Il tempo degli uomini – Chiara Babeli



La scrittrice modenese Chiara Babeli presenta “Il tempo degli uomini”,
una raccolta di racconti ambientata a cavallo tra le due guerre mondiali
nel territorio di Prignano sulla Secchia. Un accurato e veritiero
resoconto della vita di persone semplici in un contesto rurale,
costrette a fare i conti con la guerra e la miseria. Undici storie,
undici personaggi che con la loro genuinità e umanità testimoniano di un
momento storico che ha segnato profondamente le loro esistenze, e che
non dovrebbe mai essere dimenticato.

«Ogni volta che passavamo da Altena incontravamo sempre delle giovani
donne, noi le guardavamo attratti da una vita a cui eravamo stati
strappati, e loro si tappavano il naso con il fazzoletto dalla puzza che
emanavamo. Nelle baracche di legno non c’era il riscaldamento e l’acqua
corrente era fredda, per questo non ci lavavamo neppure. Noi il nostro
fetore non lo sentivamo neanche e ci arrabbiavamo quasi per quel loro
gesto così sprezzante nei nostri confronti. Non eravamo nemmeno più
uomini, non riuscivamo a pensare, a concentrarci, a sentire qualche
emozione che non fosse il dolore, a volte non sentivamo proprio nulla e
l’unica ossessione costante nelle nostre teste era il cibo […]».

Il tempo degli uomini di Chiara Babeli è una raccolta di racconti che
parla di esseri umani comuni, inseriti loro malgrado nel grande affresco
della Storia. Delle due guerre mondiali si narra, di prigionia e di
deportazioni, di miseria e di perdita. Undici storie che hanno come
titolo una data che va progressivamente dal 1912 al 1935; undici
racconti di vita nei quali i protagonisti rimangono anonimi, ma
partecipano con tutta la loro anima e le loro memorie alla costruzione
dell’opera. A volte delle fotografie testimoniano la loro giovinezza e
quel momento storico in cui le certezze sono crollate una dopo l’altra,
proprio quando i loro sogni sembravano essere a portata di mano. E
l’autrice ripercorre con gli ormai anziani testimoni il loro vissuto,
fatto di cose semplici, di lavoro in campagna e di piccole gioie
quotidiane, prima che la guerra distruggesse ogni cosa. C’è un filo
conduttore che attraversa la raccolta: tutti i personaggi vivono nel
territorio di Prignano sulla Secchia, nel modenese, e i racconti sono
quindi un importante documento storico di come si svolgeva la vita nei
primi cinquant’anni del Novecento in un piccolo paese italiano. Con
grande umanità si narrano le vicende ordinarie di persone semplici che
sono però diventate a vario titolo eroi ed eroine della propria
esistenza. Colpisce soprattutto il contrasto tra la pacatezza delle
testimonianze dirette dei protagonisti e i grandi gesti di coraggio, di
determinazione e di solidarietà di cui sono stati capaci. Eroi ed eroine
appunto, che hanno affrontato la barbarie della guerra a testa alta, che
non si sono fatti cambiare dall’indigenza, che non si sono trasformati
in bestie, anche se come bestie sono stati spesso trattati. Il tempo
degli uomini racconta di resilienza nella sua forma più pura; ricorda
che la speranza di una vita migliore può essere alimentata anche nella
sofferenza e nella rassegnazione, e che le memorie possono sì pungere e
mordere, ma sono preziose e vanno conservate. “Il domani non poteva che
essere migliore”, afferma la protagonista di una delle storie, ed è
proprio questo senso di rivalsa e di rinascita che esplode nelle pagine,
che accompagna il racconto di un momento storico ingiusto e doloroso, lo
addolcisce e lo rende più sopportabile, con la speranza che il suo
ricordo non venga mai cancellato dall’inesorabile trascorrere del tempo.

TRAMA. Prignano sulla Secchia è un piccolo comune alle pendici
dell’Appennino modenese, incastonato con le sue frazioni e borgate tra
le colline e i calanchi. È qui che vivono i protagonisti di questi
undici racconti, sei donne e cinque uomini, le cui storie ripercorrono
le miserie del secolo scorso e le memorie legate al luogo a cui sono
nati. Tutti vengono al mondo nelle prime decadi del Novecento, patiscono
la povertà e lavorano fin da bambini nei campi, in casa e nelle stalle.
Quando scoppia la seconda guerra mondiale i protagonisti sono nel pieno
della loro gioventù, solo due sono ancora dei bambini. Combatteranno,
verranno deportati, in qualche modo torneranno, ma la guerra li avrà
cambiati profondamente; persino l’amore è una questione pericolosa e
molti capiscono che è bene aspettare la fine dei combattimenti per
pensarci sul serio. Il dopoguerra porta grossi cambiamenti e condizioni
di vita decisamente migliori; eppure quegli anni così terribili sono
vivi dentro la loro memoria, e non se ne andranno mai. Li trasmettono
qui, incisivi e a volte spietati come sono, perché anche noi possiamo
non dimenticare più.

BIOGRAFIA. Chiara Babeli vive a Prignano sulla Secchia, in provincia di
Modena, dove sono ambientati i racconti del suo primo libro “Il tempo
degli uomini” (Epika Edizioni, 2019), frutto di una ricerca e di
interviste sul campo. È laureata in “Scienze della cultura” e “Analisi
dei conflitti, delle ideologie e della politica nel mondo
contemporaneo”, ha preso parte a vari progetti di carattere storico sul
territorio, ha collaborato alla produzione del libro “Vita del
Venerabile Servo di Dio Fra Pietro Gazzetti Eremita Modenese” (Edizioni
Artestampa, 2017) e tradotto nel 2017 “Una famiglia in guerra” di Gordon
Smith.

Il tempo degli uomini

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Prignano sulla Secchia è un piccolo comune alle pendici dell’Appennino modenese, incastonato con le sue frazioni e borgate tra le colline e i calanchi. È qui che vivono i protagonisti di questi undici racconti, sei donne e cinque uomini, le cui storie ripercorrono le miserie del secolo scorso e le memorie legate al luogo a cui sono nati. Tutti vengono al mondo nelle prime decadi del Novecento, patiscono la povertà e lavorano fin da bambini nei campi, in casa e nelle stalle. Quando scoppia la seconda guerra mondiale i protagonisti sono nel pieno della loro gioventù, solo due sono ancora dei bambini. Combatteranno, verranno deportati, in qualche modo torneranno, ma la guerra li avrà cambiati profondamente; persino l’amore è una questione pericolosa e molti capiscono che è bene aspettare la fine dei combattimenti per pensarci sul serio. Il dopoguerra porta grossi cambiamenti e condizioni di vita decisamente migliori; eppure quegli anni così terribili sono vivi dentro la loro memoria, e non se ne andranno mai. Li trasmettono qui, incisivi e a volte spietati come sono, perché anche noi possiamo non dimenticare più.
 


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