Il libro “Francesco e Isabella. L’età d’oro dei Gonzaga” di Luca Sarzi Amadè (Editori Laterza) svela i retroscena della corte di Mantova nel drammatico passaggio dall’età delle Signorie alla dominazione straniera.
Molti luoghi comuni tuttora imperanti su Francesco II e Isabella d’Este sono così superati, e la magia della corte virgiliana viene restituita attraverso un nuovo racconto, rigorosamente documentato. Emerge così la sua importanza nella diffusione delle arti e dei saperi in Europa. L’intervista, a cura di Giovanni Paolo Fontana, è andata in onda il 9 dicembre 2023 sul canale Rai Storia, nella trasmissione “Scritto, letto, detto”.

In questa intervista esclusiva, Luca Sarzi Amadè ci guida alla scoperta della dinastia dei Gonzaga, con un focus particolare sul periodo d’oro rappresentato dalla coppia Francesco II e Isabella d’Este. Attraverso il suo libro “Francesco e Isabella. L’età d’oro dei Gonzaga” (Editori Laterza), Luca ci offre una nuova chiave di lettura per comprendere l’importanza storica, culturale e artistica di Mantova e della sua famiglia regnante, andando oltre i luoghi comuni e valorizzando aspetti poco noti ma fondamentali di questa straordinaria epoca.
La dinastia Gonzaga: molto più di Mantova
Qual è il messaggio principale che vuole trasmettere riguardo ai Gonzaga e al loro ruolo territoriale?
Luca Sarzi Amadè spiega che spesso si tende a pensare ai Gonzaga come a una famiglia limitata al territorio di Mantova, quasi come se fossero confinati a quella sola area. In realtà, i Gonzaga rappresentano molto di più, con un respiro storico e politico molto più ampio. Non solo hanno governato Mantova, ma hanno avuto un ruolo di rilievo che li ha portati a fornire due imperatrici, vari viceré, arcivescovi, vescovi e persino un santo molto importante: San Luigi Gonzaga.
Quali stereotipi storici ha cercato di combattere nel suo libro?
Uno degli stereotipi più diffusi riguarda la figura di Isabella d’Este, spesso idealizzata come l’unica protagonista della corte mantovana. Luca sottolinea che gli ambienti del Palazzo Ducale che oggi si visitano sono in realtà ricostruzioni parziali, con testi originali ma alterati rispetto all’epoca di Isabella. Inoltre, Isabella e Francesco non vivevano soltanto a Mantova, ma avevano una sorta di “reggia diffusa” nel territorio, includendo luoghi come Goito e Marmirolo.
A Marmirolo, ad esempio, sorgeva un grande castello medievale e tre palazzi rinascimentali, oggi purtroppo scomparsi, dove ospitarono re, imperatori e custodirono opere d’arte che hanno segnato la storia. Questi luoghi sono ormai quasi dimenticati, non restando neppure traccia materiale o memoria viva, ma sono stati fondamentali per comprendere la portata del potere e della cultura dei Gonzaga.
Un racconto di una dinastia e del suo tempo
Come si colloca il suo libro nel contesto storico del Rinascimento e del passaggio alle dominazioni straniere?
Il libro non è una biografia tradizionale, ma un racconto che vuole far capire cosa rappresentavano Mantova e i Gonzaga in quel periodo cruciale di passaggio tra il Rinascimento e l’invasione dei grandi eserciti nazionali in Italia. Luca descrive un’epoca in cui, mentre il ducato di Milano veniva travolto e il sistema delle signorie crollava, Mantova riusciva quasi miracolosamente a mantenere la sua indipendenza grazie all’abilità diplomatica e militare di Francesco II e Isabella d’Este.
Questa coppia dettò moda e stile in Europa, influenzando non solo il comportamento e l’abbigliamento (come la diffusione della barba tra gli uomini), ma anche il mondo della musica e delle arti, diventando un esempio per l’intero continente.

Francesco e Isabella: i protagonisti di un’età d’oro
Qual è stato il contributo di Francesco Gonzaga, spesso sottovalutato rispetto a Isabella?
Spesso Francesco II è stato descritto come un personaggio rozzo, ignorante e sleale, ma Luca vuole restituirgli il giusto riconoscimento. Francesco fu un grande mecenate, particolarmente attivo nel campo del teatro, della musica e delle arti. A Mantova realizzò il Palazzo San Sebastiano, che ospitava una galleria d’arte che divenne modello per molte altre costruzioni, comprese quelle di papi e sovrani europei.
Il suo gusto artistico si manifestava anche nella “Camera dei Cavalli” a Marmirolo, dove fece dipingere a grandezza naturale i suoi cavalli, selezionando una razza che si ritiene abbia dato origine al puro sangue inglese. Questi ritratti di cavalli erano esposti come veri e propri membri della famiglia, accanto ai buffoni prediletti della corte, mostrando un lato originale e umano del principe.
Quale ruolo aveva la musica nella corte e nelle battaglie?
La musica aveva un’importanza fondamentale, non solo come intrattenimento nelle serate di corte, ma anche durante le guerre. Francesco spingeva per la musica sacra, mentre Isabella preferiva la musica profana, creando così un equilibrio culturale nella loro vita. La musica serviva a distrarre, rallegrare e motivare i soldati, oltre a comunicare messaggi segreti in codice, per esempio attraverso i trombettieri, il cui ruolo è stato rivalutato nel racconto di Luca.

Curiosità e aspetti meno noti della corte Gonzaga
Quali furono le conseguenze della sifilide nella famiglia Gonzaga?
Un aspetto tragico e poco raccontato riguarda la diffusione della sifilide, allora chiamata “mal francese” o “mal napoletano”. Francesco II ne fu colpito, così come altri membri della famiglia. Questa malattia, esplosa in quel periodo, rappresentò una piaga senza rimedio, contagiosa anche tra le corti reali europee, causando molte morti e sofferenze.
Ci sono altri aspetti curiosi legati a Francesco II?
Francesco aveva una passione per i turbanti orientali e gli abiti tipici del mondo musulmano, un fatto significativo considerando il clima di ostilità e le crociate che ancora segnavano quel periodo. Nonostante lo spirito di crociata, egli cercò di emulare e instaurare rapporti con l’Oriente musulmano, favorendo un incontro culturale che portò frutti anche nell’arte. Questo aspetto è spesso sottovalutato ma rappresenta una delle caratteristiche più interessanti della sua figura.
Qual è il significato del kakatoa nella Pala della Vittoria di Mantegna?
Un dettaglio affascinante presente nella celebre Pala della Vittoria è la presenza di un kakatoa, un pappagallo originario dell’Australia, un continente allora ancora sconosciuto secondo la storia ufficiale. Luca suggerisce che questo animale fosse un dono portato da diplomatici provenienti da lontano, simbolo delle connessioni internazionali e dell’apertura culturale che la corte Gonzaga aveva saputo creare.
Un nuovo sguardo sulla corte dei Gonzaga
Luca Sarzi Amadè con il suo libro ha voluto aprire le finestre della storia, proprio come la celebre “Camera degli Sposi” che, con il suo soffitto affrescato, fa intravedere un cielo infinito. Le figure affrescate sembrano ancora oggi parlare della grandezza, della complessità e della magia della corte Gonzaga, un luogo di cultura, potere e innovazione che ha lasciato un segno indelebile nella storia europea.
Questa intervista ci ha permesso di scoprire non solo i protagonisti, ma anche i dettagli meno noti e i retroscena di un’epoca che merita di essere raccontata con rigore e passione, come ha fatto Luca Sarzi Amadè.
Per chi desiderasse approfondire, il libro “Francesco e Isabella. L’età d’oro dei Gonzaga” è uno strumento prezioso per immergersi in una storia affascinante che continua a influenzare la cultura e l’arte europea.