I Santi Crisante (o Crisanzio, o Crisanto) e Daria, testimoni eroici della fede cristiana nel III secolo d.C., professata anche davanti alla morte, sono oggetto di devozione religiosa da parte della Chiesa cattolica e ortodossa. In origine i loro corpi vennero inumati nella catacomba di Trasone, situata sulla via Salaria[1] a Roma.
NARRAZIONE DELLA VITA

Stando a una passio tarda e favolosa Crisante era figlio dell’aristocratico alessandrino Polemio e aderì al cristianesimo a Roma grazie al sacerdote Carpoforo. Il genitore, desiderando che tornasse al paganesimo, gli mandò la splendida vestale[2] Daria, ma la stessa si convertì al cristianesimo e divenne la casta sposa di Crisante. I due convinsero parecchi romani (tra i quali si ricorda Claudio, Ilaria, Giasone e Mauro[3]) ad abbracciare la fede cristiana, fino a quando patirono la morte, mentre era imperatore Numeriano[4] (254 d.C. pressappoco – Nicomedia, novembre 284 d.C.), venendo sepolti vivi. Difatti le vestali non potevano essere uccise violentemente per non provocare l’ira delle divinità.
DEVOZIONE

Crisante e Daria vengono venerati sin dall’antichità. Sono nominati già nel martirologio geronomiano[5]. Papa Dámaso I (Roma o Guimarães, 305 d.C. più o meno – Roma, 11 dicembre 384 d.C.) volle abbellire il loro sepolcro e dedicò loro un breve componimento in versi. Gregorio di Tours[6] (Clermont-Ferrand, 538 d.C. pressappoco – Tours, 17 novembre 594 d.C.) li esaltò e lodò nel suo De gloria martyrum[7]. La loro sepoltura era nel coemeterium Thrasonis[8]. Attualmente le salme si trovano nella cappella sotterranea del duomo di Reggio Emilia, offerte in dono all’episcopo Adelardo dal sovrano Berengario II (900 d.C. più o meno – Bamberga, 6 luglio 966 d.C.) nel 946[9] d.C.
La Chiesa ortodossa festeggia i Santi Crisante e Daria il 19 marzo, mentre quella cattolica il 25 ottobre.
INDAGINE SCIENTIFICA SUI CADAVERI
Nel 2011 un esame approfondito sulle salme, condotto da diversi medici guidati da Ezio Fulcheri (paleopatologo dell’Università degli studi di Genova), ha mostrato la compatibilità dei corpi con quanto riferito dalla tradizione. La datazione al radiocarbonio evidenzia che le salme dei due giovinetti, un individuo fra i 17 e i 18 anni e una donna fra i 20 e i 25, risalgono ad un periodo che va dall’80 al 340 d.C. Nelle ossa è stata scoperta una notevole quantità di piombo, che rivela la loro appartenenza ai ceti abbienti (avevano acqua corrente nelle proprie abitazioni, cioè disponibile continuamente grazie a un sistema di condutture di piombo). Infine in nessuno dei cadaveri sono presenti segni di maltrattamento o infermità, perciò il motivo del decesso potrebbe essere dipeso dall’asfissia[10].

BIBLIOGRAFIA
- B. DE ROSSI, La Roma Sotterranea Cristiana, Forgotten Books, Londra 2019;
- MIGNE, Patrologia Latina.
SITOGRAFIA
La cattedrale di Reggio Emilia: http://www.reggioemilia.chiesacattolica.it/;
National Geographic Italia: http://www.nationalgeographic.it/.
[1] Strada consolare romana di epoca remota che congiungeva Roma con Porto d’Ascoli, località bagnata dal mare Adriatico.
[2] Ministra ufficiale del culto della divinità Vesta.
[3] Componenti di una medesima famiglia.
[4] Per la maggior parte degli studiosi Marco Aurelio Numeriano fu ammazzato dal padre della moglie e prefetto del pretorio Arrio Apro, ma per alcuni fu battuto, imprigionato e scuoiato dai Persiani.
[5] È il più remoto elenco sistematico dei martiri cristiani della Chiesa latina.
[6] Scrittore gallo-romano di cronache storiche e di vite dei santi. È stato anche episcopo di Tours.
[7] Migne, P. in Patrologia Latina. vol. LXXI, col. 739.
[8] De Rossi, G. B. La Roma Sotterranea Cristiana. vol. I. Londra: Forgotten Books, 2019, p. 176.
[9] http://www.reggioemilia.chiesacattolica.it/reggioemilia/allegati.
[10] http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2011/04/14/foto/csi_reliquie_il_mistero_dei_martiri-288829/1/#media.