Nel nome di Cesare – Andrea Oliviero


Andrea Oliverio affronta la sua seconda fatica letteraria dopo il romanzo d’esordio “L’inviato di Cesare”.

In questo secondo capitolo di quella che, pensiamo, diventerà una saga, ci troviamo nello stesso scenario del primo romanzo, in piena guerra civile tra Pompeo e Cesare nel 49 A. C. In particolare, “Nel nome di Cesare” racconta l’episodio dell’assedio di Massilia, un’antichissima colonia greca in Francia (l’antenata dell’attuale Marsiglia).

Massilia (o Massalia) era un’importantissima città del bacino del Mediterraneo occidentale sia perché si trovava in posizione favorevole per il passaggio verso la Hispania (Spagna) sia perché, pur essendo sottomessa a Roma, godeva ancora di una larga forma di autonomia e il suo appoggio poteva, pertanto, essere oggetto di trattative.

Giulio Cesare

Dopo la morte di Crasso e il conseguente scioglimento del triumvirato, il Senato di Roma, intimorito dai successi di Cesare in Gallia che, passando il Rubicone, si era ufficialmente dichiarato nemico della Res Publica romana, decide di appoggiare definitivamente il suo antagonista, Gneo Pompeo Magno, sperando in un alleato che possa arrestare la brama di potere dell’ex triumviro. Questi, però, con la scusa di dover reclutare nuovi milites e recuperare delle imbarcazioni, si rifugia prima a Brindisi e successivamente in Macedonia, inducendo il rivale a partire alla volta della Gallia per tentare di conquistare l’Hispania, governata da tre legati di Pompeo. I senatori decidono, pertanto, di inviare via mare il console Domizio Enobarbo a Massilia per ricordare ai massilioti i benefici ricevuti da Roma. La città ostenta nei confronti di Cesare una neutralità che tale non è, dato che non ha esitato ad accogliere la delegazione di Enobarbo, serrando le porte al conquistatore e cercando l’appoggio degli Albici, una popolazione barbara insediata sui vicini monti che dimora sotto la protezione di Massilia. Blindata la città, accumulate scorte di grano, organizzate le fabbriche di armi e riparate le mura e la flotta, i cittadini massilioti si preparano all’assedio. Cesare, che avrebbe preferito evitare lo scontro, si ritrova dunque davanti a un evidente rifiuto di supporto da parte della colonia. Inizia così un assedio che sarebbe durato alcuni mesi e che si sarebbe concluso con la resa di una città allo stremo delle forze.

 

Gneo Pompeo Magno

 

È in questo contesto storico che si innestano le vicende dei nostri personaggi: principalmente Lucio Servilio Verre, centurione fedele a Cesare già conosciuto ai tempi di Leptis Magna, che viene inviato a Massilia per guidare una delle legioni che hanno preso d’assedio le mura della città. La sua vicenda come milite cesariano si intreccia a quella personale di uomo innamorato alla ricerca del suo oggetto del desiderio: Letizia, una donna misteriosa conosciuta in Africa che ha conquistato il suo cuore. La sua indagine sembra all’inizio rivelarsi infruttuosa ma ben presto si intreccia con la trama del romanzo rivelando scenari inaspettati. Letizia, infatti, all’insaputa di Verre, gioca un ruolo chiave nelle vicende della guerra civile: in modo inaspettato per il centurione ma non per il lettore che sin da subito viene a conoscenza dei piani che muovono i personaggi fedeli a Pompeo e a Cesare. Ritroviamo, quindi, Marco Porcio Catone, “capelli spettinati e in disordine, molto ossuto e sudicio, tanto da emanare cattivo odore” che con livore cieco trama per privare Cesare del comando, insieme a un Cicerone sconfortato e addolorato che si interroga sull’effettiva efficacia del proprio operato nel cercare di evitare quella sanguinosa guerra civile.

 

Assedio di Massilia

 

A questi si affiancano altri variegati personaggi, storici o immaginari, appartenenti ora allo schieramento di Cesare, ora a quello del Senato, quali il centurione Decimo Rutilio Cinna, amico e compagno d’armi di Verre, il signifer Mario Valente, il centurione Rhodio, preparatore delle reclute, il già citato Enobarbo, i greci della città di Massilia, il sacerdote Caylum e i feroci Albici ma anche la dolce e determinata gallica Enid, tutti personaggi che in un modo o nell’altro incarnano i caratteri dell’epoca: l’onore, il cameratismo, la fedeltà, la gloria militare, la determinazione ma anche la ferocia, la crudeltà, il nepotismo, l’invidia, il tradimento e l’amore.

Punto di forza del romanzo è proprio la visione “dal basso” della storia, narrata dalle voci dei personaggi “minori” della vicenda: i militari, le donne, il popolo. Soprattutto le voci dei soldati, che nelle grandi campagne militari rimangono numeri con volti e vicende sconosciute, sono portate qui in primo piano ricostruendo con abilità usi, costumi e pensieri comuni alla gente del periodo. Altro valore aggiunto della narrazione è l’approfondita ricerca storica evidente nell’utilizzo dei termini specialistici delle tecniche di combattimento, nella nomenclatura degli attrezzi della vita di tutti i giorni, delle armi, delle macchine da guerra, descritte in maniera precisa e minuziosa, dell’abbigliamento e delle unità di misura. L’autore rivela la sua assoluta padronanza e conoscenza del periodo storico facendone partecipe il lettore, a volte, però, con un eccesso di tecnicismi che inficia la scorrevolezza del testo.

 

Assedio di Massilia, rappresentazione.

 

A questo si accompagna uno stile letterario ancora un po’ acerbo e un non ottimale approfondimento dei caratteri dei singoli personaggi, che appaiono leggermente stereotipati (il romano “forte” e “valoroso”, il gallo “selvaggio” e “primitivo” che indossa pelli di capra e un copricapo con le corna, quasi un richiamo in riscatto della figura barbina che spesso e volentieri fanno i romani nella celebre opera a fumetti di Goscinny e Uderzo, Asterix) e lo sviluppo appena abbozzato di alcuni episodi secondari, come le vicissitudini personali dei soldati o le storie romantiche che, pur innestandosi bene nel contesto, finiscono con l’essere per questo poco appetibili e superflue ai fini del narrato.

Molto apprezzabile è l’originalità della scelta del periodo storico che invoglia ad approfondire la tematica, così come è notevole il modo in cui è stato trattato il ruolo di Cesare: in confronto ad altri romanzi, anche più celebri, in cui la figura del condottiero viene posta in primo piano celebrandone solo le virtù, invece nel romanzo dell’Oliverio rimane ai margini della storia e viene descritto solo attraverso le voci e i pensieri dei suoi sottoposti o dei suoi nemici, facendone emergere una personalità contraddittoria, più verosimile perché più umana, e non sempre nel giusto.

In conclusione, un romanzo sicuramente consigliato a chi ama immergersi totalmente in uno scenario di battaglie e vicende militari.

 

Titolo: Nel nome di Cesare

Autore: Andrea Oliviero

Editore: Aporema Edizioni

Pagg. 404

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