Per la rubrica Mondo scrittura proponiamo il quarto articolo della serie di Cristina M. Cavaliere dedicata alla punteggiatura. Oggi si parla dei puntini di sospensione e delle virgolette.
Tre sorelle (Terri, Debbie, Peggy)
di Emile Vernon (1872-1919) L’uso continuato… dei tre puntini di sospensione…
diventa un po’ stucchevole.
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Graficamente, si uniscono alla parola che precede (quindi non ci vuole lo spazio), ma richiedono uno spazio dopo, a meno che non vi sia una parentesi di chiusura o un punto interrogativo.
I puntini di sospensione indicano una frase non conclusa, in genere dovuta ad un’esitazione, a una reticenza o ad un’allusività, o qualsiasi altro stato d’animo sfumato. Facciamo qualche esempio servendoci del nostro marchese Marcello che vuole invitare a cena l’infermiera conosciuta in ospedale. Indicano:
- un’interruzione nel discorso: “Se posso invitarla… Se non le dispiace…”
- un’esitazione: “Mah… Non so… proprio stasera ho un impegno…”
- un dubbio: “Forse non le fa piacere ricevere il mio invito…”
- confusione o agitazione: “No, è che… non me lo aspettavo… davvero…”
- e naturalmente, una reticenza: Marcello portò a cena l’infermiera conosciuta in ospedale e… il resto ve lo lascio immaginare.
Sono molto usati per riprodurre il linguaggio frammentato e concitato della lingua parlata. Altri usi sono:
- in sostituzione della parte di una parola che, pronunciata per esteso, risulterebbe turpiloquio o imprecazione. In questo caso le lettere sostituite sono all’inizio o alla fine della parola stessa. “vaff…”
- nell’ambito di una citazione, per segnalare l’omissione di una o più parti. In questo caso sono spesso messi tra parentesi quadre. “Tra le cose più preziose possedute dal marchese Marcello c’era un appendiabiti in bronzo forgiato a mo’ di testa di cervo, dove le punte delle corna costituivano i ganci. Siccome era tedesco, c’era anche la scritta […] a caratteri gotici”.
- in un elenco, per indicare che l’elenco prosegue. “Marcello ha comprato dal gioielliere un anello con rubino, un diamante da 10 carati, quattro smeraldi…”
Già, ma dopo i puntini di sospensione si inizia la frase successiva con la lettera maiuscola o minuscola? Dipende: se i puntini di sospensione sostituiscono il punto fermo, e quindi la chiusura di una frase, inizieremo la successiva con la lettera maiuscola, se invece li intendiamo proprio nel loro carattere sospensivo, andremo avanti con la minuscola. Non è una regola ferrea, e va molto a gusti. Potremo quindi scrivere:
Carlotta continuava a ripensare al fidanzato fedifrago… Era tempo, tuttavia, di lasciarsi quella storia alle spalle.
Carlotta continuava a ripensare al fidanzato fedifrago… e provava una grande voglia di rivederlo.
Il principe Andrej Ivanovič Vjazemskij di Jean-Louis Voille, 1774. Visto che si parla di sergenti… |
A livello tipografico ne abbiamo tre tipi:
- virgolette alte (“ ”)
- virgolette basse (« »), chiamate anche a caporale o a sergente
- virgolette alte semplici o singoli apici (‘ ’)
Le virgolette sono usate anche per distinguere una parola, spesso in senso ironico:
Il duca Pucci acquistò quel quadro in seguito alla valutazione di un “esperto” e mal gliene incolse.
Nei giornali si fa uso di virgolettato quando si riproducono pensieri o frasi del soggetto di cui si parla:
Pucci al congresso: “Protagonisti del cambiamento”
Il duca Pucci levò il calice e incominciò a cantare a squarciagola: – Libiamo, libiamo nei lieti calici! –
E come ci si comporta quando le virgolette incrociano altri segni di punteggiatura? La norma dice che il segno di punteggiatura va posto fuori dalla virgoletta, a meno che non sia un punto esclamativo o un punto interrogativo. Quindi dovrebbe essere:
Il duca Pucci disse: “Domani andrò a cavallo”.
Il duca Pucci esclamò: “Domani andrò a cavallo!”
Io non intendo complicarmi la vita e sostengo che a volte è bene impiparsene delle regole se la frase risulta comprensibile. Quindi metto tutti i segni all’interno delle virgolette, e chi s’è visto s’è visto.
Lo scrittore Dino Buzzati |
Una mattina del febbraio 1960, a Milano, l’architetto Antonio Dorigo, di 49 anni, telefonò alla signora Ermelina.
“Sono Tonino, buongiorno sign…”
“È lei? Quanto tempo che non si fa vedere. Come sta?”
“Non c’è male, grazie. Sa in questi ultimi tempi un mucchio di lavoro e così… senta potrei venire questo pomeriggio?”
“Questo pomeriggio? Mi faccia pensare… a che ora?”
“Non so. Alle tre, tre e mezza”
“Tre e mezza d’accordo”
“Ah senta, signora…”
“Dica, dica”
“L’ultima volta, si ricorda?… insomma quella stoffa per essere sincero non mi finiva di piacere, vorrei…”
Grazie mille per aver riproposto il mio articolo, Isabel.
Grazie a te, Cristina!! 🙂
isab nic
Non male una rinfrescata su virgole, puntini, virgolette&co… Grazie!
Grazie a te! È sempre un piacere, poi, farlo nel modo simpatico in cui la ripropone la nostra Cristina 🙂
Coffee Break
Ottima idea :-)
Maria Simeone
Molto interessante e utile! Grazie !
Grazie Maria 🙂
Antonio Asmodeo
Molto interessante.Fosse altro per comprendere come attaccare il tradizionalismo contemporaneo, in merito alla letteratura e allo scrivere.Immagino Rimbaud come avesse reagito, ma come dire, per distruggere il nemico bisogna conoscerlo.Lode a questa iniziativa, molti risparmieranno tempo e soldi, per i correttori di bozza specializzati!Due citazioni per l'occorrenza se mi permetti cara amica:
"abolire anche la punteggiatura. Essendo soppressi gli aggettivi, gli avverbi e le congiunzioni, la punteggiatura è naturalmente annullata, nella continuità varia di uno stile vivo che si crea da sé, senza le soste assurde delle virgole e dei punti"
Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto tecnico della letteratura futurista, 1912
"Ho lavorato ad un poema tutto il giorno. Al mattino ho aggiunto una virgola e nel pomeriggio l'ho tolta".
Oscar Wilde
Un saluto e continua così
Ciao Antonio, grazie 🙂
Sarò anche una bigotta tradizionalista ma a me la letteratura futurista infatti è sempre "stata sul gozzo" 😀
In compenso la mia mania per la revisione continua mi fa rispecchiare nelle parole di Wilde. 😉
Un caro saluto anche a te.
Antonio Asmodeo
Isabel lungi da me definirti Bigotta,anzi con quel sorriso cosi sincero e quella passione così filantropica,ne rappresenti proprio l'opposto!Il mio voleva essere un piccolo spunto di riflessione a spingerci anche oltre,ma solo dopo aver imparato bene la tradizione e le sue regole.Io ahime sto ancora recuperando gli errori dei miei insegnanti e lo faccio leggendoti.Delle prof di lettere ricordo solo l'aspetto austero .Lode, lode, lode alla tua stupenda iniziativa….Un caro saluto
p.s.accetto correzioni in termini di punteggiatura su ciò che ho scritto da una maestra ineccepibile.Tu!ti seguo
Antonio, la mia era solo una battuta per strappare un sorriso, niente di che 🙂 Ho capito bene il significato delle tue parole. Sebbene mi auguro anche io di non fare errori di punteggiatura (ahimé di battitura ne faccio eccome 😛 ), gli articoli in questione li dobbiamo alla carissima e bravissima Cristina M. Cavaliere, una scrittrice davvero meritevole che abbiamo l'onore di ospitare nel blog. Spero ci vorrai sempre seguire. 🙂 🙂
Grazie a tutti i commentatori per i loro contributi e onore all'eterno Oscar Wilde. Isabel, anche a me Marinetti e i futuristi sono sempre stati sul gozzo, quindi sfondi una porta aperta.
Per quanto riguarda la diatriba non solo sulla punteggiatura, ma anche su tutto il resto come l'uso degli aggettivi, degli avverbi – forse che sì, forse che no – vi propongo il geniale epitaffio di Madame de Maintenon, ultima moglie di Luigi XIV, che ho deciso di adottare con tanto di virgolette sergente: « Nella lunga esperienza che ho accumulato – giacché ho superato le 80 primavere – ho potuto constatare che la Verità esiste solo in Dio, e il resto non è che questione di punti di vista. »
Concordo anche io pienamente con Madame de Maintenon 😉
Annarita Pinto
Ciao +Isabel Giustiniani ho letto il tuo articolo e gironzolato nel sito. Premetto non sono una gran lettrice di libri, spesso dico che non ho tempo per leggerli, ma probabilmente non mi piace molto altrimenti il tempo lo troverei. Il tuo modo di scrivere mi ha colpito parecchio, tantè che l'ho letto tutto. Complimenti, raramente mi capita, se qualcosa non mi colpisce già alle prime righe non mi soffermo. Ti faccio i complimenti per questo, hai talento! Buona giornata :-)
Ciao Annarita. L'articolo è di Cristina M. Cavaliere, collaboratrice al blog, ma spero che tu, gironzolando per il sito, abbia apprezzato anche qualcosa di mio perché le tue parole mi hanno fatto arrossire 😀 😉
Per esempio http://www.isabelgiustiniani.com/2014/09/mondo-scrittura-linfodump-forse-che-si.html
Io penso che tu, semplicemente, non abbia trovato delle letture che ti abbiano stuzzicato a sufficienza. Io stessa passo dei periodi in cui non mi sembra più di apprezzare le lettura, ma in realtà magari solo solo incappata in libri che non mi coinvolgono e non appena ne trovo uno… le pagine iniziano a volare!
Un saluto e spero tu voglia continuare con piacere a seguirci 🙂 Ciao!
Grazie ad Annarita per il suo commento. Da quando ho scoperto il blog di Isabel, lo seguo sempre perché è una miniera d'oro: un luogo ricco di articoli e informazioni sia per gli appassionati di Storia che per i lettori/narratori.
Grazie Cristina!! Io e Giampiero ultimamente abbiamo davvero poco tempo per il blog, ma cerchiamo di tenerlo vivo. Se poi, ogni tanto, arriva qualche apprezzamento come questo è una piccola grande soddisfazione. 🙂
Annarita Pinto
Ciao Isabel si si poi ho notato era una rubrica ma i complimenti rimangono ugualmente, è un blog accattivante, interessante, insomma da sfogliare come un libro.
Ti ringrazio ancora, Annarita, se veramente gentilissima 🙂
Elio Mazzotta
Mi è servito come ripasso:ci ritornerò per migliorare nella punteggiatura….è passato così tanto dagli anni di scuola.
È vero, Elio, i ripassi non fanno mai male. Poi se sono anche "leggeri" nell'esposizione, tanto meglio 🙂