Lo scontro armato dei Salici[1] si svolse nel 377 d.C., nei pressi del sito conosciuto con il nome di ad Salices (vicino a Marcianopoli[2] in Mesia[3]), tra le truppe dell’impero romano ed i reparti militari dei Visigoti[4] guidati da Fritigerno[5][6], in gotico Frithugairns (desideroso di pace).
PRESUPPOSTI
I Goti[7] si erano rivoltati contro i Romani poco tempo prima ed avevano invaso la penisola balcanica[8] (376 d.C.). L’imperatore d’Oriente Valente (Cibalae, 328-Adrianopoli, 9 agosto del 378 d.C.), cessata la guerra[9] con i Sasanidi, si accinse a dirigersi verso occidente. Intanto impose ai suoi comandanti Traiano e Profuturo di procedere verso settentrione con tre unità militari armene[10]. Le legioni di Valente si unirono a quelle dell’impero d’Occidente, capeggiate da Ricomere[11], giunte da occidente. I comandanti stabilirono di attaccare i Goti, sistematisi provvisoriamente nel sito ad Salices, a poca distanza da Marcianopoli.
SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO ARMATO
La narrazione del combattimento è di Ammiano Marcellino[12] (Antiochia di Siria, 330/332 pressappoco-Roma, intorno al 397 d.C.). I Goti misero i loro carri in circolo, realizzando così un riparo in cui rifugiarsi qualora fossero stati in difficoltà. Uno dei generali dei Romani, Profuturo, venne ucciso, potendo contare gli stessi su un numero inferiore di soldati, ma, avendo una migliore organizzazione militare, ammazzarono molti militi visigoti. Ad un certo momento della battaglia lo schieramento laterale sinistro romano indietreggiò[13], ma ebbe truppe e mezzi militari a sostegno e quindi riprese la sua collocazione originaria. Il combattimento, caratterizzato da notevole spargimento di sangue, si protrasse sino al tramonto, terminando senza né vincitori né vinti[14]. I Romani si ritirarono a Marcianopoli mentre i Goti restarono dietro i loro carri posti in circolo per diversi giorni[15] dopo lo scontro armato.
RIPERCUSSIONI
In seguito i Romani poterono disporre di ulteriori contingenti ed il loro generale, Saturnino, volle ridurre alla fame gli avversari, ma i Goti invocarono ed ebbero l’appoggio degli Alani[16], riuscendo a depredare[17] l’area in cui erano stanziati. Il conflitto durò a lungo, concludendosi con la disfatta[18] ed il decesso[19] di Valente nel combattimento di Adrianopoli del 378[20] d.C. e la stipula della pace nel 382[21] d.C.
BIBLIOGRAFIA
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[1] Kulikowski, M. Rome’s Gothic Wars: From the Third Century to Alaric. Cambridge: Cambridge University Press, 2006, pp. 138-139.
[2] Fondata per volontà dell’imperatore Traiano.
[3] Provincia dell’impero romano che comprendeva soprattutto le odierne Serbia e Bulgaria.
[4] Popolazione originaria della Scandinavia, facente parte del raggruppamento sociale autonomo dei Goti.
[5] Monarca visigoto.
[6] Frediani, A. Gli ultimi condottieri di Roma. Roma: Newton & Compton, 2001, p. 27.
[7] Tribù germaniche orientali provenienti dall’isola di Gotland e dalla terra di Götaland in Svezia.
[8] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 505.
[9] Ostrogorsky, G. Storia dell’impero bizantino. Torino: Einaudi, 1993, p. 46.
[10] Richardot, P. La fin de l’armée romaine (284-476). Parigi: Economica, 2005, p. 305.
[11] Soldato franco che militò nelle forze armate romane.
[12] Autore romano di trattati storici di epoca tardo-imperiale.
[13] Frediani, A. Le grandi battaglie di Roma antica. Roma: Newton & Compton, 2002, p. 327.
[14] De Jaeghere, M. Gli ultimi giorni dell’impero romano. Gorizia: Leg, 2016, p. 225.
[15] Barbero, A. Barbari: Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano. Roma-Bari: Laterza, 2006, pp. 118-119.
[16] Popolazione senza dimora stabile di etnia iranica.
[17] Brandt, H. L’epoca tardo antica. Bologna: il Mulino, 2005, p. 51.
[18] Montanelli, I. Storia di Roma. Milano: RCS Libri, 1997, p. 408.
[19] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 366.
[20] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 301.
[21] Badel, C.; Inglebert, H. L’Impero Romano in 200 mappe. Gorizia: Leg, 2015, p. 237.