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Palazzo di Teodorico – Ravenna |
Procopio e Cassiodoro, che svolse funzioni di una certa responsabilità nel regno ostrogoto, affermarono che la regina amasse fortemente la civiltà romana e parlasse in maniera fluente il greco ed il latino. Amalasunta preferì che il figlio avesse una formazione culturale più vicina al complesso dei valori e modelli trasmessi dai Romani piuttosto che a quelli tramandati dai Goti. Si adoperò perché vi fossero discrete relazioni fra Romani, Bizantini e Goti, rendendo alla prole di Boezio e Simmaco gli averi oramai da qualche tempo sequestrati. Sostenne la designazione di uomini, ai più importanti incarichi del regno, che svolsero e seguirono una linea politica lontana da estremismi. Scelse il goto Tuluin come generale delle forze armate nominandolo «patricius praesentalis», con la possibilità che occupasse un posto in Senato e divenisse cittadino romano. Si batté fortemente contro l’avidità e la propensione a compiere azioni illecite o immorali da parte di diversi funzionari pubblici.
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Testa di Amalasunta – Musei Capitolini |
Conferendo a Romani e Goti romanizzati le più alte mansioni dello Stato, a cui aggiunse una sua totale indifferenza per gli avvenimenti del popolo visigoto che era da sempre alleato ed in una situazione difficile a causa dell’ampliamento del regno dei Franchi, perse la benevolenza di alcuni settori dell’aristocrazia gota. Questi riuscirono a toglierle la potestà di trasmissione dei valori morali e culturali al figlio Atalarico, per far sì che il futuro monarca dirigesse ed amministrasse lo Stato conformemente al complesso dei valori e modelli trasmessi dagli avi. La reazione di Amalasunta consistette nell’esiliare e far uccidere tre aristocratici ritenuti colpevoli di minacciare la sua autorità e nella medesima situazione prese contatti con l’imperatore Giustiniano I il Grande affinché potesse rifugiarsi a Costantinopoli portando con sé una ingente quantità di denaro, oro, pietre e altri oggetti preziosi del valore, stando a Procopio, di ben 2.880.000 solidi d’oro.
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Teodora |
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Atalarico e Amalasunta, anno 530 |
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Amalasunta – Storer Johann Christophorus |
Molto probabilmente il 30 aprile 535 sull’isola Martana, nel locale in cui erano installati i servizi igienici, la regina degli Ostrogoti venne strangolata da parte di coloro che erano in rapporto di parentela – di sangue o acquisita – con quei Goti che lei stessa aveva disposto di ammazzare tempo addietro. L’omicidio provocò dappertutto scalpore e una forte sensazione di ribrezzo a motivo della ferocia con il quale era stato commesso e dell’assenza di adeguate ragioni che lo giustificassero. Ben presto sull’avvenimento delittuoso scese un clima di totale segretezza. La conoscenza dell’episodio criminoso si seppe in poco tempo a Costantinopoli, mettendo in apprensione Giustiniano che intravedeva in quell’efferato assassinio il desiderio dei Goti di opporsi in modo definitivo all’Impero romano d’Oriente. Giustiniano poté dichiarare guerra agli Ostrogoti per riconquistare l’Italia e annetterla all’impero, dando inizio alla guerra gotica durata ben diciotto anni, con la motivazione, peraltro non vera, di non poter lasciare impunita l’uccisione della bella «Amalaswintha».
In conclusione si può ritenere che la figlia di Teodorico subì una mancanza di comprensione e riconoscenza, ma al contrario un sentimento di avversione, non solo dalla sua gente ma anche da parte del cugino Teodato, che avrebbe invece dovuto esserle riconoscente per aver ricevuto la corona reale che altrimentinon sarebbe mai stato in grado di ottenere. Tentò con grande dedizione di proseguire il progetto politico e religioso di devozione a Dio del padre, poi nel provare affetto e considerazione per il Senato e il popolo romano e infine nel mantenere la concordia e l’intesa politico-militare con l’imperatore bizantino.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Cassiodoro. Dalla corte di Ravenna al Vivarium di Squillace, Rubbettino editore, Soveria Mannelli 1993;
P.M. GIUSTESCHI CONTI, La regina nell’alto Medioevo, Edizioni Dupress, Roma 1997;
P. PORENA, L’insediamento degli ostrogoti in Italia, L’Erma di Bretschneider editore, Roma 2012;
M. ROUCHE, Storia dell’alto Medioevo, Editoriale Jaca Book, Milano 1993;
V.A. SIRAGO, Amalasunta la regina, Editoriale Jaca Book, Milano 1999.
Molto interessante …..grazie Isabel , una donna ed una regina poco conosciuta dalla grande storia …ma pur sempre un periodo affascinante .
Ultimo Sole
Grazie a te, Ultimo Sole, e al nostro Giampiero che mette in luce anche questi personaggi meno conosciuti.
Grazie. Meriterebbe, sì, di essere conosciuta di più.