Storie di Storia ha il piacere di farvi conoscere oggi la scrittrice Lisa Laffi, autrice de “L’ultimo segreto di Botticelli”, in libreria dal 30 maggio.
Lisa Laffi è laureata in Conservazione dei Beni Culturali e vive a Imola, dove fa l’insegnante. Ha lavorato a lungo per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero, è autrice teatrale e di saggi di storia locale.
Vediamo innazitutto la trama di questo interessante romanzo storico ambientato a partire dalla fine del XV secolo.
1482. Botticelli sta terminando la Primavera, un dipinto che sarà celebrato come una vetta assoluta dell’arte. Ma anche un enigma, forse impossibile da sciogliere. È una metafora dell’amore platonico? O il suggello di un patto segreto, sottoscritto da Caterina Sforza, che mira a unire Milano, Roma e Firenze sotto un’unica bandiera, per liberare l’Italia?
1526. La giovane Luce, esperta di erbe e ricette curative, viene trascinata al cospetto della marchesa Bianca Riario Sforza, la potente figlia di Caterina. La ragazza è convinta che Bianca la voglia denunciare
all’Inquisizione per la sua attività di guaritrice, ma la marchesa, appassionata alchimista, la prende sotto la sua protezione.
L’abilità di Luce è tale che, quando il fratello di Bianca, Giovanni dalle Bande Nere, viene ferito in battaglia, la marchesa chiede proprio a lei di curarlo. Ma Bianca non può prevedere la passione che nasce tra la giovane donna e il celebre condottiero. Un sentimento che rischia di stravolgere i suoi veri piani, infinitamente più diabolici di quelli che Luce ha immaginato.
Bianca fa allora in modo che il fratello parta per la battaglia decisiva, e manda Luce a Mantova, con la scusa di proteggerla. Sarà lì che Luce apprenderà il reale significato della Primavera. E dovrà comunicarlo a Giovanni, prima che sia troppo tardi.
D1. Quando e perché hai incominciato a scrivere?
Sembra paradossale considerando che oggi insegno Lettere alle medie e pubblico romanzi, ma per tanto tempo ho odiato scrivere.
Il mio rapporto con le parole è cambiato solo attorno ai 15-16 anni, quando mi è stato proposto di realizzare articoli per un giornale sportivo. Mi era stato detto che, se l’avessi fatto, sarei potuta entrare gratis alle partite di basket e così ho iniziato a buttare giù un articolo dopo l’altro e piano piano mi sono appassionata alla scrittura.
Per questo dico sempre ai miei studenti di non preoccuparsi e che l’amore arriverà con il tempo e con la pratica. E’ normale non appassionarsi allo sci se si va in montagna un paio di giorni all’anno e se si cade in continuazione, ma praticando in maniera sistematica qualsiasi attività si migliora e così è anche per la scrittura. Io ne sono una dimostrazione.
D2. Perché il romanzo storico?
Per due motivi. In primis, mi consente di unire le mie tre passioni: la scrittura, la storia e l’arte.
In secondo luogo perché mi sembra di far rivivere personaggi che oggi non possono più parlare, ma che hanno ancora tanto da dire e da insegnarci, perché hanno vissuto alcuni dei problemi contro cui combattiamo oggi prima di noi e hanno scoperto come risolverli.
In particolare, io adoro quegli uomini e quelle donne che hanno combattuto per gli ideali in cui credevano e sono stati sempre in prima linea, a costo di rimediare sconfitte. Per questo i romanzi che ho scritto finora hanno avuto come protagonisti Bianca Riario e la sua celebre madre Caterina Sforza (“Il serpente e e la rosa”) e Giovanni dalle Bande Nere (“L’ultimo segreto di Botticelli”).

D3. A maggio è uscito “L’ultimo segreto di Botticelli”. Cosa potranno trovare i lettori all’interno del romanzo?
Troveranno sicuramente un’Italia divisa, uomini e donne in pericolo, ma non solo.
“L’ultimo segreto di Botticelli” è un romanzo fatto di arte di storia, ma anche di amore e di rinascita.
Troveranno quindi un sentimento fortissimo, quello che lega Luce e Giovanni dalle Bande Nere, ma anche degli enigmi e dei colpi di scena che, spero, li porteranno a girare una pagina dopo l’altra.
La scrittura è volutamente scorrevole, semplice e fluida perché il mio sogno è tutti possano avvicinarsi alla storia attraverso i miei romanzi, in primis i ragazzi di 13-14 anni, cioè coloro ai quali insegno giorno dopo giorno.
D4. Cosa può dare la scrittura ai ragazzi?
La scrittura può diventare per tutti loro una grande amica.
Li può mettere alla prova e far crescere.
Può far vivere loro mille vite.
Può insegnare come togliersi dai guai.
Io cerco di trasmettere l’amore per la scrittura e per la storia a tutti i ragazzi che ogni anni passato “tra le mie grinfie”. Da un paio d’anni a questa parte destino alcune ore di italiano a “Laboratorio di scrittura”, perché penso che si può amare la scrittura solo praticandola.
In ogni sessione insegno una strategia di scrittura durante i primi 15 minuti di lezione, poi propongo un “mentor text”, cioè un testo in cui questa strategia viene presentata, e infine lascio libero ogni studente di scrivere ciò che vuole. L’importante è che si diverta e che sperimenti. Alla fine la classe diventa una comunità di scrittori in cui ciascuno può leggere, se vuole, ciò che ha prodotto e trovare negli altri gratificazione, soddisfazione, ma anche consigli e critiche costruttive.
D5. Torniamo a Caterina Sforza, Bianca Riario e Giovanni dalle Bande Nere. Perché questo grande interesse per i Riario e gli Sforza?
Per anni, durante l’Università, ho fatto da guida all’interno della Rocca Sforzesca di Imola e da quel momento è nato mio grande amore per gli Sforza e i Riario. E’ come se li avessi conosciuti nel loro mondo e col tempo mi è venuta voglia di scrivere di loro e di presentarli anche alle altre persone.
“L’ultimo segreto di Botticelli”, in origine, doveva essere la storia di Giovanni dalle Bande Nere, ma alla fine è diventato molto di più. Oltre a quelli in carne e ossa, ha anche un secondo protagonista che è l’arte, in particolare, “La Primavera”, il quadro enigmatico di Botticelli del quale è necessario cogliere il vero significato. Ancora oggi gli storici dell’arte sondano varie ipotesi e io ne ho fatte mie un paio.

D6. Svelaci, se non “l’ultimo segreto di Botticelli”, almeno qualche elemento relativo al significato della Primavera, uno dei quadri più enigmatici dell’arte mondiale.
Il quadro è stato realizzato da Sandro Botticelli nel 1482 per Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici. Se i critici sono tutti concordi sulla paternità dell’opera, si dimostrano, invece, piuttosto discordi sulla sua interpretazione.
C’è chi ne dà una lettura legata al committente, chi una lettura storica e chi una neoplatonica. Io ho sfruttato queste ultime due.
Secondo l’interpretazione storica Flora sarebbe Firenze, Mercurio Milano, Cupido (Amor) Roma, la ninfa Maya Mantova, Venere Venezia e Borea Bolzano.
Sulle tre Grazie ci sono pareri discordanti, ma qualcuna vede in una di esse Caterina Sforza.
La lettura neoplatonica, invece, parte dal fatto che proprio in quegli anni era attiva a Firenze una florida Accademia, di cui parlo nel romanzo.
Ernst Gombrich nel 1945 e, dopo di lui, negli anni Cinquanta Wind e negli anni Sessanta Panofsky lessero la Primavera addirittura come il manifesto del sodalizio filosofico ed artistico dell’Accademia di Careggi. Vi si narrerebbe come l’amore, nei suoi diversi gradi, arrivi a staccare l’uomo dal mondo terreno per volgerlo a quello spirituale. Un percorso di rinascita, dunque, per sottolineare come solo con l’amore e non con la guerra si possa arrivare alla gloria e all’immortalità.
D7. Qual è il tuo metodo di lavoro? Redigi scalette, schede dei personaggi o segui l’ispirazione del momento?
Quando inizio a scrivere un romanzo non ho una scaletta, ma soltanto una vaga idea in mente, che periodicamente viene rivista e ampliata. Spesso metto sulla carta ciò che i miei personaggi mi inducono a scrivere e mi rendo conto di non avere un approccio molto metodico, ma io credo molto nell’ispirazione, nel colpo di scena e nel coinvolgimento emotivo e sono tre ingredienti che non possono essere “preparati” a tavolino.
D8. Progetti futuri?
Tra i miei progetti futuri c’è la stesura di un nuovo storico che ha come protagonista un personaggio di spicco del XVI secolo trascurato dalla narrativa e dalla storiografia.
Si tratta di una donna che ha viaggiato e che ha conosciuto vari popoli e varie culture che tenta di unire nel nome di una pace perduta.
Tra i miei progetti futuri c’è, però, anche una raccolta di racconti. In questo caso le protagoniste non sono l’arte e la storia, ma il mio terzo grande mio amore, che è lo sport.
Vorrei che attraverso questi racconti i miei alunni, anche i più refrattari alla lettura, si avvicinassero a questo mondo meraviglioso.
Grazie a Lisa per essere stata con noi e un in bocca al lupo per questi nuovi progetti.
Titolo: L’ultimo segreto di Botticelli
Autore: Lisa Laffi
Editore: tre60
Pagg. 352