1983: operazione Budapest – Gilberto Martinelli e Roberto Tempesta


 1983: Operazione Budapest di Gilberto Martinelli e Roberto Tempesta è un romanzo-verità basato sulle testimonianze dei protagonisti e su dettagliate ricerche documentali. Racconta la storia vera e ignorata di un clamoroso quanto surreale furto di opere d’arte di straordinario valore. Il colpo avviene nel novembre 1983, in piena guerra fredda, nella capitale della sorvegliatissima Ungheria di János Kádár, a opera di cinque malavitosi di provincia italiani: la banda – con basi in Emilia e in Irpinia – riuscì a trafugare capolavori di Raffaello, Giorgione, Tintoretto e Tiepolo dal Museo di Belle arti di Budapest.

I fatti reali, corroborati da espedienti narrativi, fanno emergere la fitta rete di sottili e indicibili rapporti internazionali tra affaristi, criminalità organizzata, servizi segreti deviati e organizzazioni di estrema destra, che si mosse attorno a quell’azione criminale apparentemente isolata.

Gilberto Martinelli – grande esperto di relazioni italo-magiare, che per questo lavoro ha avuto accesso agli archivi di Stato dell’Ungheria comunista degli anni Ottanta da poco desecretati – e Roberto Tempesta – investigatore di punta del Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri specializzato nel recupero di opere d’arte, che si occupò in prima persona e da protagonista delle indagini – hanno scritto, aiutati anche dalle testimonianze degli stessi autori del furto, un libro unico nel suo genere che svela un intreccio di interessi diversi ma convergenti, e che apre scenari finora impensabili.

La radio ungherese l’ha definito «il più ingente furto in campo artistico della storia ungherese», ma senza esagerazione la scomparsa di sette capolavori dell’arte italiana dal museo di belle arti di Budapest si può definire «il più ingente del secolo». A patto di escludere naturalmente le razzie operate dal nazisti, e in qualche modo tamponate dall’opera di recupero dal ministro Siviero. recentemente scomparso. Nella notte tra sabato e domenica i soliti ignoti ungheresi sono penetrati nell’edificio che ospita la prestigiosa galleria e hanno portato via due Raffaello, «La madonna Esterhazy» e il «Ritratto di giovane»; due Tiepolo, «La fuga in Egitto» e la «Madonna e sei santi»; due Tintoretto, «Ritratto di uomo» e «Ritratto di donna» […] Tutti di inestimabile valore, ma praticamente invendibili, facevano parte della ricca collezione ospitata nel museo di Budapest, che allinea un centinaio di opere di scuola Italiana, tra le quali alcune delle più significative del Rinascimento. La notizia ha provocato enorme scalpore in Ungheria, dove sono rari i furti di opere d’arte, data la quasi impossibilità di collocare le opere sul mercato clandestino. La radio ha comunque lanciato un appello alla popolazione perché aiuti la polizia a rintracciare i colpevoli. L’ipotesi più diffusa è che i ladri siano andati a colpo sicuro lavorando su commissione per qualche trafficante internazionale o qualche ricco amatore occidentale […]

[Matilde Passa, Topi di museo a Budapest ed è il furto del secolo, «l’Unità», 8 novembre 1983]

Questo furto gravissimo al Museo dì Belle Arti di Budapest fa il paio con quello avvenuto alcuni anni fa al Palazzo Ducale di Urbino […] Anche le circostanze sono molto simili: intorno all’edificio, a Urbino come a Budapest, c’erano delle impalcature, per i soliti interminabili lavori: l’ora era quella del cambio della guardia la mattina presto, tra custodi insonnoliti fra un turno e l’altro. Il committente non si sa se era lo stesso, ma è probabile: probabile un americano, perché in America, Paese della libertà, le opere d’arte rubate sono al sicuro […]

[Cesare Brandi, Il Raffaello rubato al museo di Budapest, «Corriere della Sera», 9 novembre 1983]

Nel 2019 Martinelli ha girato un documentario sul furto di Budapest, del quale si può trovare qui il trailer. 

Gilberto Martinelli (Roma, 1969) Si occupa di relazioni internazionali, in particolare tra l’Italia e l’Ungheria. Ha ricevuto vari riconoscimenti e nel 2014 è stato insignito del “Pro Cultura Hungarica” dalla Repubblica d’Ungheria per aver fatto luce nei rapporti storici tra le due nazioni. È considerato uno dei più qualificati tecnici del suono italiani, soprattutto in ambito cinematografico, dove è molto conosciuto.

Roberto Tempesta (Roma, 1953) Si arruola nei carabinieri in giovane età. Nel 1981, dopo una parentesi nei Reparti operativi speciali, si specializza e entra a far parte del Nucleo tutela patrimonio culturale, dove svolge un ruolo essenziale nei più importanti casi di recupero di opere d’arte sia in Italia che all’estero. È stato insignito di numerose onorificenze e ha ricevuto riconoscimenti internazionali.

1983: operazione Budapest

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Novembre 1983 una banda di criminali emiliani trafuga sette capolavori del Rinascimento italiano dal Museo di Belle arti di Budapest. L’invulnerabilità del granitico e apparentemente inespugnabile sistema di Oltrecortina viene clamorosamente violata. Molto tempo dopo si saprà che servizi segreti, politica e criminalità hanno svolto un ruolo determinante in questa vicenda. Ma cosa si nasconde dietro il “furto del secolo”?
 


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