Il Pretoriano – Simon Scarrow


 

 
In una precedente recensione ho passato in rassegna l’intera saga storica “The Eagles Series” di Simon Scarrow. Ben tredici romanzi di ambientazione storica incentrati sulle avventure di due soldati romani, Catone e Macrone. Vorrei parlarvi nello specifico dell’undicesimo libro, quello intitolato “Il pretoriano”, edito dalla Newton e Compton nel 2012. Tengo a precisare che non considero questo romanzo il migliore della serie ma è quello che si discosta dall’andamento complessivo dei precedenti. Dunque merita un approfondimento a parte. Scarrow dal 2000 a oggi ha sfornato, quasi ogni anno, un nuovo capitolo di questa serie. In Italia i vari romanzi non sono stati pubblicati in ordine cronologico, dunque almeno io ho fatto una certa fatica a ricollegare nel giusto andamento temporale tutte le vicende e gli avanzamenti di grado dei protagonisti. Alla fine mi sono rassegnato ad affrontare ogni romanzo come una unità a se stante, evitando di interrogarmi su quanto del passato e del futuro già conoscessi. In questo senso “Il pretoriano” è un capitolo squisitamente autoconclusivo. Si legge e si fa apprezzare senza necessità di conoscere quanto successo in precedenza.
Basti sapere che Catone e Macrone sono due legionari di valore. Il primo è un prefetto, il secondo ha il grado di centurione. Provengono da teatri di guerra difficili e di frontiera. Sono uomini coraggiosi e temprati da mille battaglie. Macrone è il classico soldato nato e cresciuto nell’esercito. Combattere è ciò che gli riesce meglio. Catone è un ex schiavo di corte, arruolato quasi per sbaglio nelle legioni. Ha cultura e intelligenza. Nel corso degli anni si è guadagnato onori e avanzamenti di carriera grazie a un ineccepibile stato di servizio condito di atti eroici e azioni spericolate. Insomma, l’eroe che non ti aspetti. Siamo sotto l’impero di Claudio, (41-54 d.C.), e Narciso, uno dei liberti segretari del vecchio sovrano, ha bisogno dei due valorosi per sventare l’ennesima congiura ai danni dell’imperatore. Richiamati a Roma, Catone e Macrone sono arruolati come soldati semplici nella Guardia Pretoriana. Qui iniziano un percorso di indagini che li porterà a contatto con gli aspetti più marci della politica romana, tra mal’affari e intrighi di corte.
Plastico che ricostruisce la Roma antica
Perché “Il pretoriano” è diverso dai suoi dieci predecessori? Scarrow per la prima volta allontana i suoi protagonisti dai campi di battaglia e li catapulta in una realtà cittadina. Non ci sono barbari da uccidere o frontiere da difendere ma esiste un presunto complotto da sventare tra gli ambigui ambienti di corte. Questo è un romanzo di indagine, condito di alcune scene di combattimento “urbano”. A prevalere sono gli elementi d’intelletto. Lo scrittore britannico abbraccia dunque un filone che ultimamente va per la maggiore nei romanzi di ambientazione storica. Lo fa con perizia con una narrazione appassionante nella quale il “caso” prende forma lentamente grazie a particolari all’apparenza irrilevanti che concatenati formano le tessere mancanti del puzzle. Salta all’occhio come in un contesto simile, il ruolo di Macrone vada gradualmente scemando, seppur l’autore cerchi di dargli visibilità con scene ritagliate ad hoc per il suo personaggio. Il disagio del legionario di mestiere tra gli ambienti di corte si avverte fin da subito, simile a quello di un elefante all’interno di una cristalleria. Scarrow sopperisce alla perdita di consistenza di uno dei protagonisti di fantasia con la riuscita caratterizzazione dei personaggi realmente esistiti. Il ritratto dell’imperatore Claudio, negli ultimi anni del suo governo, è notevole così come lo è quello del segretario Narciso, del tribuno Burro o dell’ambiguo Tigellino, degli adolescenti Nerone e Britannico, rispettivamente figlio adottivo e figlio naturale dell’imperatore. Tutti individui che storicamente assumeranno importanza negli anni successivi alla morte di Claudio.
Busto dell’imperatore Claudio
Sesto Afranio Burro fu prefetto del pretorio sotto Nerone per volontà dell’imperatrice Agrippina Minore. Con Seneca, tentò di contenere gli eccessi del giovane regnante indirizzandone la politica fin quando, nel 62, morì per probabile avvelenamento. Tigellino divenne a sua volta prefetto del pretorio. Amico intimo di Nerone, divise con questo perversioni e nefandezze. Narciso, insieme all’altro liberto Pallante, fu capo indiscusso della corte di Claudio. Grazie alla sua abilità politica e ai tanti agenti segreti infiltrati in tutti gli ambienti capitolini, riuscì per anni a controllare la politica imperiale, sventando diversi tentativi di congiura tra cui quello della prima moglie di Claudio, la bella Messalina. Il figlio di costei, Britannico, fu spodestato dalla successione imperiale da Nerone e avvelenato dal fratellastro durante un banchetto. Aveva quattordici anni.
 
Quali sono i punti forte di questo romanzo? In primis la ricostruzione storica. Oltremodo interessante è l’excursus all’interno della Guardia Pretoriana, questo particolare reparto militare d’elite, istituito da Augusto, che provvedeva alla difesa di Roma e della famiglia imperiale. Claudio fu reso imperatore proprio dai pretoriani che si presero la briga di eliminarne il predecessore, ovvero Gaio Caligola. La Guardia divenne un mezzo per affermare nuovi regnanti e garantire il potere di chi riusciva a guadagnarne la fedeltà con denari e donativi. Il ruolo storico di questo corpo militare fu determinante per l’intera storia imperiale dell’Urbe, almeno fino a quando Costantino I non lo sciolse nei primi anni del suo governo. La Guardia Pretoriana venne sostituita dalle formazioni delle Schole Palatine, non più legate alla città di Roma ma alla figura stessa dell’imperatore che seguivano in tutti i suoi spostamenti.

 

Lo scrittore Simon Scarrow

 

Scarrow ha il dono di non indugiare troppo negli aspetti descrittivi. Favorisce l’azione, incalzante e repentina. Ovvio che ogni narrazione ha bisogno di qualche pausa. Lo scrittore ricorre a situazioni ironiche di scambio verbale tra i due protagonisti. In antitesi a quanto “va di moda”, Scarrow evita di “impreziosire” il suo romanzo di scene di sesso spinte e piccanti che si spingono avanti per pagine e pagine. Questo aspetto mi è davvero piaciuto. Qui non si parla di essere scandalizzati dalle scene di amore, di trovarle peccaminose o quanto altro. Il romanzo storico o di ambientazione storica non deve per forza contenere la “sezione erotica”, se i personaggi non lo richiedono. Troppo spesso l’eros diviene l’escamotage per allungare il brodo. Il grande scrittore non ne ha bisogno.
 
Per concludere. Scarrow è una garanzia. “Il pretoriano” è un romanzo che gode di un’accurata ricostruzione storica con un impianto narrativo collaudato e forte di anni e anni di perfezionamenti. Si legge con facilità . In libreria si trova a un prezzo irrisorio di 5 € per un romanzo di 390 pagine. Su Amazon è disponibile il formato digitale Kindle a 3,99 €. Purtroppo ho constatato che online, (sui maggiori siti di distribuzione), non è più possibile reperire la versione cartacea. Peccato. Valutazione: quattro stelle su cinque
 
Titolo : Il pretoriano
Autore: Simon Scarrow
Editore: Newton Compton
Pagine: 391
 

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