Per la rubrica Mondo scrittura proponiamo oggi un articolo della nostra collaboratrice Federica Leva che ci parla della fase iniziale del processo creativo di un romanzo.
La prima scintilla nasce dall’ispirazione. Non sappiamo come accada, ma qualcosa, piano piano o all’improvviso, si fa strada dentro di noi e chiede d’essere immortalato in parole. Pretende d’avere un volto, un nome e una vita, anche se ingabbiata fra le pagine, cartacee o virtuali, di un romanzo. L’ispirazione può sgorgare da un’emozione fugace o da un’esigenza ben più radicata nel nostro animo; può essere una parola pronunciata con un accento particolare, una lettura intrigante, una musica, un profumo o, ancora, qualcosa che a cui assistiamo e che smuove in noi una storia ancora informe, ma che già urla per essere raccontata. Ecco che, in preda a un’urgenza incontenibile, ci sediamo davanti al computer e iniziamo a scrivere. Ma cosa scriviamo? La storia, naturalmente, risponderà qualcuno. O forse, no.
Definizione del personaggio |
A questo punto, molti manuali di scrittura creativa suggeriscono di stendere una scheda per ciascun personaggio. Si fissano così i caratteri somatici e caratteriali principali e si aggiungono tutte le informazioni che possono essere utili nel corso della vicenda. Confesso di non aver mai steso nessuna scheda per i miei personaggi, nemmeno scrivendo fantasy articolati, e non ne ho mai sentito la mancanza. Mi sono sempre solo limitata a stilare una lista dei personaggi principali e secondari, preferendo invece appuntare con meticolosità tutto quello che gravita attorno alla vicenda, ovvero dettagli a cui attingere con precisione e coerenza in qualunque momento della stesura (ex, pantheon specifici, calendari, usanze tipiche di certe popolazioni, colore delle uniformi, stemmi di ciascuna casata coinvolta nella trama etc…). Una mia amica, invece, non solo compila schede dettagliate, ma cerca nel web immagini di persone che le rievocano i volti dei suoi personaggi. A uno spettro, ad esempio, ha associato l’immagine di un noto cantante defunto, perché lo vede simile a lui. Anche a me piace associare volti più o meno noti ai personaggi delle mie storie, ma lo faccio perlpiù per gioco, perché ho ben chiaro fin dall’inizio come dev’essere il mio personaggio, sia fisicamente che caratterialmente. Se non riesco a vederlo, significa che sto sbagliando qualcosa e mi devo fermare a riflettere. E’ un momento cruciale, ma essenziale per il proseguo del mio lavoro. Se non mi accorgo di avere un’immagine nebulosa del personaggio in questione, il lettore percepirà il mio impaccio, capirà che io stessa lo conosco poco e prenderà le distanze dalla sua storia.
La scrittrice Federica Leva |
Dunque, ora abbiamo una sinossi della trama e abbiamo definito, almeno nei punti più importanti, i tratti dei nostri personaggi. A questo punto, autori diversi seguono strade differenti per dar corpo al loro romanzo.
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fantastico
Sei bravissima Federica. Complimenti.
Grazie!
Grazie Federica ! Queste " Best Practices" sono preziose "pillole" che aiutano i cervelli creativi a uscire fuori e dare senso alla loro vocazione altrimenti imprigionata , lontana e non pragmaticamente fruibile a tutti gli assetati lettori di emozioni .
Grazie, Alberto e Anonimo per il vosto apprezzamento!