], è formato da 110 pagine. Pertanto risulta essere il più esteso testo sanitario di cui si ha notizia. Questo documento si occupa di molteplici temi, fra i quali è opportuno ricordare la dermatologia, le malattie digestive e traumatiche, l’odontoiatria, la ginecologia e le cefalee (ampiamente diffuse nell’antico Egitto).
PAPIRO HEARST
Nel 1901 il papiro Hearst venne donato alla spedizione Hearst effettuata nel Paese delle Due Terre. È databile intorno al 2000 a.C., pure se vi sono dei sospetti che sia un falso. Rivolge la propria attenzione alla cura di malanni riguardanti il sistema urinario, il sangue, i peli della cute del capo ed i denti. È stato esaminato con molta attenzione e lungamente da quando fu editato nel 1905.
ULTERIORI PAPIRI MEDICI
Ulteriori papiri medici che è doveroso rammentare:
- Il papiro medico Chester Beatty – Chiamato in questa maniera poiché Alfred Chester Beatty regalò 19 papiri al British Museum. Le terapie riportate in questo documento sono strettamente connesse agli incantesimi e si interessano dello stato fisico, morale e psicologico del paziente colpito da mal di testa o da una infermità al colon-retto e ano;
- Il papiro medico di Londra – Custodito al British Museum, è stato probabilmente scritto durante il regno di Tutankhamon (1341 a.C. pressappoco – gennaio/febbraio 1323 a.C. più o meno). Benché sia in un cattivo stato di conservazione, le ricerche effettuate su di lui hanno consentito di comprendere che esamina dei riti magici[9] da usare per curare alcuni malanni;
- Il papiro Ramesseum – È costituito da 17 papiri recuperati nell’edificio funerario di Ramses II (1303 a.C. – Pi-Ramses, luglio/agosto 1213 o 1212 a.C.). Parla dell’organo della vista, dell’apparato genitale femminile, delle patologie del bambino e dell’adolescente, dei muscoli e dei tendini;
- Il papiro Carlsberg – È in possesso della Carlsberg Foundation. Si concentra sulle infermità dell’organo della vista[10] e sulla gestazione;
- Il Grande papiro di Berlino, conosciuto pure come papiro Brugsch – Trovato da Giuseppe Passalacqua, è formato da 24 pagine e presenta affinità con il papiro Ebers. Venne ceduto per denaro a Federico Guglielmo IV di Prussia (Berlino, 15 ottobre 1795 – Potsdam, 2 gennaio 1861) insieme ad altre cose nel 1827. Esposto attualmente nel museo di Berlino, venne tradotto in tedesco nel 1909; Il papiro di Berlino ed il papiro Ramesseum IV hanno la medesima storia del papiro ginecologico di Kahun e sovente hanno le medesime terapie o profilassi[11];
- Il papiro di Brooklyn – Occupandosi dei morsi dei rettili, il papiro di Brooklyn si concentra sulle cure mediche per mezzo di sostanze estremamente nocive per l’organismo umano estratte da rettili, scorpioni e tarantole. Al giorno d’oggi il testo sopracitato è conservato al Brooklyn Museum.
BIBLIOGRAFIA
- BRESCIANI, L’Antico Egitto, De Agostini, Novara 2000;
- CANTÚ, I misteri delle piramidi: magia e segreti dell’Antico Egitto, Giovanni De Vecchi, Milano 1998;
- CIMMINO, Vita quotidiana degli Egizi, Bompiani, Milano 2001;
- L. LEONE, Dottor Cheope, in «Focus Storia Collection», Mondadori Scienza, Milano 2016;
- K. NAUGLE, Worldview: The History of a Concept, William B. Eerdmans Publishing Company, Grand Rapids 2002;
- TESTA, Dei e semidei dell’antico Egitto, Harmakis, Montevarchi 2017;
- H. WILKINS, (1964-03), Neurosurgical Classic-XVII Edwin Smith Surgical Papyrus. Article reprinted with author permission from Journal of Neurosurgery, March 1964;
- WORTON – N. WILSON TAGOE, National Healths: Gender, Sexuality and Health in a Cross-Cultural Context, Routledge Cavendish, London 2004.
[1] Testa, P. Dei e semidei dell’antico Egitto. Montevarchi: Harmakis, 2017, p. 99.
[2] Studioso inglese di egittologia ed archeologia.
[3] Worton, M.; Wilson Tagoe, N. National Healths: Gender, Sexuality and Health in a Cross-Cultural Context. London: Routledge Cavendish, 2004, p. 192.
[4] Cimmino, F. Vita quotidiana degli Egizi. Milano: Bompiani, 2001, pp. 308-309.
[5] Scrittura dell’antico Egitto comunemente usata nella vita di tutti i giorni.
[6] Wilkins, R. H. (1964-03). Neurosurgical Classic-XVII Edwin Smith Surgical Papyrus. Article reprinted with author permission from Journal of Neurosurgery, March 1964, pp 240-244.
[7] Scrittore tedesco di romanzi e studioso di egittologia.
[8] Leone, M. L. Dottor Cheope, in «Focus Storia Collection» estate 2016, p. 64.
[9] Cantù, G. I misteri delle piramidi: magia e segreti dell’Antico Egitto. Milano: Giovanni De Vecchi, 1998, p. 72.
[10] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 210.
[11] Naugle, D. K. Worldview: The History of a Concept. Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 2002, p. 124.