Presentazione del fantasy storico “Cavalier Hak”, una rivisitazione del Medioevo per capire le radici del nostro tempo.
Spiega l’autrice, Hagar Lane: Cavalier Hak è nato dal desiderio di capire perché l’epoca storica in cui viviamo viene chiamata “Nuovo Feudalesimo” e “Capitalesimo”, ma anche dal bisogno di vivere il mio personalissimo Medioevo, come prima di me ha fatto C. G. Jung nel suo “Il Libro Rosso”.
Ho voluto scrivere un libro che indicasse per ogni aspetto della vita, individuale e sociale, la via del centro, per me di massima saggezza: quella inclusiva di ogni diversità di cui la natura e la società si fanno belle, e non esclusiva nei confronti di nessuno.
Filosofia, Storia e Letteratura sono, forse, i più potenti strumenti che abbiamo a disposizione per conoscere noi stessi, l’umanità e la realtà in cui viviamo. Utilizziamoli per prendere coscienza dei cambiamenti da fare dentro di noi e nella società al fine di creare un mondo migliore e più bello per tutti.
TRAMA
Cavalier Hak è un fantasy storico, ambientato in parte nel Medioevo e in parte nel Rinascimento, dove fantasia, storia e realtà si intrecciano sapientemente.
Nel Libro Primo (La Nascita dei Draschi) i Regni, fatti di uomini liberi, spariscono uno dopo l’altro per lasciare il posto ai Draschi, fatti di padroni e schiavi. È Hak, un cavaliere errante donna, che prova a sconfiggere il male, lottando contro un Governatore del Regno dei Folli che vuol trasformare il suo Casato del Pellame in Drasco, certo che “possedere le persone” fosse l’unico modo possibile per arricchirsi velocemente senza render conto a nessuno.
Nel Libro Secondo (Sapere aude) Hak diventa Re del Drasco delle Scienze. Affiancata da una saggia strega di nome Mercuria e da quattro validi e fidati cavalieri, Hak trasforma il suo Drasco in un luogo senza caste e privilegi, dove si ama e si prega liberamente, si studia e si lavora con gioia, ridando lentamente vita al culto degli Dèi pagani. Questa volta lotterà contro i Giusti: il potente Organismo Religioso Sovranazionale a capo dei Draschi.
Da cavaliere come da Re, il viaggio di Hak è l’incessante ed eroico tentativo di spezzare con le proprie mani le maglie dell’inconscio collettivo, intriso di dolore per i pregiudizi e le ingiustizie sociali sedimentatesi nei secoli, ma c’è solo un modo per riuscire nell’impresa, ed è scritto in dei fogli di pergamena custoditi in un prezioso scrigno di faggio rosso.
ESTRATTO
Hak sentiva l’odore delle aringhe affumicate e dello stoccafisso unirsi a quelli della carne di pecora e di capra, e vedeva i banchi delle spezie fronteggiare coi loro colori quelli della frutta e verdura, il tutto intriso di birra a fiumi, vino, brusii, urla, risate e musica assordante che si scontrava in ogni dove. A fatica il cavaliere raggiunse la piazza in fondo a un vicolo stretto dove una compagnia teatrale stava finendo di allestire la scena per una rappresentazione sacra che avrebbe interpretato da lì a poco su un carretto. Accanto al carretto c’era un banditore panciuto e col borsello pesante attaccato alla cintola.
«UDITE, UDITE, popoli della valle. Per la prima volta i draschi ci hanno fatto l’onore della loro presenza. ANDATE! Andate e non esitate. TASTATE la robustezza del loro legname! SAGGIATE la prelibatezza dei loro formaggi ed estasiatevi alla vista della preziosità delle loro pelli» urlò l’uomo.
Il banditore aveva richiamato l’attenzione della gente con una campanella, e in molti, come Hak, gli avevano fatto cerchio attorno per ascoltarlo. Il cavaliere sorrise e riprese a camminare. Superò il settore dei manufatti alla ricerca di Marlem, ma anche delle bancarelle dei draschi, per valutare coi suoi occhi la finitura di quelle pelli decantate dal banditore “al suono di chissà quante monete d’oro”, pensò Hak. Quando vide in lontananza Marlem, nella mente di Hak sparì tutto quanto l’aveva infastidita: l’odore del pesce misto a quello della carne e il fracasso assordante della gente. Le pareva di vedere già i suoi occhi, e quel sorriso che considerava la mercanzia più rara che fosse stata esposta quel giorno alla fiera. Il cavaliere si mise in disparte ad ascoltare Marlem e la Regina dei Bambini concludere un affare.
«La carne che produciamo nel Regno delle Possibilità si chiama ormai carne dei bimbi» spiegò Marlem alla Reginetta Vicky, «perché resa morbida e saporita come si conviene ai figli dei nobili e al vostro popolo.»
«Marlem, mi fido di voi» tagliò corto la reginetta. «I nostri funzionari vadano dal banchiere. Al prezzo concordato acquisto la vostra carne per un intero anno. Voi razionerete le consegne, che avverranno ad ogni quarto di Luna.»
Concluso l’affare, Marlem e la Regina dei Bambini si voltarono verso Hak.
«Hak, venite! Sono contenta di vedervi. Conoscete la Reginetta Vicky?» la accolse sorridente Marlem.
Hak si avvicinò alla regina: una bambina alta poco più di un metro e avvolta da un enorme stuolo di paggi, paggetti e cavalieri ancora più minuti di lei. Quel giorno la regina indossava un abito così imponente e largo da crearle attorno un grande vuoto color turchese. Era sontuosa, amava atteggiarsi da adulta, ma Hak riconobbe nel suo sguardo fervido l’eleganza di chi è soprattutto un misto di bontà e intelligenza.
«Cavalier Hak!» rimarcò il rango di Hak la reginetta porgendole il dorso della mano.
Erano in un luogo aperto e la regina indossava i guanti: Hak era esentata dal farle il baciamano, ma si chinò ugualmente a sfiorarle il guanto con le labbra.
«Il cavaliere l’ho lasciato al castello, mia regina. Oggi indosso le vesti del popolo. Come avete riconosciuto il mio rango?» s’incuriosì Hak.
«Conosco ben più del vostro rango e del vostro modo di vestire, Cavalier Hak. Conosco le vostre battaglie al Casato del Legno e quelle ancor più valorose nel Regno delle Scienze. Il miei soldati amano parlare di voi la sera attorno al fuoco, e io vi indico sempre come un esempio di onestà e coraggio al quale possono riferirsi.»
«Mi imbarazzate» rispose a bassa voce Hak.
«Il mio regno è il più pacifico dei regni, lo sapete, ma i miei soldati fremono per dar battaglia. Desiderano mostrare a tutti il loro valore, la loro forza e il loro coraggio: tutte doti che voi possedete. Siete un cavaliere errante, perciò, se mai un giorno decideste di lasciare il Regno dei Folli, venite da me, Hak. Sarei felice di nominarvi comandante della guardia.»
«Grazie» chinò il capo Hak.
La regina stese il braccio e Hak le baciò la mano una seconda volta, poi la bimba salutò Marlem, si allargò bene il vestito e si diresse lenta verso il banco delle spezie seguita dal suo interminabile stuolo di paggi, paggetti e piccoli cavalieri.
L’AUTORE
Ingegnere Elettronico lodificato e Master in Business Strategy. Ha lavorato al CNR, per anni Consulente Tecnico per l’Ordine degli Ingegneri di Milano e Manager in multinazionali delle TLC e del settore Alimentare: IT Manager, Responsabile dell’Assistenza Tecnica ed EDP Manager. Specializzata in Business Process Reengineering e in progettazione di Basi Dati complesse per applicazioni industriali.
Idealista ed esperta di politica, portatrice sana di un gatto, Pante, e autrice di un romanzo fantasy-storico, Cavalier Hak, con prefazione di Diego Fusaro. Il suo motto è: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.
Contatti: Web/Blog: hagarlane.com; email: ha*******@gm***.com
Titolo: Cavalier Hak
Autore: Hagar Lane con Prefazione di Diego Fusaro
Editore: Selfpublishing
Pagg: 315
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