Canopo (Canopus, Canobus), nome greco di un centro abitato della costa dell’antico Egitto, si trova nel delta del Nilo sulla diramazione più occidentale del corso d’acqua sopramenzionato, chiamata diramazione canopica. La località sorge vicino ad Abukir, in prossimità dei quartieri esterni moderni della metropoli di Alessandria d’Egitto, pressappoco a 25 km dal centro storico della stessa. Canopo fu la città portuale greca di maggiore importanza nel Paese delle Due Terre fino all’edificazione di Alessandria[1]. Il centro urbano era denominato dagli Egizi Pegwti[2] ed era situato nel settimo nomo[3] del Basso Egitto[4].
IL PERIODO PRE-ELLENISTICO
Vi sono state asportazioni di terreno (per riportare alla luce monumenti ed oggetti antichi, in un luogo distante fra i 2 ed i 3 km dall’odierna Abukir), che hanno svelato l’esistenza di una grande quantità di rovine appartenenti ad un centro abitato fornito di estese vie e a porzioni di edifici in granito con inciso il nome di Ramesse II (1303-1212 a.C., XIX dinastia). Questi ultimi ruderi, tuttavia, si pensa che siano stati trasportati in loco da Pi-Ramses[5][6] a scopo di abbellimento. Non si conosce con precisione l’anno di costruzione di Canopo ma Erodoto[7] (Alicarnasso, 484-Thurii, successivamente al 430 a.C.) afferma che fosse un insediamento abitativo di epoca remota. Le leggende omeriche imputano la sua edificazione a Menelao[8] ed il nome a quello del timoniere della sua imbarcazione deceduto nel delta del Nilo a causa del morso di un rettile dal corpo cilindrico, squamato e privo di zampe. Omero racconta come Menelao avesse innalzato sull’arenile un’opera scultorea a ricordo di Canopo. In seguito il centro abitato sarebbe nato intorno alla medesima opera scultorea. Il nome egizio del territorio in cui venne fondato il centro urbano fu Kah Nub (località dell’oro), facendo allusione probabilmente ai guadagni ottenuti dai commercianti.
Un edificio dedicato al culto di Osiride[9] fu costruito a Canopo da Tolomeo III[10] (284 più o meno-222 a.C.) ma Erodoto riferisce come nei dintorni dell’insediamento abitativo vi fosse una costruzione di un passato lontano, dedicata al culto di Ercole (considerato simile all’egizio Amon[11]), che ospitava schiavi fuggitivi. Osiride era adorato a Canopo in una forma inconsueta, cioè quella di un contenitore con la testa umana e da questa associazione ha origine l’abitudine di chiamare vasi canopi (o canopici) i recipienti, con coperchi a forma di testa umana o animale, usati per conservare gli organi presenti nella cavità toracica ed addominale della persona morta durante il procedimento volto ad impedire la decomposizione del cadavere[12], che erano successivamente collocati nella tomba.
IL PERIODO ELLENISTICO-ROMANO
Nel nono anno in cui Tolomeo III fu a capo del Paese delle Due Terre a Canopo vi fu una assemblea, di particolare rilievo, di ministri ufficiali del culto che conferirono al monarca, e alla sua sposa Berenice II[13] (Cirene, 25 dicembre 267[14]-221 a.C.[15]), molte nuove onorificenze. Il testo redatto dall’assemblea è conosciuto con il nome di decreto di Canopo[16]. Due trascrizioni dello stesso sono arrivate sino a noi vergate tanto in egizio (geroglifico e demotico) quanto in greco antico e, come per la stele di Rosetta[17][18], hanno avuto una notevole rilevanza per la lettura ed interpretazione dell’idioma egiziano di epoca remota. Nel decreto Tolomeo III cercò inutilmente di aggiungere un giorno ogni quattro anni dopo gli epagomeni (in greco antico ἐπαγόμενα ἡμέρα= giorno supplementare) per impedire lo sfasamento del sistema di divisione del tempo basato su fenomeni astronomici periodici. La tavola di pietra del decreto fu scoperta a Tanis[19] nel 1866[20]. Quando Roma conquistò l’Egitto[21][22] il centro abitato, situato nella provincia Aegyptus prima, diventò celebre per la rilassatezza dei suoi costumi. Infatti Giovenale[23] (Aquino, fra il 50 ed il 60-Roma, successivamente al 127 d.C.) nella sua Satira VI parla dei comportamenti dissoluti dei cittadini di Canopo.
BIBLIOGRAFIA
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[1] Aa.Vv. Egittomania. vol. IV. Novara: De Agostini, 1999, p. 88.
[2] Appia, M. D. Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà nubiane. Milano: Mondadori, 1996, p. 80.
[3] Questo vocabolo viene adoperato per indicare i distretti in cui era ripartito il Paese delle Due Terre.
[4] Coincide con l’area settentrionale dell’Egitto, ovvero con la zona del delta del Nilo.
[5] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Pi-Ramses: la città di Ramses; https://www.storiedistoria.com/2015/08/pi-ramses-la-citta-di-ramses/ [18 agosto 2015].
[6] Lovelli, G. Rerum antiquarum et byzantiarum fragmenta. Tricase: Libellula, 2016, pp. 53-55.
[7] Autore greco di trattati storici.
[8] Sovrano di Sparta e consorte di Elena, che Paride condusse a Troia, provocando la spedizione punitiva greca contro il centro urbano sopracitato.
[9] Divinità della morte e dell’oltretomba.
[10] Faraone egizio, il cui governo rappresentò il momento di massima notorietà dell’Egitto ellenistico.
[11] Fu la divinità più importante degli antichi Egizi.
[12] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 81.
[13] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 425.
[14] Clayman, D. L. Berenice II and the Golden Age of Ptolemaic Egypt. Oxford: Oxford University Press, 2014, p. 4.
[15] Holbl, G. A History of the Ptolemaic Empire. New York: Psychology Press, 2001, p. 128.
[16] Tavola di pietra infissa in posizione verticale nel terreno e recante una iscrizione incisa nel 238 a.C. per omaggiare il re Tolomeo III, la sua consorte e sovrana Berenice e la loro figlia.
[17] Tavola di pietra infissa in posizione verticale nel terreno e recante una iscrizione, incisa nel 196 a.C., in geroglifico, demotico e greco antico.
[18] Aa.Vv. Antiche Civiltà. vol. I. Milano: RCS, 2005, p. 142.
[19] Località archeologica posta nell’area nord-orientale del delta del Nilo, sulla diramazione chiamata appunto tanitica.
[20] Rachet, G. Dizionario Larousse della civiltà egizia. Roma: Gremese, 1994, p. 77.
[21] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 133.
[22] Wilkinson, T. L’antico Egitto. Torino: Einaudi, 2012, p. 509.
[23] Autore di componimenti poetici ed oratore romano.