Crocodilopoli[1] (qualche volta pure Crocodilopolis o Krokodilopolis, denominazione greco – latina) o Tolemaide Evergete o Arsinoe[2], era un centro urbano del Paese delle Due Terre, sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali del XXI nomo[3] (Sicomoro del Nord) dell’Alto Egitto[4]. Gli antichi Egizi la chiamavano Shedyet ed un racconto ricco di particolari favolosi e fantastici narra che sia stata fondata dal faraone Aha[5][6][7] (… – 3100 a.C.). Attualmente ha il nome di Fayyum[8].
VICENDE
Quando regnavano i monarchi egizi il centro abitato era dedito prevalentemente a venerare Sobek[9] (divinità coccodrillo). La devozione consisteva nel celebrare con cerimonie e festeggiamenti un coccodrillo sacro, denominato dai Greci Petsuchos, che era adornato con cerchietti di metallo pregiato alle orecchie e monili agli arti anteriori. Il rettile trascorreva la propria vita in un edificio particolare dedicato al suo culto, dotato di arena, un contenitore di acqua ed alimenti. Quando il coccodrillo cessava di vivere, un altro prendeva il suo posto. Per questa ragione gli Elleni denominarono l’insediamento abitativo Crocodilopoli, ovvero Città del Coccodrillo.
Quando furono i Tolomei[10] a governare il centro urbano, lo stesso assunse il nome di Tolemaide Evergete. In seguito, nel corso del III secolo a.C., il centro abitato venne ribattezzato Arsinoe da Tolomeo II Filadelfo (Coo, 308 a.C.[11] – gennaio 246 a.C.[12]) per omaggiare Arsinoe II (Menfi[13] o Alessandria d’Egitto, 316 a.C. pressappoco – Alessandria d’Egitto, luglio 268 a.C.), sua sorella e consorte[14]. In quel periodo storico l’insediamento abitativo si grecizzò con la costruzione di edifici ellenici, sia dedicati al culto di divinità pagane sia scolastici, ed accogliendo l’idioma proprio della Grecia antica. Tutto il territorio era conosciuto come il distretto Arsinoite o Sicomoro del Nord. Nel momento di maggiore splendore Arsinoe ebbe più di 100.000 residenti.
Nell’ultima fase del dominio romano sul Paese delle Due Terre, Arsinoe venne inserita nella provincia di Arcadia Aegypti[15], diventando sede vescovile della Chiesa cattolica ed importante località di vita cristiana sino al 642 d.C.[16], quando la chiesa copta si arrese e consegnò il centro urbano nelle mani del comandante arabo – musulmano Amr ibn al-As[17] (La Mecca, 573 d.C. – al-Fustat, 663 o 664 d.C.). Durante la dominazione araba il centro abitato prese il nome di Madīnet el Fayyum (Città del Fayyum).
Della Crocodilopoli di un passato lontano e delle costruzioni dedicate al culto di divinità pagane o abitate da famiglie aristocratiche non è rimasto quasi nulla, soltanto pochi ruderi (blocchi incisi con uno scalpello) nella zona settentrionale del Fayyum, in un luogo denominato Kiman Faris nel quale verosimilmente fu costruito l’edificio[18] dedicato al culto del dio Sobek.
BIBLIOGRAFIA
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[1] In greco antico Κροκοδείλων πόλις.
[2] In greco antico Ἀρσινόη.
[3] Questo vocabolo viene adoperato per indicare i distretti in cui era ripartito il Paese delle Due Terre.
[4] Corrisponde alla parte meridionale del Paese delle Due Terre, iniziando dalla prima cataratta del Nilo.
[5] Sovrano egizio della I dinastia.
[6] Bunson, M. Enciclopedia dell’antico Egitto. La Spezia: Fratelli Melita Editori, 1995, p. 67.
[7] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, pp. 32-33.
[8] Curto, S. Atlante di Archeologia. Torino: Utet, 1998, p. 316.
[9] Testa, P. Dei e semidei dell’antico Egitto. Montevarchi: Harmakis, 2017, pp. 107-108.
[10] Casato originario della Macedonia.
[11] Clayman, D.L. Berenice II and the Golden Age of Ptolemaic Egypt. Oxford: Oxford University Press, 2014, p. 67.
[12] Whitehorne, J. Cleopatras. London: Routledge, 2002, p. 204.
[13] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Menfi: famosa città dell’antico Egitto; http://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/ [2 luglio 2015].
[14] Aa.Vv. La Grande Storia. vol. IX. Milano: RBA ITALIA, 2016, p. 99.
[15] Aa.Vv. Atlante Storico. Milano: Rizzoli Larousse, 2004, p. 103.
[16] Ostrogorsky, G. Storia dell’impero bizantino. Torino: Einaudi, 1997, p. 101.
[17] Norwich, J.J. Bisanzio. Milano: Mondolibri, 2001, pp. 111-112.
[18] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 314.