Massimo Centini ha conseguito la laurea in Antropologia ed ha pubblicato diversi testi sulla storia delle religioni. Su questo argomento la casa editrice Ananke ha dato alle stampe due sue opere: Ponzio Pilato. L’uomo che uccise Gesù e Magi d’oriente. Alcuni suoi volumi sono stati tradotti in numerosi idiomi. Gian Luca Franchino ha editato parecchi articoli di carattere scientifico e libri, tra i quali è opportuno menzionare La tomba 55 nella Valle dei Re: analisi di un caso archeologico in Il potere del re, il predominio del dio (2005), Alla ricerca della tomba di Amenhotep I (2007), Impariamo i geroglifici? Piccolo manuale per giovani scribi (2008).
Di particolare importanza per una piena comprensione del testo Gesù e l’Egitto: percorsi insoliti tra egittologia e fede (pubblicato nel mese di ottobre del 2009) è sia l’introduzione degli autori che la presentazione dello stesso da parte dell’editore nella quarta di copertina. Nell’introduzione Massimo Centini e Gian Luca Franchino affermano che: «Questo non è un libro di esoterismo. Quindi sgombriamo subito il campo da false piste e ammiccamenti, in questo lavoro proponiamo la ricostruzione di una vicenda che, per quanto possibile, cercherà di essere razionale e riferita all’ambiente storico-geografico in cui la Sacra Famiglia visse l’esperienza della fuga in Egitto. Le nostre fonti si basano sui testi canonici e apocrifi, sulle testimonianze archeologiche e artistiche, naturalmente senza dimenticare l’eco dell’agiografia e della religiosità. Tutto un corpus di conoscenze che ci consente di riportare sul piano geografico e storico una vicenda tra le meno studiate dell’infanzia di Gesù: la fuga in Egitto. In quel viaggio sono comunque presenti importanti elementi simbolici e culturali che, anche a distanza di duemila anni, continuano ad essere oggetto di attenzione da parte degli studiosi e della devozione dei credenti. Come è noto, la cosiddetta fuga in Egitto costituisce un episodio riferito dal Vangelo di Matteo, da cui provengono alcuni fatti chiari e ben indicati: chi: Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù; cosa: fuggire al più presto dalla Giudea; perché: per sottrarsi ad Erode che voleva uccidere tutti i bambini sotto i due anni di età; dove: da Betlemme verso l’Egitto; quando: a seguito dell’avvertimento dell’angelo che comunicò in sogno a Giuseppe l’imminente strage degli innocenti. Alla morte di Erode (4 d.C.) l’angelo riapparve a Giuseppe riferendogli che poteva fare ritorno in Giudea; quindi la Sacra Famiglia rientrò in patria stabilendosi a Nazaret.
Queste tematiche rientrano all’interno delle problematiche che sorgono quando l’analisi esegetica si pone al cospetto dei cosiddetti anni oscuri di Gesù che, da sempre, hanno indotto gli studiosi a condurre indagini e ipotizzare ricostruzioni per fare un po’ di luce su questo momento particolarmente affascinante della biografia del Messia. Si rivelano indicative in questo senso le parole di Luigi Moraldi: L’infanzia di Gesù fu uguale a quella di tutti gli altri ragazzi della sua età nella realtà economico-sociale-politica della Palestina nei primi anni del dominio romano? Possiamo rispondere affermativamente e negativamente: dipende da come poniamo la domanda, e da come intendiamo l’uguaglianza, trattandosi dell’infanzia di un bambino, ed è ben noto che, entro certi limiti, sono gli anni che si riveleranno i più personali e formativi. L’infanzia di Gesù fu uguale a quella dei ragazzi coetanei? È una domanda che si potrebbe porre a un ipotetico cronista che, segretamente, l’abbia seguito in famiglia fuori per tanti anni: ma da lui non potremo mai ricevere una risposta oggettiva. Ci vuole altro[1]. Insomma entra in campo tutta una serie di questioni che si rastremano verso un’unica oggettiva constatazione: non abbiamo elementi certi per ricostruire quel viaggio in Egitto e la permanenza della Sacra Famiglia in quella terra, se facciamo solo riferimento alle fonti canoniche; avremo quindi bisogno di materiali provenienti da diversi ambiti per cercare così di ricostruire uno tra i periodi più misteriosi della vita di Cristo».
Invece nella presentazione del saggio da parte dell’editore il medesimo dichiara che: «Contesa tra storia delle religioni e tradizione devozionale di antichissima origine, la fuga in Egitto della Sacra Famiglia costituisce un piccolo mistero dell’infanzia di Gesù. Coniugando con la dovuta attenzione filologica le fonti evangeliche e apocrife, la storia e l’archeologia, l’arte e la religiosità, gli autori propongono un viaggio di grande fascino, spesso suggestivo, che coinvolge numerose località dell’Egitto in cui vi sarebbero le tracce del passaggio del Bambino e dei genitori. …».
Si ritiene che quanto detto sia nell’introduzione dagli autori sia nella presentazione dell’opera da parte dell’editore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del volume preso in esame. Di grande utilità sono le illustrazioni, le note a piè di pagina e la bibliografia. Un libro meritevole di attenzione che si consiglia di leggere e regalare a coloro che sono interessati ad avere maggiori informazioni, grazie ai testi canonici e apocrifi, alle testimonianze archeologiche e artistiche, sulla fuga nel Paese delle Due Terre della Sacra Famiglia.
[1] L. Moraldi, Nascita e infanzia di Gesù nei più antichi codici cristiani, Milano 1989, pag. 7.
Titolo: Gesù e l’Egitto: percorsi insoliti tra egittologia e fede
Autore: Massimo Centini e Gian Luca Franchino
Editore: Ananke Edizioni
Pagg. 175