La Pietra di Palermo


La Pietra di Palermo risulta essere una parte di una stele di diorite nera, di particolare rilevanza per la comprensione del periodo più remoto della storia dell’antico Egitto. Si trova custodita a Palermo (da cui quindi riceve l’appellativo odierno) presso il Museo archeologico regionale “Antonio Salinas”[1].

La Pietra di Palermo

La Pietra di Palermo (altezza 43 cm e larghezza 30,5 cm) è il più ampio frammento della lastra tra quelli rinvenuti e porta incisa su tutte e due le facce la lista dei sovrani del Paese delle Due Terre dalla I alla V dinastia, la denominazione delle loro genitrici e la misurazione annuale dell’aumento della portata del Nilo rispetto alla sua media, dovuta a piogge abbondanti. Menziona pure i numerosi atti con cui i faraoni cedevano gratuitamente terreni ed averi alle divinità Ra[2], Hathor[3] ed alle sconosciute Anime di Eliopoli[4][5]. Altre porzioni di dimensioni più contenute si possono ammirare presso il Museo Egizio del Cairo[6] e presso il Petrie Museum of Egyptian Archaeology di Londra. Purtroppo buona parte delle notizie riguardanti la I e la II dinastia sono andate smarrite.

VICENDE

Verosimilmente la stele è stata eretta mentre la V dinastia dirigeva ed amministrava l’Egitto (pressappoco fra il 2500 a.C. ed il 2350 a.C.[7], fase della storia egizia denominata Antico Regno[8]). La sistemazione originaria della lastra è ignota, ma si suppone che sia stata recuperata ad Eliopoli o tra i ruderi dell’edificio dedicato al culto di Ptah[9] a Menfi[10]. Si pensa che inizialmente potesse avere una lunghezza approssimativa di 2 metri ed una altezza di 60 centimetri. I nomi dei monarchi egizi citati e decifrati del Periodo predinastico[11] del Basso Egitto[12] sono: Seka, Tau (o Tiu), Thesh[13], Neheb, Uatchnar e Mekha[14].

Schema della stele degli Annali Reali contenente la Pietra di Palermo.

Come già esposto in precedenza, la Pietra di Palermo risulta essere una porzione di una voluminosa stele di diorite nera, sui cui lati venne inciso il resoconto di quasi 700 anni di storia dell’antico Egitto. La lastra venne divisa in svariate parti, alcune delle quali non sono state più ritrovate. La Pietra di Palermo, a partire dal 1877, è conservata al Museo archeologico regionale “Antonio Salinas” grazie alla donazione di Ferdinando Gaudiano[15] e la provenienza dell’oggetto preso in esame venne accertata dallo studioso di egittologia Johann Heinrich Schäfer (1810-1887).

Pietra di Palermo, frammento.

Nel 1903 vennero individuati tre frammenti di dimensioni modeste: uno, disgraziatamente, era stato utilizzato come fermaporta e la maggior parte di quanto era scritto su di esso divenne col tempo illeggibile, mentre il terzo venne recuperato in una località archeologica di Menfi. Nel 1914 Flinders Petrie[16] (1853-1942) comprò un quarto frammento sul mercato che commercia in oggetti antichi; il medesimo ora si trova presso il Petrie Museum of Egyptian Archaeology di Londra e fornisce notizie sui faraoni Khasekhemui (II dinastia) e Snefru (…-2609 a.C., IV dinastia). Nel 1963 un quinto frammento venne comprato sempre sul mercato che commercia in oggetti antichi ed è esposto attualmente presso il Museo Egizio del Cairo.

BIBLIOGRAFIA

  1. H. BREASTED, A History of Egypt, Charles Scribner’s Sons, New York 1909;
  2. CIMMINO, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, Milano 2003;
  3. DONADONI – AA.VV., Le grandi scoperte dell’archeologia, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1993;
  4. LOVELLI, (2 Luglio 2015). Menfi: famosa città dell’antico Egitto. Recuperato il 18 Ottobre 2018, da Storie di Storia: https://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/;
  5. LOVELLI, (25 Ottobre 2017). Eliopoli: la città del sole. Recuperato il 18 Ottobre 2018, da Storie di Storia:   https://www.storiedistoria.com/2017/10/eliopoli-la-citta-del-sole/;
  6. A. WALLIS BUDGE, Short History of the Egyptian People, Kessinger Publishing, Whitefish 2003.

[1] Il sopramenzionato museo ha una delle più cospicue collezioni archeologiche italiane.

[2] Dio del disco solare nella dodicesima ora del giorno.

[3] Dea della felicità, della passione, dell’armonia e perfezione formale.

[4] Donadoni, S.; Aa.Vv. Le grandi scoperte dell’archeologia. vol. I, Novara: Istituto Geografico De Agostini, 1993, p. 106.

[5] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Eliopoli: la città del sole; https://www.storiedistoria.com/2017/10/eliopoli-la-citta-del-sole/ [25 ottobre 2017].

[6] Denominato pure Museo di antichità egiziane (accoglie la migliore collezione archeologica dell’antico Egitto).

[7] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 88.

[8] Epoca dell’antico Egitto che va dalla terza alla sesta dinastia (2700 a.C.-2192 a.C. più o meno).

[9] Divinità dello scibile e della cultura.

[10] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Menfi: famosa città dell’antico Egitto; https://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/ [2 luglio 2015].

[11] Epoca che precedette la nascita del regno unificato egiziano (3900 a.C.-3060 a.C. all’incirca).

[12] Corrisponde all’area settentrionale del Paese delle Due Terre, ovvero alla zona del delta del Nilo.

[13] Breasted, J. H. A History of Egypt. New York: Charles Scribner’s Sons, 1909, p. 36.

[14] Wallis Budge, E. A. Short History of the Egyptian People. Whitefish: Kessinger Publishing, 2003.

[15] Donadoni, S.; Aa.Vv. Le grandi scoperte dell’archeologia. op. cit., p. 60.

[16] Studioso inglese di archeologia ed egittologia.


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