La battaglia di Zela (47 a.C.)


Lo scontro armato di Zela[1] ebbe luogo il 9 agosto del 47 a.C. fra le forze armate romane (vittoriose), capeggiate da Giulio Cesare[2] (Roma, 13 luglio 101 a.C.[3] o 12 luglio 100 a.C.[4] – Roma, 15 marzo 44 a.C.), e quelle (perdenti)[5] di Farnace II[6] (… – 47 a.C.), figlio[7] di Mitridate VI[8] (132 a.C. – Panticapeo, 63 a.C.[9]) e sovrano[10] del Ponto[11].

Giulio Cesare

Le truppe del Ponto difendevano e controllavano il colle dove sorgeva Zela, mentre Cesare si impadronì di una collina posta a breve distanza. Mentre i Romani stavano fortificando[12] il luogo dove erano posizionati, gli avversari li attaccarono inaspettatamente, cogliendoli di sorpresa dal momento che i Quiriti ritenevano assurdo lasciare una postazione privilegiata, come quella di Zela, per aggredire il loro campo in pendenza. Dopo qualche istante di caos, nei quali i Romani subirono la perdita di diversi soldati, Cesare dispose le milizie (più abili nel combattimento ed affidabili di quelle avversarie) in modo tale da respingere le azioni ostili ed in seguito passare alla controffensiva. Dispose in schiera le sue quattro unità militari, la Legio VI Ferrata a destra, successivamente la Pontica, la Legio XXII Deiotariana[13] ed in conclusione la XXXVI a sinistra. Le forze armate del Ponto, pertanto, furono costrette ad indietreggiare in modo disordinato dall’altura, per essere dopo battute in maniera completa[14].

Fu una battaglia cruenta, protrattasi per cinque ore. L’esercito di Cesare subì ingenti perdite, mentre quello di Farnace, che aveva pressappoco 20.000 militi, venne sconfitto definitivamente[15]. Successivamente all’affermazione militare, Cesare andò a Zela e da quella città mandò a Roma il seguente messaggio “Veni, vidi, vici[16] (alla lettera Venni, vidi, vinsi). Questa sua frase venne scolpita su un cilindro marmoreo, che purtroppo, da poco tempo, è stato asportato illecitamente.

 

Farnace II

 

BIBLIOGRAFIA

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CANFORA, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza, Bari 1999;

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S.J. KOVALIOV, Storia di Roma, Pgreco, Roma 2011;

LOVELLI, (1° Aprile 2014). Caio Giulio Cesare: il conquistatore della Gallia. Recuperato il 9 Marzo 2020, da Storie di Storia: https://storiedistoria.com/2014/04/caio-giulio-cesare-il-conquistatore-della-gallia/;

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ZIOLKOWSKI, Storia di Roma, Bruno Mondadori, Milano 2006.

[1] Attualmente Zile, località situata nella Turchia orientale, nella provincia di Tokat. È bagnata dal fiume Cekerek.

[2] Per avere informazioni dettagliate su Caio Giulio Cesare è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Caio Giulio Cesare: il conquistatore della Gallia; https://storiedistoria.com/2014/04/caio-giulio-cesare-il-conquistatore-della-gallia/ [1 aprile 2014].

[3] Carcopino, J. Giulio Cesare. Santarcangelo di Romagna: Rusconi Libri, 1981, pp. 241-284.

[4] Canfora, L. Giulio Cesare. Il dittatore democratico. Bari: Laterza, 1999, p. 449.

[5] Michelet, J. Storia di Roma. Santarcangelo di Romagna: RL Gruppo Editoriale, 2009, p. 466.

[6] Sampoli, F. Marc’Antonio. Roma: Newton Compton, 1989, p. 106.

[7] Montanelli, I. Storia di Roma. Milano: RCS Libri, 1997, p. 242.

[8] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 182.

[9] Appiano, Guerre Mitridatiche, 112.

[10] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 215.

[11] Lo Stato monarchico del Ponto si trovava nell’Anatolia nord-orientale, fra i corsi d’acqua Fasis e Halys ed il litorale del Mar Nero.

[12] Aa.Vv. La Grande Storia. vol. XII. Milano: RBA ITALIA, 2016, p. 123.

[13] Deiotaro, tetrarca della Galazia, fu un leale alleato di Roma.

[14] Goldsworthy, A. Caesar. Londra: Orion, 2006, pp. 446-447.

[15] Aa.Vv. Atlante Storico. Milano: Rizzoli Larousse, 2004, p. 89.

[16] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 277.


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