Maria, chiamata Mariozza ed in seguito conosciuta come Marozia (Roma 892 d.C. – Roma 955 d.C.), era la figlia dell’aristocratica romana Teodora e del membro del senato romano Teofilatto. L’episcopo di Cremona Liutprando dice di lei: «sfacciata puttana … che esercitò il suo potere nella città di Roma peggio di un uomo… che chiavava prelati e cardinali per governare e ottenere favori». Essendo Liutprando a favore dell’imperatore contro il papa, potrebbe comunque essere stato non obiettivo nella sua asserzione. Si narra che fosse una donna di bell’aspetto che pensava e agiva in modo disinvolto e libero da pregiudizi e condizionamenti di sorta, anche morali. Benché non sapesse leggere e scrivere, come la madre, Marozia con la sua furbizia e il suo fascino fu in grado di allacciare importanti amicizie utili per imporre il proprio volere ad altri. Scrive la Percivaldi su di lei: «…per vent’anni tenne in mano le redini della Santa Sede disponendo dei papi a suo piacimento, sfruttandone la corruzione e le intemperanze sessuali».
Papa Sergio III |
All’età di quindici anni divenne l’amante di papa Sergio III, suo cugino, incontrato per la prima volta quando egli era episcopo di Cerveteri. È dibattuto fra gli storici se veramente Marozia sia stata la concubina del suddetto papa (databile il legame sentimentale più o meno al 907 d.C.): la maggior parte degli autori di trattati storici crede a quanto esposto da Litprando di Cremona (che fra le altre cose scrisse: «Mariozza, bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano»), altri invece – fra i quali si annoverano Pietro Fedele ed il Brezzi – lo ritengono un pettegolezzo su cui non è possibile fare affidamento.
Alberico I da Spoleto |
Alla morte di Sergio III a causa del veleno, Marozia si unì in matrimonio in tre occasioni e tutte le sue nozze vennero celebrate per motivi politici. Nel 909 d.C., in stato interessante, prese come marito Alberico di Spoleto, un appartenente all’istituzione medievale della cavalleria di origini tedesche, il quale riconobbe il figlio da lei partorito. Gli sposi ebbero successivamente un altro figlio che chiamarono Alberico. Ma perché Marozia aveva contratto matrimonio con un uomo molto più vecchio di lei? Perché Alberico di Spoleto aveva grande potere e autorità, aspirando ad averne ancora maggiore, qualità che lei ammirava decisamente. Ebbe lungimiranza: infatti nel 914 d.C. Alberico strinse un’alleanza con papa Giovanni X e nel 916 d.C., appoggiato dalle forze militari del pontefice, vinse in battaglia i Saraceni al Garigliano. Gli venne concessa la prestigiosa carica di console di Roma, ma fu ucciso ad Orte nel 924 d.C.
Papa Giovanni XI |
Frattanto si spegneva Guido, il secondo coniuge di Marozia. Nel 932 d.C. la nobildonna romana decise allora di convolare a nuove nozze e prese come marito Ugo di Provenza (monarca d’Italia dal 926 d.C. al 947 d.C.), superando l’impedimento dovuto al legame di sangue tra Ugo e il defunto Guido. Il sovrano d’Italia mentì sotto giuramento, affermando di essere il fratellastro di Guido e non il fratello.
Alberico II |
Marozia terminò la sua esistenza rinchiusa in un monastero, dove cessò di vivere probabilmente nel 955 d.C. Verosimilmente le vicende dell’intraprendente signora romana hanno dato vita al racconto della papessa Giovanna, così come sostiene l’autore di trattati storici Edward Gibbon, cosa che venne ritenuta veritiera per molti secoli.
Raffigurazione delle Papessa Giovanna |
BIBLIOGRAFIA
G. DI CAPUA, Marozia. La pornocrazia pontificia intorno all’anno Mille, Scipioni Editore, Valentano (VT) 2000;
P. FEDELE, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel secolo X, in Archivio della R. Società Romana di Storia Patria, voll. XXXIII-XXXIV;
J.W. O’MALLEY, Storia dei Papi, Fazi Editore, Roma 2011;
E. PERCIVALDI, La vita segreta del Medioevo, Newton Compton Editori, Roma 2014.