Togo: il cane eroe della Corsa al Siero del 1925


La corsa al siero del 1925, o “Serum Run to Nome“, è un evento storico che ha catturato l’immaginazione di molti, grazie al coraggio di uomini e cani che hanno affrontato il gelido inverno dell’Alaska per salvare una città. Tra i veri protagonisti c’è Togo, un cane husky siberiano che ha svolto un ruolo cruciale in questa missione di salvataggio.

La storia di Togo inizia nel 1913 quando, ancora cucciolo, venne scartato dal suo proprietario, Leonhard Seppala, un allevatore norvegese di husky siberiani provenienti dalla linea Chukchi della Siberia. Togo, chiamato così in onore dell’ammiraglio giapponese Heihachiro Togo, aveva sviluppato un problematico disturbo alla gola che spinse Seppala a darlo via in adozione.

Il cucciolo, tuttavia, aveva idee diverse sul luogo dove desiderava vivere e scappò dalla nuova famiglia adottante saltando da una finestra per tornare da Seppala. L’uomo si arrese a tenerlo con sé e non passò molto tempo che si rese conto di possedere un animale dal talento eccezionale: Togo, nel suo primo giorno di allenamento, percorse oltre 120 km, un’impresa che Seppala, nonostante i suoi anni di esperienza, non aveva mai visto essere compiuta da un giovane e inesperto cane da slitta.

 
Leonhard e Togo
 

La missione cruciale: la Corsa al Siero per Nome

Nel 1925, un’epidemia di difterite colpì la piccola città di Nome, in Alaska. Nome, situata a 2 gradi a sud del Circolo Polare Artico, ospitava 455 nativi dell’Alaska e 975 coloni europei. Da novembre a luglio, il porto di Nome sulla costa meridionale della Penisola di Seward nel Mare di Bering era bloccato dal ghiaccio e inaccessibile alle navi. In questo periodo, l’unico collegamento con il resto del mondo era il Sentiero Iditarod, un percorso di 938 miglia tra Seward e Nome.

Qualche mese prima dell’inverno 1924-1925, Curtis Welch, l’unico medico di Nome, ordinò una nuova fornitura di antitossina per la difterite perché le scorte all’ospedale erano scadute. Purtroppo, la spedizione non giunse prima che l’inverno bloccasse il porto. Con l’arrivo dell’inverno comparvero alcuni casi di apparente tonsillite che si moltiplicarono rapidamente e portarono alla morte di alcuni bambini.

A metà gennaio il Dr. Welch diagnosticò ufficialmente il primo caso di difterite e, riconoscendo l’arrivo imminente di un’epidemia, assieme al sindaco George Maynard, impose misure di isolamento che tuttavia si rivelarono insufficienti. Alla fine del mese c’erano già decine di casi confermati e persone a rischio. Senza l’antitossina si temeva che una totale mortalità delle persone contagiate.

Data l’impraticabilità delle vie aeree e marittime a causa delle condizioni climatiche, l’unica soluzione per trasportare l’antitossina necessaria era via terra, attraverso una staffetta di slitte trainate da cani.

 
Nome Serum Run
 

Leonhard Seppala e il suo cane guida Togo furono scelti per coprire uno dei tratti più ardui e pericolosi del percorso. Con una corsa di oltre 420 chilometri in condizioni proibitive, tra ghiaccio sottile e temperature sferzanti, la squadra di Seppala e Togo affrontò il vento impetuoso e terre insidiose. L’attraversamento del fiume Norton Sound si rivelò uno dei momenti più difficili dal momento che un solo passo falso avrebbe potuto condannare l’intera missione, ma l’esperienza e l’istinto di Togo giocarono un ruolo essenziale, guidando la squadra con perspicacia e resistenza.

Grazie alla straordinaria prestazione di Togo e Seppala, l’antitossina raggiunse Nome e permise di salvare innumerevoli vite. Anche se Balto è spesso ricordato per aver salvato la cittadina, fu Togo, un Siberian Husky, a condurre il tratto più difficile del viaggio.

 
La squadra di cani di Seppala
 

Togo e Balto: due storie di eroismo

Inizialmente, l’impresa di Togo fu in parte oscurata dalla figura di Balto, a torto considerato l’unico eroe della corsa al siero. È solo con il passare del tempo e grazie a studi e ricerche che si è cominciato a comprendere la portata del contributo di Togo.

Entrambi i cani sono stati fondamentali, ma il loro contributo è stato diverso. Mentre Balto ha concluso l’ultima parte del viaggio ed è stato ampiamente riconosciuto, Togo ha permesso che la missione potesse avere successo grazie alla sua capacità di percorrere il tratto più lungo e pericoloso.

Balto, nella squadra Gunnar Kaasen, divenne presto un simbolo pubblico, celebrato con statue e film. Tuttavia, è importante comprendere che Togo, sotto la guida di Seppala, ha coperto una distanza quattro volte superiore a qualunque altro cane della corsa. Considerando che, all’epoca, aveva già 12 anni di età ed era quindi un cane anziano, la sua impresa diventa ancora più straordinaria.

Togo si ritirò a Poland Spring, nel Maine, dove morì all’età di 16 anni. Oggi, la sua pelle montata è esposta al museo Iditarod Trail Sled Dog Race Headquarters a Wasilla, in Alaska, mentre il Peabody Museum of Natural History della Yale University conserva il suo scheletro.

 
Togo. Iditarod Trail Sled Dog Race Headquarters museum
 

Il lasciato di Togo: Iditarod e oltre

Togo ha lasciato un’impronta indelebile che va oltre il giornaliero resoconto della corsa del 1925. La sua eredità ha ispirato la creazione della famosa corsa Iditarod, una sfida annuale di resistenza che attira cani e musher da tutto il mondo. Questa gara, spesso denominata “L’ultima grande corsa sulla Terra“, ripercorre parzialmente il tragitto della corsa al siero, richiamando l’attenzione agli eroi originali come Togo.

Gli insegnamenti derivati dalla storia di Togo e la sua resilienza continuano a ispirare generazioni, sottolineando l’importanza di perseveranza, leadership e perché no, dell’amicizia tra l’uomo e il cane nella conquista delle avversità.

Togo non solo ha lasciato un segno nella storia ma continua a vivere anche nella cultura contemporanea. La sua storia è stata raccontata attraverso film, libri e racconti che cercano di rendere giustizia al suo contributo durante la corsa al siero. Fra questi, il film “Togo” del 2019, che ha ricevuto riconoscimenti per la sua rappresentazione autentica del viaggio eroico di Togo e Seppala.

Memorabilia che celebrano Togo vengono ricercati da collezionisti e appassionati di storie di cani eroici, con mostre dedicate che pongono l’accento sulle sfide della famosa corsa. Togo vive anche attraverso statue e dediche, che non solo onorano la sua memoria ma educano nuove generazioni sulla sua inestimabile eredità.

 
Togo. Film 2019 con Willem Dafoe
 

Non ho mai avuto un cane migliore di Togo. La sua resistenza, lealtà e intelligenza erano impareggiabili. Togo è stato il miglior cane che abbia mai percorso i sentieri dell’Alaska.

Leonhard Seppala

 

Storie straordinarie di cani famosi

4.0
Amazon.it
In qualità di Amazon Associate, guadagno dagli acquisti qualificati senza alcun costo aggiuntivo da parte vostra.
Il cane è probabilmente l'essere vivente più fedele, fidato e amorevole che esista. Milioni di cani vivono insieme ad altrettanti padroni, e con loro intessono storie di vita che non conosciamo e non conosceremo mai. Ma ogni tanto, e spesso per caso, uno di loro sale sul palcoscenico della Storia, viene illuminato dai riflettori della fama, oppure semplicemente ama troppo. Questo libro raccoglie i più incredibili, picareschi, divertenti e commoventi capitoli del grande romanzo che racconta il rapporto fra noi e i nostri più antichi compagni di strada, ripercorrendo le gesta dei suoi straordinari protagonisti: Laika, Togo, Balto, Hachiko, Lampo e tanti altri, che con le loro imprese ci ricordano quanto possano essere eroici e geniali i nostri amici a quattro zampe, e anche che la vera impresa che ogni cane compie, giorno dopo giorno, è quella di renderci migliori.
 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *