La battaglia di Milano (260 d.C.)


Lo scontro armato di Milano[1] si svolse nella primavera del 260[2] d.C. in prossimità[3] di questo centro urbano fra gli Alemanni[4] e le truppe dell’imperatore romano Gallieno (218-Milano, 268 d.C.), che inflisse ai barbari una dura sconfitta, costringendoli ad una fuga disordinata e nella circostanza inaugurò a Milano[5] uno stabilimento statale dove si coniavano monete di metallo.

PRESUPPOSTI
Busto di Gallieno

L’imperatore Gallieno ed il suo genitore Valeriano (200 più o meno-Bishapur, successivamente al 260 d.C.) erano divenuti insieme sovrani. Al primo toccò l’Occidente, dovendo occuparsi della sua difesa dalle scorrerie dei popoli barbarici[6], al secondo la protezione del confine dai Sasanidi[7]. Pertanto Valeriano in Oriente si scontrò dapprima con i Goti[8] in Asia minore ed in seguito con l’esercito persiano di Sapore I[9] (Firuzabad, 215 pressappoco– Bishapur, maggio 270 d.C.) in Siria e Mesopotamia. Frattanto pure il confine danubiano era sotto pressione a causa dei ripetuti sconfinamenti[10] delle tribù barbare ed un nuovo usurpatore, Ingenuo[11], si dichiarò pubblicamente imperatore in Pannonia[12]. Nel 260 d.C. gli Agri Decumates[13] vennero lasciati al loro destino e non più difesi a beneficio delle genti sveve. Difatti fu Gallieno a stabilire di abbandonare e sgomberare definitivamente la regione ad oriente del Reno[14] e a settentrione del Danubio[15] a motivo delle continue irruzioni nelle province romane di popoli barbarici ed alla simultanea separazione della parte occidentale dell’impero, capeggiata dal governatore (Postumo[16]) della Germania superiore[17] ed inferiore[18]. In quel medesimo anno gli Alemanni, che avevano oltrepassato il confine retico ed attraversato il valico del Brennero[19], penetrarono sino in Italia[20] dove vennero affrontati dalle milizie di Gallieno vicino a Milano[21].

SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO ARMATO

Le unità militari che parteciparono alle operazioni furono verosimilmente otto (I Adiutrix, I Minervia, II Adiutrix, II Italica, legio II Parthica, VIII Augusta, XXII Primigenia e XXX Ulpia Victrix[22]), più o meno 30.000 soldati, a cui bisogna aggiungere all’incirca 30.000 ausiliari[23], per un totale di quasi 60.000 militi. Stando all’autore bizantino di trattati storici Giovanni Zonara gli Alemanni erano in numero superiore alle trecentomila unità, fra guerrieri e non[24]. Il combattimento fu sicuramente caratterizzato da notevole spargimento di sangue e parecchi barbari vennero uccisi[25]. Al vincitore Gallieno la popolazione di Milano costruì un arco di trionfo e dai reperti archeologici rinvenuti pare che in seguito a questi avvenimenti gli abitanti abbandonarono i rioni non protetti dalle strutture murarie difensive e di conseguenza si trasferirono dentro il centro abitato.

Milano – Resti del palazzo imperiale romano.
RIPERCUSSIONI

Grazie a questo successo militare Gallieno comprese come non fosse più possibile difendere nello stesso momento ogni provincia imperiale con armati acquartierati stabilmente vicino ai confini (chiamati infatti limitanei dal vocabolo latino limes). Per questa ragione Gallieno ufficializzò e perfezionò una prassi già ampiamente diffusa sul finire del II secolo d.C. durante il governo di Settimio Severo (Leptis Magna, 11 aprile 146-Eboracum, 4 febbraio 211 d.C.), che aveva fatto alloggiare la Legio II Parthica in caserme poco distanti da Roma. Difatti erano militari (denominati comitatenses[26]) in servizio non impiegati in battaglia, veloci ad intervenire dove fosse stato necessario.

Equites promoti

In base a quanto detto precedentemente Gallieno creò questa riserva di soldati, composta perlopiù da uomini a cavallo forniti di armatura di notevole peso (promoti, fra i quali si distinguevano gli equites Dalmatae, gli equites Mauri et Osroeni), dal momento che compivano un tragitto di una determinata lunghezza in un tempo minore rispetto ai fanti. Quando le popolazioni barbariche oltrepassavano i confini e penetravano in qualche provincia romana, i militi di riserva entravano in azione[27]. La località voluta da Gallieno come sede del nuovo reparto fu per l’appunto Milano, che si trovava alla medesima distanza da Roma e dai vicini confini settentrionali di Rezia[28] e Norico[29]. Era una decisione oramai inevitabile a causa dell’abbandono degli Agri Decumates fra il Reno ed il Danubio, che aveva comportato una maggiore vicinanza dei Germani all’Italia, centro dell’autorità imperiale.

BIBLIOGRAFIA

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[1] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 282.

[2] Zosimo, Storia nuova. I, 37.2.

[3] De Jaeghere, M. Gli ultimi giorni dell’impero romano. Gorizia: Leg, 2016, p. 54.

[4] In origine furono un’alleanza di raggruppamenti sociali autonomi germanici (Catti, Naristi, Ermunduri, Iutungi e Semnoni), con proprio ordinamento e proprio capo, stabilitisi intorno alla zona superiore del corso d’acqua denominato Meno.

[5] Watson, A. Aurelian and the Third Century. London & New York: Routledge, 1999, p. 220.

[6] Montanelli, I. Storia di Roma. Milano: RCS Libri, 1997, p. 375.

[7] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 329.

[8] Tribù germaniche orientali provenienti dall’isola di Gotland e dalla terra di Götaland in Svezia.

[9] Monarca sasanide dal 12 aprile del 241 d.C. al suo decesso.

[10] Aa.Vv. Atlante Storico. Milano: Rizzoli Larousse, 2004, p. 102.

[11] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 469.

[12] Provincia dell’impero romano che includeva la parte occidentale dell’odierna Ungheria, il Burgenland sino a Vienna, l’area settentrionale della Croazia ed una porzione della Slovenia.

[13] Territori della provincia romana della Germania superior.

[14] È, con 1.326 km, uno dei corsi d’acqua più estesi d’Europa.

[15] Con 2.860 km è il secondo fiume più esteso d’Europa.

[16] Grant, M. Gli imperatori romani, storia e segreti. Roma: Newton Compton, 1984, pp. 230-235.

[17] Provincia dell’impero romano che comprendeva ampie porzioni delle odierne Svizzera, Germania e Francia.

[18] Provincia dell’impero romano corrispondente agli odierni Paesi Bassi e Germania occidentale.

[19] Southern, P. The Roman Empire: from Severus to Constantine. London & New York: Routledge and Kegan Paul, 2001, pp. 212-213.

[20] Badel, C.; Inglebert, H. L’Impero Romano in 200 mappe. Gorizia: Leg, 2015, p. 197.

[21] Eutropio, Breviarium ab Urbe condita. IX, 8.

[22] Rodriquez Gonzalez, J. Historia de las legiones romanas. Madrid: Almena, 2003, p. 731.

[23] Le Bohec, Y. L’esercito romano. Roma: Carocci, 1992, pp. 34-45.

[24] Zonara, L’epitome delle storie. XII, 24.

[25] Zonara, L’epitome delle storie. XII, 25.

[26] Grant, M. Gli imperatori romani, storia e segreti. op. cit., p. 232.

[27] Mazzarino, S. L’impero romano. Bari: Laterza, 1973, pp. 551-552.

[28] Provincia dell’impero romano che comprendeva l’attuale Alto Adige, la Baviera meridionale, una porzione della Svizzera e dell’Austria occidentale.

[29] Provincia dell’impero romano corrispondente all’attuale Austria, ad una porzione dell’Ungheria, della Slovenia e dell’Italia.


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