Pietro Testa, venuto alla luce a Napoli nel 1943, ha conseguito la laurea in Architettura ed ha svolto la professione di insegnante per oltre trenta anni nei Licei Artistici. Ha preso parte negli anni ’80 -’90 a dieci missioni con la Cooperazione Tecnica per gli stati in via di sviluppo nella istituzione educativa cantiere dei dervisci Mewlewi al Cairo. Inoltre ha partecipato ad una missione archeologica nel 1991 a Medinet Madi in Egitto con la Prof.ssa Edda Bresciani. Infine ha dato alle stampe parecchi testi e pezzi su svariati argomenti di egittologia.
Di particolare importanza per una piena comprensione dell’opera La guerra nell’antico Egitto (pubblicata nel mese di febbraio del 2018) è la prefazione. Nella stessa l’autore afferma che: «Gli antichi Egiziani, grazie alla posizione geografica della loro terra, non erano un popolo guerriero, come lo furono altri dell’area medio – orientale. Nei primi periodi della loro civiltà ebbero milizie interne con compiti difensivi e offensivi riguardanti piccole rivalità tra distretti del paese: le uniche azioni guerresche erano dirette verso la Libia e la Nubia, principalmente per razziare e deportare schiavi per la mano d’opera. Fu dopo la cacciata degli Hyksos che l’Egitto compose un nuovo quadro delle forze militari sotto il profilo logistico e di armamenti. L’esperienza della guerra contro il governo asiatico fu la molla che fece scattare l’epopea imperiale ed espansionistica rivolta principalmente verso la zona dell’Asia Minore, giungendo fino all’Eufrate e all’area meridionale dell’attuale Turchia. In questo libro si sono voluti analizzare e descrivere i vari aspetti dell’arte militare degli antichi Egiziani, toccando anche il modo di pensare dei sovrani e dei soldati nei riguardi delle azioni guerresche e strategiche, a parte la connessione tra economia e guerra. Ci si troverà di fronte a degli usi che, se da un lato ci possono lasciare inquieti, dall’altro sono manifestazioni dei modi di combattere di quei tempi. A quell’epoca il coraggio del combattente era dimostrato nello scontro ravvicinato in cui entravano in ballo la determinazione e armi micidiali che in genere producevano ferite e morti atroci.
La morte a distanza era poi inviata con armi da lancio, come frecce, lance, giavellotti e fionde, mentre la morte per calpestamento era provocata dall’impatto tremendo con i carri da guerra trainati dalle pariglie di cavalli lanciati al galoppo sfrenato. La guerra fu, è e sarà sempre una azione tragica che spezza generazioni e getta nel disordine e nell’indigenza le nazioni: la Storia ha il compito di insegnare … ma l’uomo è un allievo dalla memoria labile!».
Si ritiene che quanto detto nella prefazione da Pietro Testa abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del saggio presa in esame. Di grande utilità sono le diverse mappe dell’antico Egitto, le abbreviazioni, la bibliografia, le numerose illustrazioni (che permettono una migliore comprensione degli argomenti trattati nel presente volume), le note a piè di pagina e gli allegati (due in tutto). Unica nota alquanto stonata risulta l’editing che in alcuni passi dovrebbe essere più curato. Un libro degno di menzione che si consiglia di leggere o regalare a coloro che sono interessati alla civiltà e all’arte bellica dell’antico Egitto.
Titolo: La guerra nell’antico Egitto
Autore: Pietro Testa
Editore: Harmakis Edizioni
Pagg. 177
La foto del signore, non sono io.
Chiedo scusa per l’errore. La foto è stata sostituita.