Sotirios Fotios Drokalos è venuto alla luce ad Atene nel 1981. Ha conseguito sia la laurea triennale in Scienze Giuridiche che quella magistrale in Relazioni Iinternazionali all’Università di Bologna. Ha dato alle stampe nel 2014 il seguente testo: Cristianesimo sanguinario. La devastazione del mondo greco-romano. Scrive articoli per pubblicazioni storiche periodiche e siti web che si occupano delle relazioni degli Stati con gli altri soggetti del diritto internazionale.
Di particolare importanza per una piena comprensione dell’opera Imperialismo romano: scelta di élite o di popolo? Espansione romana e teoria delle relazioni internazionali (editata nel mese di dicembre del 2015) risulta l’introduzione dell’autore. Nella stessa Sotirios Fotios Drokalos afferma che: «Nelle pagine seguenti viene presentato uno studio comparato di due casi decisivi nel percorso di Roma verso la costruzione di uno dei più grandi imperi della storia, e vengono individuati dei punti attinenti alla teoria delle relazioni internazionali e alla teoria politica in genere.
I due casi rivisitati sono le entrate in guerra di Roma contro Cartagine e la Macedonia, rispettivamente nel 264 e nel 200 a.C. In entrambi i casi la crescente potenza di Roma si trovò di fronte a un invito all’azione, una richiesta di intervento attivo, da parte di potenze minori – nel primo caso la città di Messina, nel secondo quelle di Rodi e Pergamo – facenti parte di sistemi internazionali non direttamente collegati ad essa e alla sua politica estera fino a quel punto storico, minacciate da grandi potenze dominanti nei rispettivi sistemi internazionali. In tutte e due le occasioni Roma decise infine di accettare l’invito ed entrare in guerra, ma soltanto a seguito di scontri politici e divisioni interne. Il punto su cui ci focalizziamo è una differenza cruciale fra i due processi interni, che gli specialisti della storia romana non hanno finora individuato e interpretato, né tanto meno ne hanno intravisto e compreso l’importanza per la teoria delle relazioni internazionali.
Questa differenza consiste nel fatto che mentre nel caso della guerra contro Cartagine a sostenere l’intervento fu soprattutto l’Assemblea del popolo superando l’esitazione del Senato, in quello della guerra contro la Macedonia accadde il contrario, quando fu l’aristocrazia senatoria a sostenere l’intervento e a convincere un’Assemblea inizialmente negativa verso l’azione.
Il presente saggio quindi cerca di presentare quanto gli eventi menzionati indichino a livello di teoria delle relazioni internazionali e inoltre di interpretare la differenziazione fra i due processi interni, e individuarne le cause. Non ha invece lo scopo di offrire delle spiegazioni e interpretazioni tendenzialmente complete e generali per quanto riguarda specificamente l’imperialismo e l’espansione romani, oppure trasmettere un’immagine dettagliata dei casi e periodi storici raccontati. Il nostro obiettivo è di accennare una contraddizione radicale e significativa della storia politica romana non individuata e commentata fino ad ora dagli storici e dagli scienziati politici, in base alla quale si possono dedurre delle conclusioni importanti per la disciplina delle relazioni internazionali, e particolarmente per quanto riguarda il dibattito teorico relativamente alle cause e alla natura della guerra e dell’imperialismo. Come argomenteremo più avanti, la comparazione dei due casi costituisce secondo noi un’ulteriore prova della validità delle teorie realiste strutturaliste, e della loro efficienza verso il compito di spiegare e interpretare in maniera soddisfacente i fenomeni della guerra e dell’imperialismo nella loro diacronia.
Per ognuno dei due casi storici vengono raccontati in sintesi il dilemma che Roma dovette affrontare, lo scenario internazionale strategico del periodo e l’evoluzione storica da cui esso era scaturito, e infine il processo interno per via del quale la Repubblica romana decise di intervenire militarmente. Dopo di che cerchiamo di interpretare le diversità fra i due processi interni e di estrarre delle conclusioni teoriche attinenti al fenomeno dell’imperialismo, e la capacità di un attore internazionale di rispondere con successo alle sfide emerse dalla struttura dei sistemi internazionali in cui agisce. Il tutto è preceduto da un riferimento ai metodi scientifici strutturalista e riduzionista, alle loro caratteristiche e punti di vista in materia di guerra e imperialismo: dal momento che il discorso storico in questo saggio si fa per l’estrazione di punti utili alla teoria, dunque c’è bisogno di una presentazione degli elementi di base di essa».
Si ritiene che quanto detto nell’introduzione dall’autore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del volume preso in esame. Di grande utilità sono l’indice cronologico, le due mappe a colori, le note a piè di pagina, la bibliografia e la lista degli imperatori romani. Un libro meritevole di attenzione che si consiglia di leggere e/o regalare a coloro che sono interessati alle teorie delle relazioni internazionali e alla storia dell’antica Roma.
Titolo: Imperialismo romano: scelta di élite o di popolo? Espansione romana e teoria delle relazioni internazionali
Autore: Sotirios Fotios Drokalos
Editore: Edizioni Saecula
Pagg. 47