Menfi : famosa città dell’antico Egitto

 

Menfi (dagli antichi Egizi denominata Men-Nefer, dai Greci e dai Romani Memphis, dagli Arabi Mit Rahina) divenne la sede degli organismi legislativi ed amministrativi centrali del primo distretto (Aneb-Hetch) del Basso Egitto e dell’intero Paese delle due terre durante l’Antico Regno (epoca storica dell’antico Egitto che va, a titolo orientativo, dal 2700 a.C. al 2200 a.C.). Sorge approssimativamente a 19 Km, a mezzogiorno, dal centro abitato del Cairo, sulla riva occidentale del fiume Nilo.

 

Menfi: sfinge di alabastro

Per l’autore greco di trattati storici Erodoto, Menfi sarebbe stata fondata per volontà del mitico faraone Narmer, che ridusse ad unità i due stati dell’antico Egitto (Basso Egitto ed Alto Egitto), dando origine alla I dinastia thinita. Però, dal momento che la lista dei re di Saqqara (luogo di sepoltura dei defunti, cosparso di tombe e monumenti sepolcrali, a 30 Km, a mezzogiorno, dalla metropoli del Cairo) cita come primo monarca del Paese delle due terre Merbiapen, ciò ha indotto a presumere che sia stato costui a dar vita alla città, la cui denominazione originariamente era quella di Muro Bianco.

Durante la VI dinastia (2350 a.C. – 2190 a.C.) Menfi si distinse particolarmente per la sua importanza, ricchezza e bellezza. Il suo nome, che significa Splendido Monumento, venne attribuito in un primo momento all’edificio di forma piramidale di Pepi I (2330 – 2280 a.C., faraone egizio della VI dinastia) a Saqqara. Solamente dalla XVIII dinastia l’espressione passò ad indicare il centro abitato. Il dio di maggiore rilevanza della città fu Ptah (divinità del sapere e della conoscenza), che sostituì nel corso della III dinastia gli dei di un passato lontano Sokar e Tatenen (che vuol dire Energia generata prima della Creazione). Dall’edificio di maggior valore dedicato al culto di Ptah (La casa del Ka di Ptah) è scaturito l’appellativo greco Aegyptos, dal quale si è formato il vocabolo italiano Egitto.

 

Rovine del tempio di Hathor di Menfi
 
Quando prima Tebe e poi Lisht presero il posto di Menfi come sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali dello stato egiziano nel corso del Medio Regno, la stessa conobbe un periodo di declino. Durante il Nuovo Regno il faraone eretico Akhenaton volle far edificare nella città diversi templi dedicati al dio Aton. Nel corso del Terzo Periodo Intermedio (1078 – 715 a.C.) il centro abitato fu devastato dalle forze armate terrestri del monarca etiope Piankhy e dalla seguente occupazione assira. Ritornò ai suoi antichi splendori già durante il periodo saitico (672 – 525 a.C., prende il nome dalla località egizia Zau, in greco antico Sais) e soprattutto con la conquista persiana del Paese delle due terre, divenendo la capitale della satrapia (circoscrizione amministrativa dell’impero persiano. Dal latino satrapīa e dal greco antico satrapeía). Dal momento in cui (331 a.C.) sul Delta Alessandro Magno fondò una città che prese il suo nome (Alessandria), Menfi perse notevolmente prosperità e potenza, cadendo nell’oblio. 
 
 
 

BIBLIOGRAFIA
E. BRESCIANI, Grande Enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, De Agostini, Novara 1998;
F. CIMMINO, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, Milano 2003;
N. GRIMAL, Storia dell’Antico Egitto, Laterza, Bari 2007;
H. SCHLOGL, L’Antico Egitto, Il Mulino, Bologna 2005;
T. WILKINSON, L’Antico Egitto. Storia di un impero millenario, Einaudi, Torino 2012.

 

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