Il castello di Ponferrada, eretto nel XII secolo, fu una delle prime e principali roccaforti dei cavalieri Templari in Spagna.
Fu costruito in posizione dominante sopra una collina nella provincia di El Bierzo (León), lungo il cammino di Santiago. Si suppone possa avere avuto una prima origine celtica, cosa comune per i castelli del nord-ovest della Spagna, anche se non sono stati trovati resti archeologici a confermare questa ipotesi. È invece certo che i Romani lì vi eressero un castrum, Interamnium Flavium, successivamente distrutto dai Visigoti durante le invasioni barbariche. La tradizione vuole che i Templari si siano insediati sui resti della vecchia fortezza per edificarne una più grande e solida. All’intero di questa cerchia muraria singola trovò posto il primo nucleo abitativo della città di Ponferrada nel XII secolo.
I Templari si stabilirono nel Regno di León nel 1178 con Guido de Guarda, Maestro provinciale del Tempio in Castiglia e León. Nel 1185 erano già padroni di gran parte di Ponferrada e avviarono la fortificazione del luogo nel 1187.
Nel 1196 il re Alfonso IX di León ritirò ai Templari la proprietà di Ponferrada come ritorsione per il loro sostegno al re Alfonso VIII di Castiglia, concedendo la fortezza all’Ordine di San Giovanni. Questa concessione agli Ospitalieri durò fino all’aprile del 1211 quando Alfonso XII restituì la proprietà ai Templari.
Uno dei compiti dei cavalieri consisteva nella protezione dei pellegrini che percorrevano il cammino per Santiago de Compostela e infatti, davanti alle porte del castello, passa il Camino Real de Invierno, l’antica strada reale che portava alla famosa cittadina.
Nella regione, sempre lungo il cammino di pellegrinaggio, i Templari possedevano anche il castello di Cornatel, a metà strada tra Ponferrada e Las Médulas.
Intorno all’anno 1200, mentre si procedeva al taglio di legname per la costruzione di nuovi edifici nel castello, un cavaliere templare scoprì nella cavità di una vecchia quercia l’icona della Vergine di La Encina, patrona di El Bierzo. Secondo la leggenda l’immagine sarebbe stata portata da Gerusalemme dal vescovo Toribio de Astorga nell’anno 450. Un altro vescovo di Atorga, San Gennadius, l’avrebbe nascosta nella prima metà del X secolo, nel timore di attacchi da parte dei musulmani. Oggi, nella piazza del centro storico di Ponferrada accanto alla Basilica della Vergine di La Encina, si può ammirare una statua dello scultore Venancio Blanco che ricorda questa leggenda. Nella chiesa è custodita una replica dell’icona originale scomparsa nel XVI secolo.
Nel 1308, in pieno processo contro i Templari, Rodrigo Yanez, l’ultimo Maestro provinciale del Tempio in Castiglia e León, consegnò la fortezza al principe Felipe de Castiglia e Molina, fratello del re Ferdinando IV di Castiglia. Dopo quanche anno passò ad Alvar Nunez de Osorio, conte di Castiglia e Signore di Lemos. Successivamente, su ordine reale, sia il castello che la Signoria di Lemos passarono a Pedro Fernandez de Castro. Su una finestra sbarrata si riescono ancora a vedere gli stemmi di entrambe le casate.
Durante il regno di Pedro I di Castiglia (1350-1369), il castello di Ponferrada passò al fratello di questo, il conte Enrique de Trastámara, periodo durante il quale visse tra quelle mura doña Juana de Castro, moglie ripudiata del re. In conseguenza alla guerra civile tra Pedro e Enrique, nel 1366 Pedro ordinò il passaggio della proprietà della fortezza ad uno dei suoi nobili sostenitori, Fernando Ruiz de Castro, fratello della regina Juana e signore di Lemos. Il suo pronipote, Federico Enriquez de Castiglia e de Castro, duca di Arjona e conte di Castiglia, Lemos e Sarria, iniziò la costruzione della Torre del Rastrillo sul lato sud della fortezza (dove si può ancora vedere il suo blasone).
Alla morte di Federico nel 1430, senza figli legittimi, i suoi beni passarono alla sorella Beatriz Enriquesz de Castiglia. Il marito di questa, Pedro Alvarez Osorio, completò le opere alla Torre del Rastrillo e fece costruire diverse nuove torri (Homenaje di 24 metri di altezza, Moclín, Malvecino e Cabrera). Il possesso della fortezza da parte dei signori di Lemos è testimoniato dalla presenza della tau greca che identifica questa nobile famiglia galiziana. In memoria di quei tempi oggi un’enorme tau rossa fatta di fiori decora i giardini ai piedi del castello, vicino alla Torre di Moclín.
Alla morte di Pedro Alvarez Osorio si sollevarono controversie tra gli eredi Rodrigo Enriquez Osorio, nipote illegittimo di Pedro che il nonno aveva nominato erede, e Juana Osorio, figlia maggiore di Pedro. Rodrigo assediò la fortezza e la conquistò nel 1485, ma l’anno successivo fu presa, dopo un lungo assedio in cui le mura furono gravemente danneggiate dal fuoco dell’artiglieria, da un grande esercito inviato dai Re cattolici che riportarono Ponferrada in mano alla Corona. Questi sostennero il marito di Juana Osorio, Luis Pimentel e Pacheco, nominandolo primo marchese di Villafranca del Bierzo. Nella Torre de los Reyes Católicos si osservano gli emblemi araldici dei Re Cattolici: l’aquila di San Giovanni, il giogo e le frecce.
La situazione si capovolse il 25 agosto del 1506, quando il re Filippo I di Castiglia firmò un decreto reale secondo il quale la proprietà di Ponferrada veniva assegnata al conte di Lemos Rodrigo Enriquez Osorio, come indicato nell’eredità del nonno. Un mese dopo la firma il re morì e il conte Rodrigo prese d’assalto la fortezza. La regina Juana reagì chiamando in suo aiuto il conte di Bonavente, capitano generale della Galizia, e il duca d’Alba, capitano generale delle Asturie. Che riuscirono a sconfiggere il ribelle.
Nel 1558 la principessa Juana de Portugal, sorella di Filippo II, vendette il castello al suo governatore, Federico Alvarez de Toledo e Osorio, terzo marchese di Villafranca del Bierzo, per la somma di 1,3 milioni di maravedis.
Il castello rimase intatto fino alla Guerra di Indipendenza. Il 3 gennaio 1809 le truppe di Napoleone occuparono la città di Ponferrada ma non si insediarono tra le mura della fortezza. Per evitare che ciò accadesse nel 1811 la reggenza del regno ordinò il bombardamento delle strutture interne al castello. A causa di questo episodio nel 1840 il castello era ridotto ad una spianata cinta di mura. Nel 1848 gli abitanti di Ponferrada iniziarono ad usare le pietre del castello per costruire un mercato pubblico e delle stalle. Queste ultime, conosciute come “Le Scuderie”, si conservano ancora oggi e vengono utilizzate come ufficio del turismo.
Nel 1880 e nel 1882 l’Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando offrì alla città il suo aiuto per riparare le mura del castello. Il Comune però non rispose e, anzi, cominciò ad affittare lo spazio all’interno del castello come luogo di cultura. Nel 1923 si raggiunse l’apice del degrado costruendo un campo da calcio all’interno di questo patrimonio storico, demolendo alcune pareti e annessi per liberare lo spazio.
Finalmente il castello fu dichiarato Monumento Nazionale dal Regio Decreto del 7 febbraio 1924 e cominciò ad essere oggetto di diverse opere di recupero negli anni successivi.
Nel 1997 la fortezza divenne proprietà della città di Ponferrada e tale è fino ad oggi. Diversi restauri hanno portato alla costruzione di edifici nel rispetto del layout originale, ricavato in base alla documentazione disponibile, allo scopo di ricavare sale da adibire a museo templare.
Il Comune inoltre organizza, tra fine giugno e inizio luglio, una festa chiamata “Notte dei Templari” che rievoca l’arrivo dei Cavalieri Templari al castello, con l’impiego di numerosi figuranti abbigliati con i costumi dell’epoca.
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