Il “Mosteiro de Santa Maria de Alcobaça” è un antico monastero di origine medievale che si trova nell’omonima cittadina di Alcobaça ed è stato una delle più importanti, e dal più ampio significato, sedi cistercensi della penisola iberica nel Regno emergente del Portogallo.

Fondato da D. Afonso Henriques nel 1153, il monarca lo concesse a Bernardo di Chiaravalle attribuendo all’Ordine dei Cistercensi anche un territorio di circa 44.000 ettari. Le motivazioni di una donazione tanto consistente vanno cercate non secondariamente nell’importante ruolo politico di Bernardo di Chiaravalle, una delle figure più influenti dell’Europa del XII secolo. All’epoca infatti Alfonso I del Portogallo non era ancora stato riconosciuto da Roma come re e un tale gesto mirava a portare alla propria causa l’influenza di questo cruciale personaggio della Curia romana. Si può affermare quindi che l’indipendenza del Portogallo sia intrinsecamente legata alla realizzazione del Monastero di Alcobaça. La costituzione di questo vasto dominio consolidò definitivamente la posizione dei Cistercensi nella penisola iberica.

L’opera di edificazione si è sviluppata e modificata lungo diversi secoli testimoniando i periodi d’oro della storia del Portogallo e mischiando molti stili diversi. Il progetto architettonico di base segue la filosofia di austerità e semplicità sostenuta da S. Bernardo

con linee pulite e poche decorazioni, fatta salve qualche immagine mariana. La facciata esterna originale della chiesa è barocca con un portone romanico mentre il perimetro esterno presenta la tipica merlatura medievale ma con torri risalenti al XVIII secolo. 
 

I lavori iniziarono nel 1178 cominciando dalla Chiesa, che doveva diventare la più grande abbazia gotica in Portogallo, proseguendo in parallelo con la costruzione delle ali monastiche. Nel XIII secolo furono edificate parte delle dipendenze medievali come la Sala Capitolare, il Dormitorio, la Refettorio e le Celle dei monaci. La Sala Capitolare del monastero era usata dai monaci per discutere di problemi quotidiani e particolari questioni o anche per leggere la “regola di San Benedetto”, alla base di tutti gli ordini monastici del tempo.
Nel 1308, per ordine di D. Dinis, sorge il chiostro e, nel XIV secolo, vengono deposti nel Transetto della Chiesa le tombe di D. Pietro e D. Ines de Castro, unici esempi di sepolcri in scultura gotica esistenti nel Paese.

Nel XVI e XVII secolo l’Ordine dei Cistercensi detiene un grande potere economico e intraprende una serie di lavori tra cui la Sagrestia Nuova, il Sobreclaustro, la Sala dei Re e il Palazzo Abbaziale. Sulle ali nord e sud della chiesa si creano altre dipendenze e un quinto chiostro, chiamato Rachadouro, dove si trovavano le botteghe, l’archivio e la biblioteca. Questa contenevanumerosi libri trascritti dai monaci sulla storia del Portogallo nonché di argomento religioso ed era una delle più grandi del Portogallo. Nel XIX secolo, durante l’invasione francese, fu saccheggiata e molti libri rubati; ad oggi la biblioteca conta un centinaio di manoscritti medievali a cui si aggiungono dei testi conservati nella biblioteca di Lisbona. 

 

Nella seconda metà del XVII secolo il barocco raggiunge il suo apogeo estetico e artistico e la sua testimonianza nel Monastero di Alcobaça é rappresentata dalla Cappella Santuario conosciuta come “O Espelho do Céu”, lo specchio del cielo, e dal gruppo scultoreo “La morte di San Bernardo”.

Nella seconda metà del XVIII secolo fu costruita la Cappella do Desterro e la Cucina Nuova, entrambe completamente rivestite con piastrelle azulejos. A seguito dei danni causati dal terremoto del 1755 fu ricostruita anche la Sagrestia Nuova, precedentemente di stile manuelino.
Per ultima, nel 1770, fu eretta la Sala dos Túmulos in stile neogotico disegnata da William Eldson.

Nel 1834 tutti gli ordini religiosi in Portogallo furono soppressi e le loro proprietà nazionalizzate. Da quel momento il monastero fu occupato, convertito e adattato a diverse funzioni pubbliche e private.

La monumentalità, la bellezza e la locazione di questa abbazia portarono l’Unesco a classificarla Patrimonio Mondiale nel 1989.

Abbazia

Consacrata nel 1252 costituisce il primo esempio di gotico portoghese. Le sue grandi dimensioni e la notevole eleganza delle proporzioni fanno di questa abbazia una perfetta dicotomina pietra/luce.

La pianta è a croce latina composta dalla navata centrale, divisa in tre e lunga 100 metri, e dal transetto dove sono collocate le tombe di D. Pietro e D. Ines de Castro.
La costruzione, iniziata nel 1178, è stata avviata dalla testa (cappella principale) che è costituita da un ambulatorio con nove cappelle radiali di forma trapezoidale, collegate insieme e coperte da volte a botte.
La forte verticalità dell’ambiente (oltre venti metri di altezza) gli conferisce una bellezza unica. Le pareti e le colonne della chiesa non hanno decorazioni mentre l’illuminazione è demandata a file di finestre lungo le navate a cui si aggiunge un rosone sulla facciata principale. L’illuminazione e i giochi di luce sono il vero spattacolo di questa chiesa la cui maestosità, proprio in ragione dell’essenzialitá delle sue forme, non può che emozionare.

Il transetto nord ha accesso diretto al Dormitorio dei monaci mentre, al vertice opposto sotto un grande rosone e due grandi finestre, vi è ancora la porta verso il Cimitero dei monaci, comunemente chiamata “Porta dei Morti”.

La Chiesa presenta inoltre un bellissimo Pantheon Reale ricostruito nel XVIII secolo in stile neogotico dopo che il terremoto del 1755 distrusse quello originale. Nel Pantheon si trovano le tombe dalla regina Urraca di Castiglia moglie di Alfonso II e della regina Beatrice di Castiglia moglie di Alfonso III.

Túmulo de D. Pedro

Ragioni di Stato obbligarono D. Pedro, figlio ed erede di D. Alfonso IV, a sposarsi con D. Costança, Infanta de Castela. D. Pedro si innamorò di D. Ines de Castro, dama di compagnia della moglie. Alla morte di questa D. Pedro andò a vivere con D. Ines a Coimbra. D. Alfonso IV, giudicando pericolosa la famiglia di lei, mandò quattro sicari ad ucciderla il 7 gennaio del 1355. Dopo la morte del padre D.Pedro si vendicò degli assassini facendo loro strappare il cuore. La leggenda dice che fece riesumare il corpo dell’amata, affermando di averla sposata, la fece incoronare e obbligò tutta la corte a inginocchiarsi davanti a lei e baciarle la mano.

La decorazione della tomba di D. Pietro I è prevalentemente composta da edicole gotiche contenenti momenti della vita di San Bartolomeo.
Nella parte anteriore si trova l’elemento più emblematico: un rosone che comprende diciotto edicole disposte in due fasce circolari concentriche dove viene rappresentata la Ruota della Vita (esterno) e la Ruota della Fortuna (all’interno). Verso l’alto, da sinistra a destra, sono raffigurati i momenti felici, mentre quelli tragici vanno dall’alto verso il basso. Al punto dove D. Pedro è rappresentato avvolto nella sua tomba si contrappone l’immagine opposta del re sul trono. In verticale si può leggere la frase “A (qui) é o Fim do Mu(ndo)”, qui è la fine del mondo.
D. Pedro insistette che la sua statua fosse voltata verso D. Ines, in modo che la prima cosa che avesse visto il giorno del Giudizio Universale fosse la sua amata.

Túmulo de D. Inês

La tomba di Inês de Castro si poggia su sei supporti raffiguranti ibridi di volti umani e corpi di animali. Le edicole lati sono completamente riempite con scene del Nuovo Testamento che terminano nel lato di facciata con la raffigurazione del Calvario. Al lato opposto, a fronte dei piedi, è rappresentato il Giorno del Giudizio.

Claustro de D. Dinis

Centro nevralgico di tutta l’Abbazia, accesso obbligatorio per tutte le dipendenze, è stato anche il luogo di lettura e meditazione per eccellenza. Viene chiamato infatti anche“Chiostro del Silenzio” ed èuno dei più grandi di tutta l’Europa; le colonne che lo circondano sono decorate con capitelli con motivi animali e vegetali ad opera degli architetti portoghesi Domingo Domingues e Maestro Diogo. Al suo centro si trova una fontana rinascimentale dove compaiono stemmi e grifoni.

Questo chiostro è l’unico medievale del Monastero di Alcobaça e fu costruito durante il regno di D. Dinis, presumibilmente tra il 1308 e il 1311, rimanendo uno dei più begli esempi di gotico portoghese. Più tardi, durante il regno di Manuel I (1495-1521) per ordine dell’abate D. Jorge de Melo, gli è stato aggiunto un piano superiore (Sobreclaustro).
Tutto il soffitto è a volta, con archi a schiena perfetta e ogivali. Interessante vedere come le volte accompagnino l’asimmetria della costruzione, essendo questa irregolare, soprattutto a ovest.
A risaltare l’evoluzione della costruzione nel tempo si possono distinguere alcuni elementi arcaici affiancati ad altri databili al XIV secolo.

Su un lato del chiostro si affaccia anche la bellissima “Sala Dos Reis”, sala dove sono conservate le statue dei reali di Portogallo e che ha la caratteristica di essere quasi completamente coperta di azulejos del XVIII secolo raffiguranti scene che ricordano la fondazione del monastero.

Capela Relicário (Cappella Santuario)

Integrata nella Sagrestia Nuova e situata sulla sua cima, questa Cappella di suprema bellezza e spiritualità, “Lo specchio del cielo” secondo Reynaldo dos Santos, fu costruita tra il 1669-1672.
La sua pianta è ottagonale e l’interno è interamente rivestito di una foglia dorata. Riceve luce da un lucernario nel soffitto che accentua ulteriormente l’atmosfera particolare dell’ambiente. Il polittico barocco dorato e policromo ospita 89 sculture e reliquie raccolte in nicchie che si sviluppano su sei livelli.
Al centro si trova la Vergine, figura centrale di tutta l’iconografia cistercense, mentre alla sua destra è stata collocata la figura di S. Benedetto e la sua sinistra per S. Bernardo.

Cucine

La cucina medievale era situata ad ovest del Refettorio, adiacente a questo come garanzia di funzionalità. Fu distrutta nel XVII secolo durante la costruzione del Chiostro D. Alfonso VI, e si conserva solo la traccia della porta romanica di accesso.
La cucina attuale, situata tra il Refettorio e la Sala dei Monaci, dispone al centro di un grande camino rivestito con piastrelle come tutte le pareti interne e, sullo sfondo, si trova una vasca con acqua (Levada) destinata a vari tipi di lavaggi.
Inoltre l’ingegno cistercense aveva creato un canale che trasportava l’acqua, e persino il pesce fresco, dal fiume Alcoa direttamente in cucina.

Refettorio

Situato accanto alla cucina esistente il Refettorio è una sala imponente, sia per la dimensione che per la complessità architettonica e cura strutturale.
L’interno è costituito da tre navate a volta, divise da due file di quattro colonne che danno armonia e unità all’intero spazio.
Si evidenzia in particolare l’elegante Púlpito do Leitor, che si trova ad ovest, dove un monaco ogni giorno era incaricato della lettura religiosa durante i pasti. L’accesso a questo pulpito è tramite una piccola scala.
Ci sono altri due passaggi: uno conduce direttamente alla vecchia cucina medievale ormai scomparsa, e l’altro al cortile. 

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