Cantico sull’Oceano – Federica Leva


Sinossi:

Il Louvre sta per chiudere mentre la pioggia battente inonda Parigi. La folla si affretta a uscire ma la musica, quella melodia così eterea ha scelto il momento per compiere, ancora una volta, la sua magia. E, da quel quadro così poco celebre, inizia il racconto della straordinaria vita della donna dipinta.
Siamo nei primi anni del ‘900 ed Elenoire, una talentuosa compositrice e pianista, è combattuta fra l’esigenza di suonare una musica al di fuori dalle convenzioni dell’epoca e le imposizioni conservatrici del marito.
Durante un viaggio verso Nizza, però, qualcosa muterà: la coppia si smarrirà in un villaggio ammantato di surrealismo che permetterà loro di intraprendere un percorso sulla via dell’inevitabile cambiamento. E, sospesi in un mondo fra sogno e realtà, Adrien ed Elenoire saranno costretti ad affrontare le proprie paure e le proprie convinzioni per vivere in eterno attraverso note incantate.

Autore:
Federica Leva. Medico e psicoterapeuta.
Ha all’attivo numerose partecipazioni a premi letterari fantasy e mainstream, con una trentina di premi conseguiti e una dozzina di primi posti. Fra questi, un primo posto al Premio Silmarillion 1999, due secondi posti allo stesso concorso nel 2005 e 2006, numerosi piazzamenti in finale ai Premi Yorick & Howard Club, Ercole Labrone, I Cristalli Sognanti, Premio Courmayeur/San Marino. Nel ’98 finalista al Premio Italia (The international science fiction association of professionals). Nel 2003 terzo posto nell’ambito del Concorso Letterario “Il calice e la spada” di Mogliano Veneto. È stata membro di giuria e presidente di vari concorsi letterari, tra cui “Artenuova” (Genova – 2005 e 2006), “L’olandese Volante” (Verona, 2013) e “Piero Chiara” (Varese). Blogger del portale Laperfettaletizia.com, gestisce una rubrica di medicina e psicoterapia (http://benessere.laperfettaletizia.com/ ) ed è curatrice della pagina culturale FB “Artenuova”. Amministra, inoltre, un blog letterario e uno fotografico.

Prefazione al romanzo a cura della musicista Irene Veneziano:

La voce della terra e del mare.
La voce della libertà.
Un richiamo a conoscersi, o meglio a ri-conoscersi. È un viaggio alla ricerca di sé, quello che Elenoire compie in
Cantico sull’oceano, guidata dal suono della sua voce interiore, dalla musica della sua anima, che come un faro le indica la strada giusta da percorrere.
Elenoire è una musicista, ma prima di tutto è una donna. Una donna infelice e rassegnata, bloccata dagli altri ma prima di tutto da se stessa. Un’anima in pena, avvolta da rovi. Condizionata dal mondo che la circonda, è stata allontanata dalla sua vera essenza e ha permesso che ciò avvenisse. È una donna in trappola: vive in funzione del marito, che la esibisce come oggetto da sfoggiare al mondo borghese; compone solo ciò che il pubblico può apprezzare e accettare, timorosa delle critiche e invischiata nella fanghiglia della competizione. Ma il suo fuoco interiore non si è ancora spento, è solo sopito; il carbone è ancora caldo, desideroso di bruciare di nuovo, di liberare la sua energia.

Elenoire lotterà con ardente passione per farlo rivivere, per tornare a conoscersi e ad amarsi per quello che è.
Il suo percorso alla ricerca del proprio essere e della propria vera natura passerà inevitabilmente per la solitudine: la persona che è di fronte a se stessa impara a parlarsi con onestà e a guardarsi con occhi liberi.
E la musica diventa la chiave di questo percorso verso la scoperta e l’accettazione di sé, lo specchio della verità: se il cuore è libero, essa è in grado di rivelarsi con trascinante sincerità, di trasformarsi in un oceano di passione, amore, gioia, disperazione; una forza naturale che non ha paura di gridare i segreti più intimi dell’anima.
La musica parla, racconta una storia; chi ascolta non solo osserva i fatti e le emozioni dei suoi protagonisti, ma li rivive con profonda forza, diventando egli stesso parte della storia.
Questo libro si trasforma dunque a sua volta in uno splendido spartito musicale, facendoci vivere le storie dei suoi personaggi, raccontandoci i segreti delle loro anime, a volte urlandoli a gran vocecome in un fragoroso “fortissimo” e a volte sussurrandoli all’orecchio, “sottovoce”.
Figure talvolta insolite, che misteriosamente sono a conoscenza di tante cose e assecondano il corso del destino; un destino che vince sempre e che prima o poi si rivela, come il finale di una sonata che non poteva essere diverso per la natura stessa del suo contenuto.
Storie di personaggi con personalità ben definite e molto differenti tra loro, ma che s’intrecciano, si parlano, si influenzano, come strumenti diversi di una stessa orchestra, come le tonalità diverse di una stessa grande musica: l’umanità.
Una musica che è suono ma è anche silenzio: è dal silenzio e nel silenzio che la musica inizia e svanisce, ed è il silenzio che dà forza e valore al suono. Il marito di Elenoire, Adrien, non riesce a cogliere la musica del silenzio, a vedere oltre la facciata; non riesce, almeno inizialmente, a leggere l’anima di chi ha a fianco, a suo agio solo nel proprio mondo ordinato e concreto: “Vallée Rose è un’urna di silenzio e il silenzio è pazzia e morte”. È Edgard, l’uomo del mare, l’uomo che ha cercato e trovato se stesso e aiuterà Elenoire a fare altrettanto, a dire invece che “dove c’è il silenzio c’è musica”.
Federica Leva fa lei stessa musica, scegliendo le parole come un compositore sceglierebbe le sue note, cercando il suono più bello, con finezza e gusto straordinari, quasi con amore. Ci ritroviamo immersi nelle sue descrizioni, ne contempliamo la bellezza, assaporando e gustando ogni singola parola: siamo di fronte a vere e proprie costruzioni sonore, dove ogni nota è al posto giusto, è la più bella fra tutte le altre possibili, ma allo stesso tempo ha la capacità di stupirti e ti trascina con la sua potenza espressiva.
E così il lettore si perde, si crogiola nei sogni di questo libro, sente il profumo della terra e il suono del mare, vive con vibrante intensità la sofferenza e la passione di questo viaggio verso la libertà, trasportato in un turbinio di emozioni da cui non vorrebbe più uscire.

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