Facciamo una passeggiata nel passato, all’epoca di Giustiniano e all’incirca intorno al 560: immedesimiamoci nell’atmosfera del tempo a cavallo tra gli ultimi bagliori dei secoli d’oro dell’Impero Romano ed il tetro futuro che avrebbe di lì a poco preso il sopravvento annientando per qualche secolo commercio e vita sociale.
Corpus Iuris Civilis in un’edizione del 1748 |
Il Corpus Iuris Civilis è indiscutibilmente un’opera Romana per come è scritta e come è concepita. Gli stessi autori arrivano per lo più dalla scuola di Beirut, valente colonia della città eterna e la sua applicazione resterà un fondamento ad occidente, dimenticata ad oriente, sarà ripresa e immortalata da dotti scienziati giuristi per ribadire la superiorità degli Imperatori Germanici dall’anno mille in poi e per la crescita dello Ius Commune delle genti che abitavano le sue terre.
Mosaico di Giustiniano a Ravenna |
Il suffragium è tuttavia cosa comune nel centro e nel sud dell’Italia mentre a nord è più difficile, anche perché spesso, nel primo caso, la carica d’amministratore viene comprata per poter sfruttare meglio le leggi mentre, nel secondo, la continua guerra con le popolazioni germaniche non consente di lasciare tale incombenza in mani private ma in mano ai militari che più difficilmente si lasciano corrompere.
Botteghe in epoca romana |
Ci sono inoltre fiere dove portare il surplus della produzione, o grandi città come Milano o Ravenna, dove presentare la mercanzia ritoccata nel prezzo quel tanto da permettergli buoni guadagni e pagare le imposte dovute all’erario imperiale.
Tremissis |
Il semissis ed il tremissis vengono tenute in grande considerazione perché sono le monete della riforma economica di Giustiniano, importante tappa per una buona ripresa amministrativo-commerciale.
L’istruzione nell’antica Roma |
Egli però non vuole fare mancare l’istruzione ai figli, anche loro hanno imparato l’indispensabile nelle scuole pubbliche, e nei momenti liberi dal lavoro li manda ad apprendere qualcosa in più da uno maestro ateniese. Pherseo, che cacciato dalla legge di Giustiniano contro i filosofi della capitale greca ha trovato rifugio da queste parti.
Viene dalla Licia, una zona dell’Anatolia di fronte a Cipro, una zona mediterranea ed è un brav’uomo, magari un po’ suonato o eccentrico per il modo di vivere usuale di queste zone ma non fa male a nessuno ed oltretutto è molto simpatico.
Praetor |
Egli proprio per questi motivi ha creato la figura del praetor plebis o praetor populi, cioè d’un giudice garante dell’autonomia del potere giudiziario sopprimendo la carica di praefectus vigilum oramai desueta ed incomprensibile alla gente comune e rurale.
Schiavi romani |
Ippolito deve trovare un nuovo aiuto per sostituire il figlio e anche qui gli viene in soccorso una raccolta di leggi edite dall’imperatore, lo ius nuvum codificante tutte le consuetudini, gli usi ed gli atti giuridici dei territori italiani passate sotto il nome di manumissio, cioè l’atto con cui si libera lo schiavo.
Milizie romane |
Edelgardo, il figlio d’Ippolito, con una sua pattuglia ha avvistato dei predoni goti che probabilmente si sono staccati dalle forze regolari e vagano per le terre in cerca di vittime e guadagni facili, sono in molti e le esigue forze di stazza nel borgo del nostro amico mercante non bastano di certo a fronteggiarli, per cui la popolazione viene avvertita per avere il tempo di rifugiarsi in qualche posto sicuro.
La peste a Roma |
Ma purtroppo lui non ha fatto i conti con uno dei peggiori nemici di quest’epoca, un nemico subdolo, quasi imbattibile e che lascia solo morte dietro di sé: la peste.
Per le fonti Giuridiche:
– H. Rahner “Chiesa e Struttura Politica nel Cristianesimo Primitivo” Ed. Jaca Book