Mondo scrittura: i primi passi di un romanzo


Per la rubrica Mondo scrittura proponiamo oggi un articolo della nostra collaboratrice Federica Leva che ci parla della fase iniziale del processo creativo di un romanzo.

La prima scintilla nasce dall’ispirazione. Non sappiamo come accada, ma qualcosa, piano piano o all’improvviso, si fa strada dentro di noi e chiede d’essere immortalato in parole. Pretende d’avere un volto, un nome e una vita, anche se ingabbiata fra le pagine, cartacee o virtuali, di un romanzo. L’ispirazione può sgorgare da un’emozione fugace o da un’esigenza ben più radicata nel nostro animo; può essere una parola pronunciata con un accento particolare, una lettura intrigante, una musica, un profumo o, ancora, qualcosa che a cui assistiamo e che smuove in noi una storia ancora informe, ma che già urla per essere raccontata. Ecco che, in preda a un’urgenza incontenibile, ci sediamo davanti al computer e iniziamo a scrivere. Ma cosa scriviamo? La storia, naturalmente, risponderà qualcuno. O forse, no.

Ogni autore ha il proprio metodo di lavoro e nessuno può vantarsi d’insegnare a qualcun altro le regole più efficaci da seguire. Una strategia che può risultare comoda e illuminante per uno scrittore, potrebbe invece gettare un altro nella confusione. Ad ogni modo, qualunque sia la tecnica scelta per iniziare la pianificazione dell’opera, credo che sia utile scrivere almeno una sinossidell’argomento da trattare, esponendo l’inizio del conflitto, il climax e la conclusione. Se siamo bravi, aggiungiamo anche qualche punto di snodo fondamentale che determinerà imprescindibili relazioni causa-effetto nella vicenda. In questo modo, fissiamo sulla carta – o sullo schermo – i punti principali della trama, per osservarli da fuori, anziché viverli come una parte palpitante di noi stessi. Il distacco, per quanto doloroso, è la prima condizione necessaria per valutare con onestà la propria idea. Se continua a piacere e a farci battere il cuore anche quando ha assunto una precisa forma verbale, può darsi che siamo nella direzione giusta.

Definizione del personaggio

A questo punto, molti manuali di scrittura creativa suggeriscono di stendere una scheda per ciascun personaggio. Si fissano così i caratteri somatici e caratteriali principali e si aggiungono tutte le informazioni che possono essere utili nel corso della vicenda. Confesso di non aver mai steso nessuna scheda per i miei personaggi, nemmeno scrivendo fantasy articolati, e non ne ho mai sentito la mancanza. Mi sono sempre solo limitata a stilare una lista dei personaggi principali e secondari, preferendo invece appuntare con meticolosità tutto quello che gravita attorno alla vicenda, ovvero dettagli a cui attingere con precisione e coerenza in qualunque momento della stesura (ex, pantheon specifici, calendari, usanze tipiche di certe popolazioni, colore delle uniformi, stemmi di ciascuna casata coinvolta nella trama etc…). Una mia amica, invece, non solo compila schede dettagliate, ma cerca nel web immagini di persone che le rievocano i volti dei suoi personaggi. A uno spettro, ad esempio, ha associato l’immagine di un noto cantante defunto, perché lo vede simile a lui. Anche a me piace associare volti più o meno noti ai personaggi delle mie storie, ma lo faccio perlpiù per gioco, perché ho ben chiaro fin dall’inizio come dev’essere il mio personaggio, sia fisicamente che caratterialmente. Se non riesco a vederlo, significa che sto sbagliando qualcosa e mi devo fermare a riflettere. E’ un momento cruciale, ma essenziale per il proseguo del mio lavoro. Se non mi accorgo di avere un’immagine nebulosa del personaggio in questione, il lettore percepirà il mio impaccio, capirà che io stessa lo conosco poco e prenderà le distanze dalla sua storia. 

Il lavoro della mia amica, comunque, è interessante e anche divertente da ripetere. La scheda è organizzata in un file excel – lei ha usato come spunto una scheda offerta da un sito anglosassone – dove si inseriscono tutti i dati utili per identificare un determinato personaggio: nome, cognome, data e luogo di nascita (e di morte, se noti), tratti somatici, carattere, ruolo nella vicenda, relazioni con gli altri personaggi. A lei è stato utile per rendersi conto, a distanza di un anno dalla prima stesura, d’aver sbagliato calcolare lo scorrere del tempo di una sottotrama (ed è quindi corsa ai ripari), così come d’aver trasformato erroneamente un personaggio solo nominato da madre in zia. Pertanto, se si devono gestire molti personaggi, magari collocati in un periodo storico preciso, è buona norma appuntarsi tutti quei dettagli che, altrimenti, potrebbero sfuggire. Pur non compilando schede di questo tipo, anch’io ho creato un elenco di tutto quel che accade al mio protagonista fantasy, per evitare di perdermi nel complesso calendario che io stessa ho inventato. E ovunque ne abbia bisogno, mi segno riferimenti da tenere sotto controllo, per evitare errori temporali e logici di vario tipo.
Quindi, alla fin fine, pur perseguendo metodi differenti, io e la mia amica ci basiamo su principi molto simili per pianificare le nostre trame.
Le schede dei personaggi andrebbero compilate prima di dedicarsi alla stesura vera e propria, ma si arricchiscono quasi sempre durante lo svolgimento del romanzo. I caratteri si evolvono assieme alla storia, ed è impensabile, almeno per me, costruire a tavolino un canovaccio da seguire pedissequamente, senza permettere alla storia di snodarsi lungo percorsi che all’inizio non avevo contemplato.

La scrittrice Federica Leva

Dunque, ora abbiamo una sinossi della trama e abbiamo definito, almeno nei punti più importanti, i tratti dei nostri personaggi. A questo punto, autori diversi seguono strade differenti per dar corpo al loro romanzo.

1) Qualcuno parte deciso e inizia a scrivere.
2) Qualcun altro prepara sinossi più o meno dettagliate dei singoli capitoli, magari scrivendone tre o quattro per volta, poi inizia la stesura.
3) Altri amplificano la prima sinossi, aggiungendo dettagli, poi l’amplificano ancora e così via, fino a quando una riga non è diventata una scena completa e un paragrafo un intero capitolo.
4) Conosco autrici che scrivono i capitoli non secondo un criterio cronologico ma d’ispirazione. Ad esempio, se hanno voglia di dedicarsi a una scena ancora lontana nel tempo, la scrivono e poi tornano indietro.
 
Mentre si scrive, sarà poi necessario dedicare tempo alle ricerche. Questa è una parte che adoro, perché tanto più approfondisco alcuni aspetti della trama e tanto più comprendo (e amo) la mia stessa storia. In questo modo, ho la possibilità di mostrarla in modo vivido anche al lettore, tratteggiando, con pochi dettagli significativi, tutto quello che deve emergere in quel momento. Non abbiate dunque paura a rallentare la stesura per leggere articoli, romanzi e saggi che vi possano essere utili: se saprete cosa vorrete dire, con esattezza, riuscendo a visualizzare la vostra scena alla perfezione, anche il lettore potrà viverla con lo stesso coinvolgimento emotivo con cui l’avete immaginata.
A questo punto, non resta che sgranchire le dita e… scrivere!

Federica Leva

 

http://www.isabelgiustiniani.com/2013/11/cantico-sulloceano-federica-leva.html

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5 commenti

  1. Grazie Federica ! Queste " Best Practices" sono preziose "pillole" che aiutano i cervelli creativi a uscire fuori e dare senso alla loro vocazione altrimenti imprigionata , lontana e non pragmaticamente fruibile a tutti gli assetati lettori di emozioni .

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