L’editto di Serdica (o editto di Galerio) venne promulgato il 30 aprile del 311 d.C. a Serdica (nell’età presente Sofia) dal Primus Augustus Galerio (Serdica, 250 d.C. pressappoco – Serdica, 5 maggio 311 d.C.) a nome del consesso tetrarchico[1] che governava l’Impero romano. Con il medesimo il Cristianesimo riusciva a conquistare in modo implicito lo stato di religio licita, ossia culto[2] accettato e permesso dall’Impero[3]. È stato il primo editto che dimostrò indulgenza[4] verso i cristiani, essendo stato emesso due anni prima dell’editto di Milano[5].
VICENDE
Il 23 febbraio del 303[6] d.C. (il 1056 dalla fondazione di Roma), durante la festività dei Terminalia[7], l’imperatore romano Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244[8] d.C. – Spalato, 313[9] d.C.) promulgò, su iniziativa di Galerio, un editto che faceva oggetto di costanti vessazioni i cristiani. Esso stabiliva:
- La distruzione degli edifici consacrati al culto cristiano ed il bruciare i testi sacri;
- Il sequestro degli immobili ecclesiastici;
- La proibizione per i cristiani di intraprendere cause giudiziarie collettive;
- La decadenza da un pubblico ufficio e dai diritti particolarmente vantaggiosi accordati ai cristiani di elevata posizione sociale che non accettavano di ripudiare la loro fede;
- La restrizione della libertà personale consistente nella prigionia di diversi funzionari statali.
In quella fase storica Galerio aveva il titolo di Cesare, pertanto era subordinato all’Augusto (Diocleziano), ma destinato a succedergli. Il primo maggio del 305[10] d.C. Diocleziano rinunciò solennemente al potere sovrano. Galerio, divenuto Augusto, proseguì l’opera di persecuzione[11] in Oriente sino al 311 d.C., quando accordò ai cristiani il perdono, la libertà religiosa e, in modo implicito, lo stato di religio licita. Galerio cessò di vivere sei giorni più tardi.
DOCUMENTO
Emanato pure a nome degli altri appartenenti al consesso tetrarchico, l’editto pose fine alle vessazioni contro i cristiani[12]
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(Lattanzio, De mortibus persecutorum, I, 34, 1-5. – Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica, VIII, 17.)
BIBLIOGRAFIA AA.VV., La Grande Storia, RBA ITALIA, Milano 2016; AA.VV., Le grandi civiltà: Roma, GEDI Gruppo Editoriale, Roma 2019; C. BADEL – H. INGLEBERT, L’Impero Romano in 200 mappe, Leg, Gorizia 2015; T. D. BARNES, The New Empire of Diocletian and Constantine, Harvard University Press, Cambridge 1982; G. CLEMENTE, Guida alla storia romana, Arnoldo Mondadori, Milano 1985; L. DE GIOVANNI, L’imperatore Costantino e il mondo pagano, M. D’Auria, Napoli 2003; S.J. KOVALIOV, Storia di Roma, Pgreco, Roma 2011; A. MARCONE, Pagano e cristiano. Vita e mito di Costantino, Laterza, Roma-Bari 2002; S. MAZZARINO, L’Impero romano, Laterza, Roma-Bari 1984; J. MICHELET, Storia di Roma, RL Gruppo Editoriale, Santarcangelo di Romagna 2009; T. MOMMSEN, Storia di Roma antica, Sansoni, Milano 2001; U. ROBERTO, Diocleziano, Salerno Editrice, Roma 2014; F. SAMPOLI, Costantino il Grande e la sua dinastia, Newton & Campion, Roma 1955; A. SPINOSA, La grande storia di Roma, Arnoldo Mondadori, Milano 1998; A. ZIOLKOWSKI, Storia di Roma, Bruno Mondadori, Milano 2006.
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[1] Nell’antichità il governo che si esercitava sulla quarta parte di un regno.
[2] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 292.
[3] Marcone, A. Pagano e cristiano. Vita e mito di Costantino. Roma-Bari: Laterza, 2002, p. 57.
[4] Badel, C.; Inglebert, H. L’Impero Romano in 200 mappe. Gorizia: Leg, 2015, p. 209.
[5] Aa.Vv. Le grandi civiltà: Roma. vol. VII. Roma: GEDI Gruppo Editoriale, 2019, p. 98.
[6] Aa.Vv. La Grande Storia. vol. XV. Milano: RBA ITALIA, 2016, p. 32.
[7] Sampoli, F. Costantino il Grande e la sua dinastia. Roma: Newton & Campion, 1955, p. 52.
[8] Barnes, T. D. The New Empire of Diocletian and Constantine. Cambridge: Harvard University Press, 1982, pp. 30-46.
[9] Roberto, U. Diocleziano. Roma: Salerno Editrice, 2014, pp. 252-255.
[10] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 480.
[11] Michelet, J. Storia di Roma. Santarcangelo di Romagna: RL Gruppo Editoriale, 2009, p. 674.
[12] De Giovanni, L. L’imperatore Costantino e il mondo pagano. Napoli: M. D’Auria, 2003, p. 28.
[13] Si riferisce ai Dieci comandamenti.
[14] Allude a una circolare amministrativa, che tiene una efficacia giuridica inferiore a paragone di un editto.