Silvio Curto, venuto alla luce a Bra nel 1919, ha conseguito la laurea in Lettere nel 1941. Ispettore presso la Soprintendenza alle Antichità Egizie dal 1946 al 1964, successivamente Soprintendente fino al 1984; dal 1971 Dirigente Superiore al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Ha coordinato la Missione Archeologica del Museo Egizio di Torino in Nubia, con il compito di salvaguardare i suoi reperti archeologici. Nel corso di tale Missione ha preservato l’edificio dedicato al culto di Horus, costruito nel 1447 a.C. da Thutmosi III[1] nel centro abitato di Ellesija. Per riconoscenza l’Egitto regalò all’Italia l’edificio sopramenzionato, che venne portato al Museo Egizio di Torino. Ha fatto restaurare le stanze guariniane del Palazzo dell’Accademia delle Scienze, sede del Museo ed ha dotato il medesimo di una biblioteca egittologica. Ha insegnato Egittologia all’Università di Torino dal 1964 al 1989 e Storia della Scrittura presso il Politecnico di Torino dal 1964 al 1984. Ha dato alle stampe più di duecento libri.
Di particolare importanza per una piena comprensione del volume Umorismo e satira nell’Egitto Antico (editato nel mese di luglio del 2006) risulta l’introduzione. Nella stessa Silvio Curto afferma che: «Gli egiziani antichi inventarono parecchie cose importanti: la numerazione a base di 1, 10 e potenze di 10, la medicina puramente empirica, l’uguaglianza tra uomo e donna e nel corpo sociale, lo Stato a struttura ministeriale, l’anno solare con scansione aritmetica, l’alfabeto, il dio creatore dell’uomo e del mondo per la nostra felicità, non giudice arrogante – giudice dell’uomo è la sua coscienza. E ancora e pure notevoli, la fabbrica della carta-papiro, l’estrazione della fibra del lino e filatura e tessitura, e le tecniche per lavorare la pietra. Inventarono pure la bonomia (i loro testi morali condannano ripetutamente l’iroso) e insieme con essa l’umorismo, ossia quell’abilità che procede da un non prendere sé stessi troppo sul serio, per cogliere le lievi contraddizioni che continuamente increspano la realtà, quella nostra interiore come l’esterna – le grandi contraddizioni o contrasti sono invece argomento di tragedia. Nelle pagine che seguono descriveremo la molteplice presenza di tale umorismo sulle rive del Nilo, con alcuni chiarimenti di discorso inseriti nel testo, per chi ancora su quelle rive non abbia viaggiato».
Si ritiene che quanto detto nell’introduzione dall’autore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del testo preso in esame. Di grande utilità sono le numerose illustrazioni, le note a piè di pagina e la cronologia dell’Egitto antico. Un’opera meritevole di attenzione che si consiglia di leggere e/o regalare a coloro che sono interessati alla antica civiltà egizia ed in particolare ad alcuni suoi aspetti poco conosciuti se non dagli egittologi.
[1] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Thutmose III: il faraone successore di Hatshepsut; https://www.storiedistoria.com/2016/09/thutmose-iii-il-faraone-successore-di-hatshepsut/ [7 settembre 2016].
Titolo: Umorismo e satira nell’Egitto Antico
Autore: Silvio Curto
Editore: Ananke Edizioni
Pagg. 62